[Golem] Re: Collaborazione con ISF

Hal hal@linux.it
Mer 3 Mar 2004 11:43:32 CET


Meglio tardi che mai... eccomi.

In questi giorni ho riflettuto (poco e male, grazie alle code ai
semafori...) sui temi a noi cari (trashware e PVS).

Vi scrivo grossolanamente alcune considerazioni grossolane.


  Tutte le cosiderazioni sulla polvere, sulla sabbia del deserto,
sulla mancanza di cacciaviti, sulle difficolta' di trasporto,
sulla corruzione dei doganieri, sulla mancanza di energia
elettrica, sulla mancanza di connessione Internet, sul caldo,
sull'umidita', sulla logistica quasi-impossibile, sulla guerra,
sulla fame e sulla sete sono _irrilevanti_ per la nostra
discussione.

  Le voci appena citate non sono irrilevanti in assoluto, anzi
esse sono _il_ problema. Semplicemente sono irrilevanti per la
nostra discussione perche' non vengono alleviate nemmeno un
pochino dal sistema operativo che e' installato sui computer.

  Quindi il primo passo da fare e' quello di circoscrivere la
riflessione alle variabili significative per _questa_
discussione: SL o SnL? [Software Libero o Software non-Libero?]
Hardware nuovo o hardware recuperato?



Elio:
> 1) nessun supporto tecnico in loco per risolvere problemi su
> base giornaliera

Domanda: (in generale...)c'e' supporto Microsoft? Abbiamo
cercato eventuali utenti Linux a poche ore o pochi giorni di
distanza?)

Al Linuxday di Firenze hanno raccontato di una esperienza nel 
deserto tunisino supportata da due Linuxisti che vivevano a 
cinque ore di treno dall'oasi. Non vicinissimo ma piu' vicino di 
  San Donato Milanese.


> 2) l'organizzazione di corsi di breve/medio termine (da
> alcune settimane ad 1/2 mesi) si rivela insufficiente senza
> un LUG locale di supporto che dia continuita' al supporto
> formativo.

Anche in Italia   :-(

> scordatevi il tipo di supporto virtuale delle comunita' Linux
>  occidentali: Internet costa TANTO in quei paesi! 

e funziona poco finche' non si e' utenti evoluti.


> qualsiasi guasto HW trasforma il PC  "restaurato" in un
> rottame da buttare (dove recuperano eventuali schede o
> hard-disk sostitutivi? se li trovano, chi ha le conoscenze
> per sostituirli su macchine Linux?)

  Questa e' una delle cose "poco rilevanti" di prima. Cambiare 
un hard-disk è indipendente dal sistema installato. E' un 
problemone, ma non lo ritengo una variabile del nostro 
discutere. Avresti la stessa difficolta' anche con Win2003

> Non vorremmo trasformare l'Africa nella pattumiera dell'Occidente no?

  Questo e' un buon tema di discussione, gia' evidenziato anche 
da altri. Lo ritengo poco rilevante nel nostro dibattito: se 
mandiamo 100 pc che dopo un anno (per la polvere e l'incuria) 
sono pattume inutilizzabile non importa assolutamente se erano 
P-II riciclati o P-IV nuovi fiammanti: sono diventati comunque 
"una tonnellata di rifiuti".

  Come ha fatto notare Gianni in altre occasioni il trashware 
_non_ invia rifiuti, ma computer funzionanti, arricchiti dal 
lavoro, la passione e la competenza di tecnici espertissimi. Se 
tale lavoro e competenza fossro monetizzati, il P-II di recupero 
costerebbe _molto_ di piu' del PIV nuovo.


> supponiamo che siamo riusciti a creare e manutenere a distanza un bel 
> laboratorio didattico "free" su PC riciclati, e che gli 
> studenti siano riusciti ad imparare ad usare Linux e 
> OpenOffice. Cosa succede quando poi escono sul "mercato del 
> lavoro" (ammesso che ne esista uno in certi paesi in cui 
> l'economia e' praticamente inesistente), se nella stragrande 
> maggioranza dei casi viene loro richiesta la conoscenza di 
> Winzozz e di Office/Outlook? Non rischiamo di imporgli un 
> esclusione forzata giacche' non hanno mai visto quel sistema
>  operativo tanto famoso? 

Questo ragionamento (solo in apparenza vero) purtroppo vale 
anche in Italia. Il nodo in questo caso e': dobbiamo fare 
"ammaestramento" o "formazione"? Vedi ECDL. Dobbiamo imparare a 
"schiacciare il terzo bottone da sinistra" o a "inviare un 
messaggio di posta"?

Nelle scuole si deve insegnare a "usare meccanicamente un certo 
prodotto" (fosse anche il simpatico OpenOffice Calc) oppure a 
"usare un foglio di calcolo". Si deve "imparare a memoria cosa 
dice il libro a pagina 47" oppure si deve imparare a "riflettere 
sui motivi e le conseguenze della storia"?

Lo studente pragmatico impara a memoria la pagina 47 e prende un 
buon voto. Lo studente intelligente impara a riflettere sui 
motivi della storia e prende un buon voto lo stesso.

Ritengo che sia difficile imparare da zero a conoscere il 
_primo_ "office" ma, una volta imparato quello, non ci vuole 
molto a migrare ad altri. La lotta immane sarà insegnare a 
usarne uno; ma quello sara' comunque difficilissimo, anche se 
vogliamo insegnare a usare M$Office... tanto vale iniziare da OOo!


> di questo s.o.; il problema pero' e' l'interoperabilita' di 
> queste macchine con il resto del mondo, che almeno per 
> applicazioni di office automation persevera nell'utilizzare 
> Word, Excel e Puntopotente... :-((

Se hanno una vasta interoperabilita' col resto del mondo allora 
faro' loro (personalmente :) assistenza on-line. Se, come invece 
sembra, l'interoperabilita' è ridottissima per le distanze e la 
mancanza di collegamenti, il problema di certo si riduce.

Ops. non ho fatto l'avvocato del diavolo come Elio ci aveva 
chiesto e come mi ero ripromesso.


Concludo: ci sono attivita' _estremamente_ difficili, complesse 
e ostacolate da tutto e da tutti. Molte di queste _non_ 
dipendono dal sistema operativo installato. Molte di queste sono 
il pane quotidiano di chi fa cooperazione internazionale: in 
bocca al lupo :)

Nella tematica trashware dobbiamo trattare tutte (e soltanto) 
quelle variabili che sono dipendenti dal software utilizzato nei 
pc inviati a progetti in quei paesi.

Tocca a noi individuarle e fare chiarezza. E' un compito che 
richiede esperienza e rigore (uffa! mai che ci sia un compito 
facile...  ;-)

Saluti
Hal


ps. organizziamo un bel dibattito da Terrafutura?
(vedi il prossimo messaggio)




-- 
Ciao
Hal  :o)    [ GnuPGKeyID: 19C156F3 ]

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