[Flug] da ILS.....

fran francesco@wikicosi.it
Dom 4 Nov 2012 19:55:44 CET



Salve Lista, copio/incollo inoltro mail interessante da lista ILS
un pò lunga, ma interessante. Scusate la formattazione


Vi giro una  email di Sandro Furieri, presidente dell'associazione
GFOSS.it, sviluppatore di Spatialite e membro dell'Open Geo Spatial
Consortium.
Credo che sia un buon punto su cui farci delle domande anche noi di ILS.

Buona lettura
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Fratelli e compagni, abbiamo vinto la battaglia, ma allora perché
mai
stiamo perdendo la guerra ???

Il 27 ottobre si è celebrato il LinuxDay: mi ha particolarmente
colpito una frase presente nel manifesto del LD, e mi ha stimolato
qualche riflessione che gradirei condividere con tutti voi.

Oggi, grazie a Linux e al software libero, gli stessi sistemi
utilizzati dal Governo degli Stati Uniti e dai colossi della
Information Technology quali Facebook e Google sono alla portata di
tutti.

Vero, verissimo: non fa la minima piega. Ormai la maggior parte dei
sistemi venduti sul mercato monta di fabbrica un sistema operativo
open source.
Android è un kernel Linux genuino a tutti gli effetti; anche Mac OS X
ed iOS sono largamente basati sul codice di FreeBSD.

Praticamente tutti i social networks di successo universale sono in
effetti piattaforme largamente basate su software FLOSS.

Apache domina oltre il 50% del mercato dei web-servers; anche il meno
noto NGinx sta crescendo velocemente, ed ha praticamente raggiunto
Microsoft IIS piazzandosi saldamente al terzo posto in classifica.

Oltre metà dei web browsers utilizzati nel mondo sono ormai basati su
codice aperto; integralmente per quanto riguarda Firefox e Chrome,
parzialmente per Safari (che e comunque largamente derivato da
Konqueror di KDE). la diffusione di MSIE è costantemente in calo ormai
da anni.

LibreOffice + OpenOffice hanno scalzato M$ Office in circa il 25%
delle installazioni (almeno nei paesi più evoluti).

Ovunque spingiamo lo sguardo il FLOSS è ormai fortemente radicato e
largamente diffuso in tutte le posizioni strategiche: è ingeneroso
definirlo semplicemente vincente, è decisamente trionfante, anche di
la delle nostre più rosee aspettative.



Forse tutto questo significa che stiamo vincendo la partita ?
Personalmente, mi permetto di dubitarne fortemente.
Mi pare viceversa che numerosi segnali ci indichino chiaramente che
forse nel futuro prossimo gli spazi di libertà sono destinati a
restringersi forse anche in modo drastico.
Prendiamo il caso di Google: è indubbio, usa largamente software
libero. Non solo: in molti casi promuove attivamente, e spesso
addirittura finanzia, i progetti del software libero.
Ma allo stesso tempo Google sta perseguendo una strategia complessiva
che non è certo finalizzata alla tutela della libertà degli utenti:
Anzi, spesso è del tutto evidente che lo scopo è piuttosto quello di
costruire un monopolio globale ed unilaterale, al cui confronto i
vecchi approcci Microsoft appaiono un po goffi, quasi ingenui e
sostanzialmente inoffensivi e facilmente riutilizzabili.

Ma allora, se questa è la situazione attuale, forse magari è anche il
caso di iniziare a prendere coscienza che alcuni dei vecchi e cari
paradigmi che abbiamo seguito fedelmente per lunghi decenni ormai non
reggono più il passo con l'evolversi degli scenari reali attuali.

E magari è anche il caso di aggiungere un nuovo termine al nostro
armamentario concettuale: WALLED GARDEN
Un giardino murato è un ecosistema artificialmente chiuso, in
cui
solo il giardiniere ha poteri decisionali; tutti gli altri
devono
necessariamente adeguarsi alle scelte imposte dal giardiniere.

Sicuramente Facebook e molti servizi Google (a cominciare da GMaps)
hanno tutte le caratteristiche tipiche del Walled Garden.
Ma attenzione: in un futuro ormai imminente anche i sistemi operativi
diventeranno sempre più Walled Gardens.
La strada l'ha chiaramente tracciata Apple con i suoi iPhone ed iPad;
sui quali è materialmente possibile installare solo le Apps
distribuite tramite l'App-Store ufficiale (previa approvazione
con
licenza de superiori).
Ma anche Android sta seguendo la medesima strada; e cosi pure Win8.

Linux è un alternativa reale per i desktop e per i server; ma sul
mercato emergente dei tablets Linux è totalmente assente, se non in
salsa Android, con tutti i limiti di cui sopra.
Insomma, forse in un futuro ormai prossimo saremo addirittura
destinati a rimpiangere i bei tempi di WinXP, che in confronto ai
nuovissimi Walled Gardens era una piattaforma ragionevolmente aperta
(ed infatti ci girava praticamente tutto il sw libero, con grande
felicità e soddisfazione di moltissimi utenti).

Attenzione: le licenze OSI non sono affatto una difesa efficace contro
i pericoli e le insidie dei Walled Gardens. neppure la GPL.

Paradossale ? certo, ma niente affatto difficile da spiegare IMHO

I ben noti paradigmi di Richard Stallman sul software libero si sono
storicamente formati verso il 1983 (esattamente 30 anni fa, mi
permetto di notare).
Cioè quando ancora le reti avevano una diffusione semi-clandestina
solo tra i militari ed in qualche sporadico laboratorio di ricerca.
Il successo di massa del web arriva molto più tardi (negli '90);
Internet ed il Web diventano assolutamente pervasivi solo negli anni
2000, con l'introduzione delle linee cablate ad alta velocità, del
WiFi e della radio-telefonia di terza e quarta generazione.

Ovvio quindi che all'inizio degli anni '80 il baluardo ultimo di
difesa della libertà individuale passava esclusivamente attraverso
l’apertura del codice sorgente. ma oggi la rete universale (global
cloud) implica automaticamente che i dati sono diventati  altrettanto
importanti del codice; ed assolutamente strategici diventano
soprattutto i servizi remoti di consultazione, catalogazione,
aggregazione ed elaborazione remota offerti tramite web.

Chi controlla i dati, i servizi e l'infrastruttura Web controlla il
mercato.

Il codice usato per gestire dati e servizi si avvia a diventare sempre
piu secondario e tutto sommato poco rilevante; spesso l'utente
medio non e
neppure in grado di capire se sta effettivamente utilizzando sw locale
installato sul proprio device oppure se in effetti sta semplicemente
connettendosi a qualche software remotizzato; ed in quest'ultimo caso
non e in grado di avere nessuna idea su quale sw venga realmente
utilizzato.
e il controllo sui dati e sui servizi in quanto tali che sta
diventando rapidamente strategico, e che consente di creare i nuovi
insidiosi monopoli
basati sulla strategia Walled Garden.
non a caso chi aveva fondato il proprio impero sul vecchio modello
closed source tradizionale oggi si trova in evidente difficoltà
e
sta cercando
affannosamente di riposizionarsi in modo innovativo nei nuovi scenari.
vedi p.es. M$ con Win8, che per la prima volta rompe decisamente tutti
i consolidati criteri tradizionali tipici del mondo di Redmond, anche
a
rischio di perdere alcune comode rendite di posizione.
Si vedano anche le recenti aperture annunciate da ESRI sul fronte Open
Data ed Open Source.

Su tutto questo nuovo scenario le licenze OSI e la stessa GPL sono
assolutamente inefficaci; perché disciplinano le modalità di gestione
del codice, ma non dicono assolutamente nulla per quanto riguarda le
condizioni d'uso dei servizi web condivisi.
Esattamente cosi come nulla dicono sulla libera condivisione dei dati,
sulla privacy degli utenti etc.
E quindi sono perfettamente compatibili con l'approccio Walled
Garden,
proprio come purtroppo stiamo iniziando a toccare con mano.
Paradossalmente i monopoli globali dei prossimi anni saranno in larga
parte basati proprio su sw libero; ma questo ovviamente non li rende
affatto meno insidiosi e meno pericolosi.

la linea di difesa della libertà vera e genuina si sta
velocemente
spostando su fronti nuovi e del tutto inattesi.
Nuove sfide ci attendono: ma indubbiamente i nuovi scenari ci aprono
anche nuove opportunità, ancora tutte da scoprire e tutte da esplorare
non a caso: la guerra in corso tra Apple e Google si sta giocando in
larga parte proprio sui servizi cartografici, con tutti gli annessi e
connessi del caso.

Ci piaccia o meno, noi ci troviamo esattamente sulla linea del fronte.
Possiamo probabilmente giocare un ruolo forse determinante, se sapremo
e vorremo mettere le nostre conoscenze specifiche sulle tecnologie
geospatial al servizio di tutte le mille e variegate communities
interessate a qualunque titolo alla difesa sostanziale dei diritti
civili digitali.

Forse sarebbe l'ora di iniziare una riflessione approfondita su tutte
queste tematiche, che stanno rapidamente diventando molto calde.

ciao Sandro
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