<html><body style="word-wrap: break-word; -webkit-nbsp-mode: space; line-break: after-white-space;" class="">Il giorno 14 feb 2021, alle ore 09:09, Diego Roversi <<a href="mailto:diegor@tiscali.it" class="">diegor@tiscali.it</a>> ha scritto:<br class=""><blockquote type="cite" class=""><blockquote type="cite" style="font-family: Helvetica; font-size: 12px; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; orphans: auto; text-align: start; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: auto; word-spacing: 0px; -webkit-text-size-adjust: auto; -webkit-text-stroke-width: 0px; text-decoration: none;" class="">Segnalo che alcuni editor hanno la funzionalità di editing remoto via SSH integrata, rende possibile eseguire l’editor preferito in locale sulla propria macchina ed usarlo per lavorare su file che non si trovano in locale ma sono raggiungibili via SSH. Io uso abitualmente Visual Studio Code che lo fa ed è estremamente comodo, ma non è l’unico. Per chi usa / è costretto a usare Windows oltre al già citato VSCode (MIT License) mi pare che Notepad++ abbia qualcosa di simile (ma non è open source / free software).<br class=""></blockquote><br class="">Attenzione che i binari di vscode che si scaricano dalla microsoft NON sono opensource, piu' o meno la stessa cosa di chrome: ovvero ci sono i sorgenti, ma sono solo una parte di quelli usati per generare vscode. Anche qui c'e' qualcuno che come con chromium, ha deciso di distribuire un binario basato solo sulla parte opensource: <a href="https://vscodium.com/" class="">https://vscodium.com/</a>.<br class=""><br class="">Nota invece che notepad++ e' rilasciato come GPL. Quindi direi che la situazione e' invertita.<br class=""></blockquote><div class=""><br class=""></div><div class="">Azz quest’ultima mi era sfuggita… sorry. Si vede che non uso windows? :)</div><br class=""><blockquote type="cite" class=""><blockquote type="cite" style="font-family: Helvetica; font-size: 12px; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; orphans: auto; text-align: start; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: auto; word-spacing: 0px; -webkit-text-size-adjust: auto; -webkit-text-stroke-width: 0px; text-decoration: none;" class="">Bottom line: per una modifica al volo va benone ssh e poi lanciare editor in remoto (vim, nano, …), per lavori più corposi raccomando di separare l’ambiente di lavoro da quello di deploy. Quantomeno sulla propria postazione di lavoro è di solito più facile / fattibile installare tool aggiuntivi (es. per chi lavora in Python è comodo integrare pylint, isort, black, pytest, tox, eccetera nel proprio ambiente di sviluppo).</blockquote>Direi sacrosanto. Ma dimentichi forse la cosa piu' importante, usare git (o altri sistemi di versionamento).<br class=""></blockquote><br class=""><div class="">Beh il versionamento lo davo per scontato, qui si parlava di editing</div><div class=""><br class=""></div><div class=""><div style="caret-color: rgb(0, 0, 0); color: rgb(0, 0, 0); word-wrap: break-word; -webkit-nbsp-mode: space; line-break: after-white-space;" class="">—</div><div style="caret-color: rgb(0, 0, 0); color: rgb(0, 0, 0); word-wrap: break-word; -webkit-nbsp-mode: space; line-break: after-white-space;" class="">Luca Lesinigo</div></div></body></html>