[Tech] Gestionali, Mysql e altre domande

Marco Ermini markoer@usa.net
Dom 16 Feb 2003 22:32:22 CET


On Wed, 12 Feb 2003 18:40:34 +0100, Christian Surchi <csurchi@mclink.it>
wrote:

[...]
> Claudio e' dieci anni avanti... ed e' ora che tutti lo sappiano! ;-)

Buon pro gli faccia! magari se ci dice che numeri escono al superenalotto...
cosi' li giiochiamo! ;-)


[...]
> > > Non ti seguo adesso e non capisco dove tu voglia arrivare. :)
> > 
> > Lasciamo perdere Trenitalia, e' meglio :)
> 
> "arrivare" poi... :D

Nel caso di trenitalia e' gia' un miracolo "partire", figurati "arrivare"
;-)



[...]
> appunto, e' quello che dicevo... io intendo il client-server come un
> modello, legato magari ad una visione "ristretta", ma lascio al momento
> perdere quelle che sono le realizzazioni concrete di volta in volta
> scelte. 

Infatti si parla di modelli. Io per "modello" intendo il processo di
sviluppo di una applicazione in senso lato (quello che rational chiama "RUP"
ma che tu puoi chiamare come ti pare, in ogni caso devi seguire un modello,
che tu lo faccia consciamente o meno lo segui).


[...]
> mi fa piacere anche conoscere queste esperienze e questi dati che non
> sperimento al momento di persona, o meglio li sperimento poco e male, ma
> questo e' un altro discorso! ;)

Nota che non sono (solo) dati statistici, sono i paradigmi consigliati dai
modelli di sviluppo cosiddetti "agili" come lo "Scum" e l'XP (cioe'
l'eXtreme Programming, vedi http://www.analisi-disegno.com/processo/xp.htm).



[...]
> sono due punti di vista diversi, ma le visioni secondo me si integrano
[...]

Ripeto: puoi avere "visioni" in tutti i modi che preferisci (io stesso vedo
la Madonna e San Giuseppe talvolta... dipende da quello che fumo ;-) ma a
parte le battute, il punto e' che si sta parlando letteralmente di *epoche*
diverse, cioe' prima le sw house facevano in un modo, ormai fanno in un
altro. Chi diavolo si mette al giorno d'oggi a progettare applicazioni GUI +
RDBMS? giusto forse piccole realta' che sono rimaste inchiodate al know-how
di diversi anni fa, ma anche le piccole realta' ormai hanno a disposizione
un sacco di strumenti per il web. Anzi, faccio notare che e' proprio lo
"shiftare" di questo paradigma che e' una delle cause piu' importanti
dell'aumentata importanza di Linux: mentre gli strumenti per GUI sono
generalmente proprietari e chiusi, gli strumenti per il web (a cominciare
dalla piattaforma "mamma" stessa cioe' l'OS, il server http ecc.) in genere
sono "open".

La realta' in buona sostanza e' questa: arriva un cliente, dice "vorrei
un'applicazione che faccia questo e quest'altro" (oppure nel nostro caso,
come avviene spesso nel mondo del free software, i "clienti" sono gli stessi
creatori, cioe' utilizzatori e programmatori spesso coincidono); dove un
tempo avresti pensato ad una GUI, oggi progetti un'applicazione web.

Poi, che le definizioni prese in se' stesse possano essere piu' o meno
elastiche e che tu le possa allungare da una parte dove un altro la allunga
dall'altra... anche se, ripeto, per me la definizione di Booch ha un senso:
client/server nell'ambito dell'architettura logica significa "a couple of
GUI and an RDBMS": se poi l'ambito deve essere assolutamente generico allora
la definizione la puoi prendere da un dizionario e client/server significa
"un client che comunica con un server".

Pero' noi, Christian, noi non stavamo parlando di definizioni da
dizionario, stavamo parlando di progettare un'applicazione, ERGO parlavamo
di architettura del software, ERGO in questo contesto client/server
significa GUI+ RDBMS (cioe' quello che Kahemba 2 e' attualmente, ovvero
wxpython + mysql). Portare l'applicazione da client/server a three-tier
significa trasformare wxpython/mysql in browser/application server/RDBMS,
ovvero implica non sono e non tanto una riscrittura del software, implica
cambiare completamente *tutti* i paradigmi di sviluppo dell'applicazione,
ovvero che Kahemba 3 sara' tutta un'altra cosa da Kahemba 2.


ciao

-- 
Marco Ermini
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