<div dir="ltr"><p dir="ltr">Devo ammettere che l'analogia di Andrea è davvero fantastica :)</p>
<p dir="ltr">Non possiamo però ignorare che ogni persona che va in vacanza può avere in testa un obbiettivo diverso, uno può anche andarci solo per riposare e il villaggio super accessoriato può essere perfettamente funzionale a questo obbiettivo.</p>
<p dir="ltr">Non dimentichiamoci che in fondo stiamo parlando di strumenti, perchè di fatto è questo che sono OS e software.<br>
Siamo onesti, l'integralismo nei principi è una cosa comune e ci siamo passati tutti, ma se ci fossimo fermati qui (e se il movimento del free software si fosse fermato qui) saremmo ancora alle Slack compilate a manina sorgente dopo sorgente, invece mi pare che un po' tutti godiamo dei package binari, dei kernel pronti all'uso e dei repository online comodi comodi.</p>
<p dir="ltr">Di RMS (con tutta la stima e l'affetto che ho per quest'uomo, che ritengo straordinario per molti aspetti) ce n'è uno e con coraggio e perseveranza ci mostra un modo di pensare e vivere il software (ma non solo) che è ammirevole.<br>
Il problema è che viste in ambito lavorativo molti aspetti di cui RMS si fa portavoce, o più in generale un certo integralismo sul free software, non sono applicabili o per applicarli presupporrebbero una serie di accortezze e cambiamenti che dalla mia esperienza il mondo del business non è intenzionato a sobbarcarsi, e questo per il semplice motivo che al di fuori della cerchia dei tecnici appassionati (perchè non illudiamoci, ci sono anche i tecnici non appassionati...) questi sono solo strumenti che devono essere funzionali al raggiungimento di un obbiettivo (=cash...).</p>
<p>Personalmente non vedo i prodotti MS come "il grande satana", per lo meno non in ambito client e non sul sistema operativo (imho ci sono ambiti in cui le battaglie sul free software sono più pressanti, ad esempio sui servizi), per cui non vedo tutta questa necessità di soppiantare Windows (Vista, 7 o 8) a prescindere.<br>
Non dimentichiamoci poi che il passaggio da un OS ad un altro presuppone dei costi, se non tecnici almeno in termini di produttività e formazione (almeno nel periodo iniziale) e non è sempre detto che il passaggio sia indolore.</p>
<p>Prendiamo OpenOffice, la mia azienda ha deciso di imporlo come standard aziendale, ma questo è stato possibile solo perchè di fatto ci serve per documentazione di progetto e piccoli fogli di calcolo, se scambiamo qualcosa con clienti o fornitori è sempre in forma di pdf.<br>
Ma se prendiamo una esportazione csv da qualche migliaio di record (non milioni eh, anche un banalissimo log di una qualche risorsa) e la apriamo con OpenOffice (o LibreOffice) e con MS Office la differenza è abissale e a vantaggio del prodotto MS, se creiamo un grafico con quei dati su Open/LibreOffice c'è da aspettare decine di secondi (se non minuti) per renderizzarlo e questo solo cambiando un piccolo parametro.</p>
<p>Per carità, il mio è solo un piccolo esempio (poi ci sono tantissimi aspetti su cui preferisco Open/LibreOffice rispetto a MS Office, interfaccia in primis), però ricordiamoci che il passaggio non è sempre ne indolore ne migliorativo a prescindere.<br>
</p><p>Grazie a tutti per l'interessantissima discussione :)</p><p>Tas</p><p>---<br>"Non è forse vero che cominciamo a vivere come bambini innocenti <br>che credono a tutto quello che succede sotto il tetto paterno, <br>
poi arriva il giorno dei Laodicei, quando capiamo di essere sventurati, <br>e infelici, e poveri, e ciechi, e nudi, e con il volto di uno spettro orrido e dolente <br>ci addentriamo rabbrividendo nell'incubo della vita.."<br>
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