From marcoc_maillist@marcoc.it Fri Jul 7 09:50:36 2017 From: marcoc_maillist@marcoc.it (Marco A. Calamari) Date: Fri, 07 Jul 2017 09:50:36 +0200 Subject: [golem-hack] CfP: e-privacy edizione XXII - Venezia, 13 e 14 Ottobre 2017 Message-ID: <1499413836.19419.44.camel@marcoc.it> E-privacy 2017 autunno – edizione XXII  «I Dati perduti - Processo al Cloud» Il Progetto Winston Smith e l’Hermes Center for Transparency and Digital Human Rights sono lieti di invitarti come relatore all’edizione autunnale di e-privacy, che si terrà a Venezia il 13 e 14 ottobre 2017 nella prestigiosa sede storica del Tribunale Civile di Venezia a Rialto, presso l’Aula di Corte d’Assise. Parleremo di Cloud, già tema di e-privacy nel 2011. Perché ripetersi? Cosa è cambiato? L’avvento del Cloud ha confermato i timori espressi sulla perdita di privacy e di identità digitale e sta anche producendo un effetto imprevisto: la perdita della Rete.  Internet è persa! Da backup e contenitore di dati, il Cloud si è evoluto in fornitore virtuale di sistemi IT in grado di gestire infrastrutture aziendali senza server fisici e storage locali. Ogni sistema IT sembra oggi solo fatto di «comunicazione». Ma non di sola comunicazione è il tessuto della Rete: ci sono i dati personali e non, ci sono processi. Il fluire dei dati nella Rete permette la distribuzione della conoscenza. La conoscenza può essere scambiata con metodi tradizionali anche se i tubi di connessione si interrompono, anche quando si riversano i dati personali o aziendali alle Big Data Company. Al più possiamo lamentare una perdita di riservatezza, temere leak di informazioni, ma fintanto che i dati restano a disposizione di chi li ha prodotti la conoscenza in Rete resta patrimonio di tutti e allo stesso tempo sotto il diretto controllo di chi ne ha diritto. Ma quando i dati, sia pubblici che personali, sono solo nel Cloud? Il Cloud non è parte della Rete; il Cloud è una proprietà privata di chi lo fornisce come servizio.  Molti usano il Cloud anche senza saperlo; certi servizi sono offerti (“gratuitamente” si dice, ma qual è il costo allora?) insieme a dispositivi, registrazioni e programmi, l'utente non ne percepisce neppure l’esistenza. Tutto funziona, la vita scorre felice, si può migrare da terminale all’altro, da uno smartphone all’altro, da un sistema operativo all’altro, purché vi sia un’apposita app.  Ma i dati dove sono? Smartphone e tablet non hanno più i dati personali dentro di sé. Questi dispositivi sono relegati al ruolo di effimere "cache di dati". L’utente può accedere ai dati e pensa di averne il possesso. Accesso e possesso sembrano la stessa cosa. Eppure... Anche solo sapere dove sono i propri dati, anche solo tentare di farne una copia di backup su un hard disk da tenere nel proprio cassetto sta diventando un’attività difficile, estrosa, rara, appannaggio di strambi hacker o paranoici professionali, talvolta neppure di loro. Molti servizi vantano di riconsegnare i dati agli utenti, ma a ben vedere gli restituiscono bagattelle con cui nessuno può far molto. Le aziende, alla rincorsa del risparmio e dell'efficienza, hanno sostenuto il Cloud come panacea universale, si stanno rendendo conto che rischiano di perdere o hanno già perso il controllo dei proprio dati e dei propri processi?  È veramente questa la soluzione migliore? Quali sono i costi nascosti? Ci si può affidare al Cloud con la sola tutela di qualche penale su un contratto (quando c’è)?  Le (costose, noiose) risorse locali veramente non hanno più alcun valore? Si possono gestire servizi critici in Cloud e la valutazione dei rischi residui basati sugli SLA dei fornitori («Oste, com’è il Cloud?») è corretta?  I CEO, che vedono immediatamente i risparmi, valutano correttamente i rischi? I soci e gli investitori si stanno accorgendo di questo trasferimento di valore dalle aziende in cui hanno investito ai grandi operatori del Cloud? A questo punto sarebbe illusorio chiedere alle aziende e alle persone di porsi il problema del considerare con spavento la perdita dei propri dati e processi, o di come fare per riconquistarli  (hanno valutato e hanno deciso di perderli a ragion veduta, inutile riaprire il discorso). Vogliamo invece che si pongano il problema di aver perduto, con i propri dati e processi, i propri diritti, di fare impresa, di competere, di essere cittadini, di ottenere conoscenza e informazione. La questione non è "se" li hanno perduti, perché li hanno persi ed è certo - ma fino a che punto. Fin dove si estende la perdita dei diritti sociali, economici, civili, politici, umani dei «figli del cloud»? Su questo come Progetto Winston Smith ed Hermes non abbiamo una chiara idea, non possiamo dare risposte o dettare agende. Ma per esercitare il nostro spirito critico ti invitiamo come relatore a partecipare al nostro: Processo al Cloud Dalle relazioni presentate aspettiamo, come sempre, commenti, risposte, analisi e magari, come nella migliore tradizione di e- privacy, la manifestazione di ulteriori problemi. Le proposte di intervento Il comitato organizzatore valuterà proposte in ambito tecnologico, legale, istituzionale e giurisprudenziale, delle scienze sociali, della filosofia, dell'informatica e dell'attivismo digitale, della privacy, della non-discriminazione, della sorveglianza e dei diritti civili digitali. Verranno prese in considerazione anche proposte su temi diversi da quello dell'edizione, purché di interesse e di attualità. Di seguito un elenco - non esaustivo - di argomenti pertinenti: - Diritto alla Conoscenza e democrazie avanzate - Diritti civili e politici dell’individuo: libertà di espressione, riservatezza ed anonimato; - Profilazione, geotagging, biometria, riconoscimento facciale - Tecnologie della liberazione per l’arricchimento della privacy, crittografia e comunicazione sicura. - Impatto delle tecnologie di controllo e dell’anonimato sui diritti dei lavoratori e degli studenti. - Evoluzione dei mercati di dati personali: data retention, analisi big-data, circolazione e rivendita - Dati personali in rete: captatori, intercettazioni lecite ed illecite, anonimizzazione, ciclo di vita dei dati raccolti a fini d’investigazione criminale o di sorveglianza di polizia. - Servizi digitali di Stato, informatizzazione obbligatoria, processo telematico. Gli interventi saranno effettuati dal vivo e, con il consenso dei relatori, registrati in audio ed in video.  I relatori potranno utilizzare documenti, slide o filmati, e gli interventi dovranno avere una durata compresa fra 15 e 45 minuti, incluso il tempo per Q&A. Potranno essere proposti anche interventi in videoconferenza. È apprezzata la disponibilità del relatore a concedere la pubblicazione del materiale prodotto e delle riprese dell’intervento sotto licenza libera. L’organizzazione Al fine di mantenere la propria indipendenza, il convegno è, come sempre, gratuito ed a budget zero. I relatori ed i partecipanti dovranno provvedere in proprio alle spese di viaggio e soggiorno. Eventuali sponsorizzazioni di ditte, enti, gruppi o associazioni hanno carattere non economico e sono intese come adesione morale alle finalità del Convegno, ai temi ed ai principi trattati. La manifestazione è organizzata da: -  Progetto Winston Smith -  HERMES - Centro Studi Trasparenza e Diritti Umani Digitali  e da altre organizzazioni, aziende ed associazioni. Maggiori informazioni saranno pubblicate sul sito del Convegno non appena disponibili, all'indirizzo http://e-privacy.winstonsmith.or g   Contatti stampa e richieste di informazioni possono essere inviate all'indirizzo: eprivacy@winstonsmith.org   Le proposte di intervento potranno essere presentate utilizzando il form disponibile all'indirizzo http://j.mp/call-eprivacy-XXII, che fornisce un feedback esplicito alla fine della sottomissione Le proposte dovranno pervenire al comitato scientifico entro il termine ultimo del 31 luglio 2017, L'accettazione o meno delle proposte sarà comunicata entro il 10 agosto 2017. Bozze degli elaborati, slide o relazioni dell'intervento accettato dovranno pervenire in forma elettronica,  in forma elettronica sul form online in seguito comunicato ai relatori,  entro il 10 ottobre 2017.