[hack] Re.Re.Linux?

Giovanni Guarino giovanni.guarino1@aliceposta.it
Mer 2 Mar 2005 11:45:48 CET


Mi fa piacere che vi piacciono i messaggi lunghi, perché a risposta lunga
segue replica lunghissima. Cercherò di mandarla in formato testo.
Riprendo alcuni punti della risposta di Raistlin ad alcune mie osservazioni.

“Linux non e` un sistema operativo, Linux sono 34 MB di file sorgenti
scritti in C e 1 MB di codice binario compilato e caricato in memoria
all'avvio del computer (si ok, ci sono anche i moduli...).
Linux e` un kernel, ovvero solo una parte, anche se fondamentale, di un
sistema operativo.
Debian GNU/Linux e` un sistema operativo
Mandrake Linux e` un sistema operativo
Fedora Linux e` un sistema operativo
SuSE Linux e` un sistema operativo
Windows XP e` un sistema operativo
...”

Va bene professore, ammetto di non avere studiato. Non sono un informatico,
quindi ho sicuramente usato un linguaggio tecnico poco preciso; per esempio
avevo letto da qualche parte che Linux non è un sistema operativo ma un
kernel, poi ho messo da parte questo concetto che, mi sembra, ai fini del
discorso che ho cercato di fare non sia molto importante.
Non sono un informatico, anzi, forse ti scandalizzerò, spero che un giorno
il computer si possa usare come il televisore o la lavatrice: si pigia un
tasto, si gira una manopola e tutto funziona. Se non funziona si va a
cercare la garanzia. Quando ciò accadrà saremo in una società meno libera? 
Che cosa vieterà agli appassionati di sistemi operativi di programmare la
manopola? Se esisteranno SO liberi si potrà continuare a farlo. Il fatto è
che l’esistenza dei sistemi liberi dipende dalla loro capacità di entrare
nell’uso comune. Solo se diventeranno comuni, e quindi user friendly,
continueranno ad esistere come realtà di mercato.

“Un sistema operativo basato su GNU/Linux non vuole competere con nessuno
sul piano economico. O perlomeno, secondo noi, l'aspetto economico non
deve assolutamente essere visto come l'elemento piu` vantaggioso, anzi!
- Per il creatore di Linux (parlo solo del kernel) la competizione e`
sul piano esclusivamente tecnico.
- Per i sostenitori del software libero la motivazione fondamentale
viene proprio dalla _liberta`_.
Dei soldi come vedi gliene frega poco a tutti!! :)
Noi in particolare non vogliamo che la gente risparmi o spenda meno.
Vogliamo semplicemente che non butti i soldi nelle tasche gia` stracolme
di chi gia` ce ne ha da buttare e li usa a per farne sempre e ancora di
piu` a scapito di tutti gli altri, utenti, tecnici, appassionati e,
nella societa` moderna, col peso che ha l'informatica, praticamente di
tutti!”

L’aspetto economico non conta? Dei soldi non ti importa? Scusa, non importa
a te, a me sì. E a chi deve amministrare una scuola o un comune anche. Per
il semplice motivo che i soldi sono pochi e quindi bisogna fare delle
scelte. Dipendere da tecnici superspecializzati per fare cose che con
Windows ti compri con la licenza sarebbe una maggiore libertà per una scuola
o per un comune o per un’azienda o anche per un singolo utente?
Anch’io vorrei che i miei soldi e i soldi di tutti non andassero nelle
tasche di chi sfrutta un monopolio, ma finché chi potrebbe contrastare
questo monopolio considera con alterigia quelli che non hanno voglia di
imparare l’assembler per installare la tastiera e vogliono usare il computer
per vedere le foto delle vacanze sullo schermo, questo obiettivo sarà
lontano da raggiungere.

“Tu che sistema operativo hai scelto? Debian GNU/Linux? Bene.
Su www.debian.org c'e` un sacco di documentazione sul progetto Debian,
struttura, obiettivi, motivazioni, e da nessuna parte si legge che lo
scopo e` fare un sistema operativo user friendly adatto per i desktop di
ogni casa.
Semplicemente _quel_ sistema operativo nasce per fare altre cose.
Al contrario Mandrake Linux vuole essere un sistema operativo user
friendly adatto per i desktop di ogni casa. E` in questo che investono
ed e` per questo che lavorano.”

Bene! mi hai convinto. Debian non si propone di andare in ogni casa, in ogni
ufficio, su ogni scrivania. Prima di usare Debian bisogna farsi una solida
preparazione informatica, bisogna entrare in un’accolita di specialisti.
Allora mettetevi d’accordo. Non proponete Debian alle scuole, ai comuni. O
pretendete che ogni professore, ogni impiegato, diventi specialista di
sistemi operativi? O proponete un sistema che le istituzioni non potranno
usare se non dipendendo da specialisti? Con l’aggravio di spese che ciò
comporta? (non posso farci nulla, ma l’aspetto economico a me interessa).

“Nel mondo di oggi esistono (purtroppo) ancora la liberta` e la
schiavitu`. Ti parlo di questioni sociali, non informatiche.
Se ci fosse da pagare un costo per garantire a tutti la liberta` e
abolire la schiavitu` (come in effetti ci sarebbe!), rendendo la cosa
svantaggiosa economicamente, sarebbe un buon motivo per non farlo?!?”

Non ti sembra di esagerare un po’? Vuoi paragonare la libertà dalla
schiavitù con la possibilità di modificare il codice sorgente? Io credevo
che uno che possiede il codice sorgente può per esempio decidere se le icone
sono quadrate o tonde. Se pigiando sul tasto della i appare una i o un
geroglifico egiziano. Niente di più. Ma io sono un normale utente, non sono
un informatico. Suppongo che voi specialisti di sistemi informatici open
source abbiate fatto cose straordinarie finora, battaglie che hanno inciso
sui destini dell'umanità, utilizzando questo sistema operativo che, pur se
utilizzato da una frazione minima degli utenti di computer, è libero. Io
pensavo che quando si parla di sistema libero si facesse riferimento ad una
libertà tutta interna al mercato, la libertà di affrancarsi da un monopolio.
Tu invece pensi ai grandi valori, alla libertà con la l maiuscola, per cui
gli specialisti di informatica, quelli che amichevolmente chiamiamo
smanettoni, assurgerebbero al ruolo di combattenti per la Libertà. Un volo
interessante, ma su questo piano, scusa, proprio non ti seguo. Il mio senso
della realtà (o la mia ignoranza) mi porta più terra terra: le foto delle
vacanze, il modem, …

“Ma se lasciando perdere tutto e usare il software libero _davvero_ non
convenisse economicamente? Sarebbe un buon motivo per non usarlo?”

Sì, a meno che offrisse altri vantaggi che in una logica di mercato ne
facessero aumentare il valore. Per esempio: la possibilità di farsi le icone
tonde (per gli smanettoni) o la facilità d’uso (per i comuni mortali) o la
stabilità (per le aziende). Tutti requisiti che non hanno niente a che
vedere con la Libertà, ma solo con la libertà di mercato.

“…anziche` mandare
centinaia e centinaia di euro in America solo per avere, non un
software, non una assistenza, ma una semplice licenza d'uso che limita
talmente tanto le liberta` personali che farebbe inorridire chiunque la
leggesse (e purtroppo sono pochi!)....
<<Ehi, eccoti una valanga di soldi, adesso dimmi tutto quello che,
grazie al fatto di averti pagato, _non_posso_ e _non_devo_ fare!>>

A occhio e croce mi sembra un’altra esagerazione. Il contratto che acquisto
con la licenza prevede clausole spaventose? Sarà! Io sono uno di quelli che
vanno su accetto senza neanche guardare. Non so quali impegni ho assunto
finora, ma sono pronto al peggio quando verranno a contestarmi tutti gli
accetto su cui ho pigiato senza preoccuparmi di leggere. Probabilmente in
quel testo che io evito accuratamente di scorrere è scritto che il software
è soggetto a copyright, né più né meno di un libro o di una videocassetta.
Non posso proiettare la videocassetta in un locale pubblico o fare le
fotocopie del libro e dire che l’ho scritto io. Come non mi sento leso nella
mia libertà dal non poter andare in giro a dire che sono io l’autore della
Divina Commedia, così mi sembra ovvio che chi ha investito per produrre un
programma mi consenta di usarlo solo a certe condizioni. A meno che abbia
deciso di tentare la carta GPL per entrare in un mercato difficile, dove c'è
un monopolista ben deciso a chiudere tutti gli spazi. Per cui a chi tenta
questa carta non conviene, secondo me, usare la stessa tattica del
monopolista, ma diffondere il più possibile i miglioramenti acquisiti (è
questo, mi sembra, il significato dell'open source) perché il sistema
alternativo si diffonda sempre di più, diventi uno standard. Naturalmente
questo obiettivo è visto con disgusto da chi ama vivere in una nicchia o da
chi ritiene che in una nicchia si combatte la battaglia per la Libertà.
 
“Guarda spesso non i tratta di aziende ma di volontari che si fanno dei
culi come scimmie per fare quello che fanno e, che in molti casi lo
fanno anche egregiamente, dato che sistemi, ad esempio, Debian, al di
la` dei tuoi scanner, sono usati in molti ambiti di produzione e
riconosciuti come ottime soluzioni per prestazioni, stabilita`, ecc.
Scusa se il tono ti sembra un po' sopra le righe, non e` niente di
personale con te, ne` voglio offendere, o portare la discussione fuori
dai canoni della civilta`, ma mi sembri sparare un po' a zero senza
esserti, diciamo, correttamente informato... e questo mi disturba un
po'.”

Si tratta di volontari? Bene, vuol dire che hanno il tempo e la voglia di
coltivare un hobby. Non sono tutti volontari (per fortuna, io direi) perché
basta andare sul sito di Mandrake e ti propongono di scaricare il sistema
base aggratis, il sistema completo se ti impegni a pagare una cifra mensile
sotto forma di abbonamento a Mandrake club. Mi pare che Red Hat e Suse
facciano lo stesso. Per questo io dicevo che forse dietro l’etichetta
dell’open source ci sono delle aziende. Nulla di male. Anzi, per conto mio,
questo sistema operativo, o quello che diavolo è, diventerà maturo e
competitivo quando creerà lavoro, ma non basato sulla difficoltà di
utilizzo, perché in questo caso il mercato lo seppellirà, ma sulla
stabilità, sulla sicurezza e su quella qualità che tu consideri un difetto:
la capacità di non farsi notare, di prendersi carico silenziosamente di
quelle operazioni che a qualcuno piacciono, ma che tanti considerano una
rottura di scatole.

Un’ultima questione: tu hai fatto delle affermazioni impegnative: <<Debian
non vuole essere semplice, Debian non vuole essere user friendly. Rivolgiti
a Mandrake, e se non riesci,>> sto forzando un po’il discorso, <<rivolgiti a
Bill Gates, fatti sfruttare da zio Bill, che noi esperti, invece, vorremmo
vedere morto.>>
Forse un altro esperto avrebbe detto: <<Debian, purtroppo, non è ancora user
friendly, ma presenta dei vantaggi tali da meritare lo sforzo iniziale di
configurazione. Rispetto alle versioni di qualche anno fa è diventato molto
più amichevole e tanti volontari si stanno adoperando per renderlo più
accessibile, più semplice da utilizzare, in modo che i vantaggi di questa
distribuzione: sicurezza del sistema, ricchezza del software disponibile,
soprattutto nel campo educativo, si coniughino con la semplicità d’uso. Hai
fatto male a disinstallare Debian perché un utente medio, non un esperto,
può tranquillamente arrivare a configurare un modem e uno scanner e vedere
le foto delle vacanze sullo schermo in ambiente Linux. Tante aziende si
stanno formando, chissà, forse anche dietro a Debian, per far sì che Linux
diventi un’alternativa reale a Windows, capace, cioè di sottrarre fette di
mercato a Windows, facendo risparmiare gli utenti e dando loro una maggiore
libertà di scelta>>. Qualcun altro forse avrebbe detto così e la sua
opinione sarebbe stata valida quanto la tua, perché nessuno possiede la
verità e nessuno può parlare a nome di una distribuzione Linux, in una
logica aristotelica, naturalmente.
Ciao,
Giovanni





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