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Il 12/07/2011 13.05, Riccardo Pietta ha scritto:
<blockquote
cite="mid:CAENagkrTvMEJ2E1x=jgadQqDr9NJzA-b8VBtBPN1sAjsg2zD-Q@mail.gmail.com"
type="cite">
<div class="gmail_quote">Il giorno 12 luglio 2011 11:12, Federico
Ravasio <span dir="ltr"><<a moz-do-not-send="true"
href="mailto:dark.raziel.lok@gmail.com">dark.raziel.lok@gmail.com</a>></span>
ha scritto:<br>
<blockquote class="gmail_quote" style="margin: 0pt 0pt 0pt
0.8ex; border-left: 1px solid rgb(204, 204, 204);
padding-left: 1ex;"> Cavalcando l'onda della massima paranoia:
quali sarebbero queste gravi conseguenze sulle persone che
condividono 'sti dati "sensibili" con g, fb, ecc.?<br>
</blockquote>
<div>Provo a dire la mia.<br>
<br>
</div>
<div>Il concetto di ciò che riteniamo "dati sensibili", al di là
delle definizioni legali, può cambiare per ognuno.<br>
La questione sostanziale è la possibilità, aggregando le
informazioni che metti nel contenitore, di capire chi sei, che
gusti hai, come la pensi, ecc... E questo consente a chi
aggrega i dati di fare diverse cose, alcune lecite e che
magari ci fanno anche comodo: mi consigli il film da vedere,
il ristorante dove cucinano bene i cibi che preferisco, ma
anche tante altre che mi fanno anche paura: tipo capire i miei
orientamenti sessuali, religiosi o politici, la mia condizione
economica o di salute, ecc...<br>
Aggregando le informazioni puoi capire chi sono e quindi i
miei dati sensibili anche senza che io li inserisca
esplicitamente:<br>
potrebbe accadere che la tua compagnia assicurazione ti
rifiuti il rinnovo della polizza sulla salute/vita perchè
qualcuno gli ha venduto il tuo profilo dal quale risulta che
siccome ti piace praticare sport estremi, che cambi spesso
patner sessuale e che forse hai il diabete (una volta su FB
hai chiesto dove trovare una farmacia aperta per comperare
l'insulina per un tuo amico) allora sei un soggetto a rischio
e quindi da non assicurare.<br>
La raccolta di informazioni viene fatta da sempre ma i sistemi
informatici la rendono più rapida, efficace, semplice e,
regalando servizi gratuiti, più pervasiva al punto da rendere
l'utente stesso contento di fornire informazioni personali.<br>
Non credo utile demonizzare nessun servizio, però il problema
della privacy esiste e soprattutto è importante che tutti
siano consapevoli di quello che fanno e che sia chiaro se FB,
G+, e gli altri usano o no le informazioni che ci mettiamo.<br>
Poi a ognuno la scelta di starci o meno, alle loro condizioni,
purchè siano chiare.<br>
<br>
</div>
</div>
-- <br>
Riccardo (via web)<br>
<pre wrap=""><fieldset class="mimeAttachmentHeader"></fieldset>
--
Sito BgLUG: <a class="moz-txt-link-freetext" href="http://www.bglug.it">http://www.bglug.it</a>
Mailing list: <a class="moz-txt-link-freetext" href="http://lists.linux.it/listinfo/bglug">http://lists.linux.it/listinfo/bglug</a></pre>
</blockquote>
mi trovo d'accordo con te, aggiungerei anche che in Italia ancora no
ma in altri paesi per avere un lavoro puoi essere obbligato a
fornire utente e password di SN [1] e [2]<br>
<br>
[1] <a class="moz-txt-link-freetext"
href="http://news.cnet.com/8301-13578_3-10268282-38.html">http://news.cnet.com/8301-13578_3-10268282-38.html</a><br>
[2]
<a class="moz-txt-link-freetext"
href="http://www.employmentlawdaily.com/index.php/news/expert-says-policy-requiring-employee-to-give-employer-facebook-password-is-bad-idea/">http://www.employmentlawdaily.com/index.php/news/expert-says-policy-requiring-employee-to-give-employer-facebook-password-is-bad-idea/</a><br>
<br>
ciao,<br>
Marco<br>
</body>
</html>