Curiosita' sul software libero e le case discografiche

Alberto Fornasier alberto.fornasier@gmail.com
Dom 8 Nov 2009 13:36:58 CET


2009/11/8 Marco Bisetto <marco@folgorante.net>:
> In sostanza le case discografiche sono ben felici di utilizzare
> software libero per i loro scopi commerciali, ma contemporaneamente
> osteggiano i principi fondamentali che reggono la liberta` su cui
> questo si basa. Se questi sono i presupposti etici su cui si basano i
> distributori di prodotti coperti da diritti, chi deve sentirsi
> moralmente obbligato a rispettare i copyright?!

Ennesima prova (se ce ne fosse bisogno) che occorre stare attenti ai
contenuti nascosti nei file che si distribuiscono :)
Più che questo, sono le informazioni che ho trovato nella pagina di
Wikipedia dedicata al formato MP3 (http://it.wikipedia.org/wiki/MP3)
che mi fanno uscire di testa.
Leggo che "[Il progetto di ricerca] Venne finanziato dall'Unione
europea come parte di un programma di ricerca più vasto chiamato
EUREKA comunemente conosciuto con il codice EU-147."
Più sotto si legge che il brevetto è di proprietà della Thomson
Computer Electronics per USA e Giappone. Thomson SA è una società
francese. Come diavolo è possibile che il frutto di una ricerca fatta
con i soldi dell'Unione Europea sia diventato di proprietà di un ente
privato?! Per fortuna in Europa i brevetti sul software non esistono
(ancora)!
Per quanto riguarda l'uso di lame (che sembra sia il codificatore
migliore in circolazione), sarebbe da indagare se Sony-BMG ha pagato
le royalties richieste. Resta il fatto che tutta la questione, come un
po' tutto quello che ha a che fare con i brevetti sw, puzza di marcio
lontano un anno luce.


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