[Golem] [ot] Il posto dei calzini

Gianni Casalini gianni.casalini@bastardi.net
Dom 20 Lug 2008 19:24:04 CEST


Il giorno sab, 19/07/2008 alle 12.00 +0200, Hal ha scritto:
> 
> Vedo una certa differenza fra chi è appassionato a un tema e chi
> semplicemente lo "frequenta". Un associazione di cuochi (anche non
> professionisti) è diversa da coloro che semplicemente "mangiano". 

Capisco la metafora, ma non mi torna. Nessuno semplicemente "mangia". Lo
dici anche te, ma poi vuoi ristabilire un confine.

> > Chi "non ha potuto difendersi", talvolta, ha dovuto arrendersi alla
> > fine di un mondo e, nei casi migliori, l'ha evocata questa fine e ne
> > ha gioito.
> 
> Si, purtroppo. 

Io sono fra quelli che ne hanno gioito. Nonostante tutto.
Questo punto è centrale.

Il potenziale di liberazione corre adesso su tutte le reti; è attivato
dal desiderio, si frantuma e si ricompone dentro tutte le ecologie. L'
ideologia è morta. Solo le idee hanno cittadinanza globale. I desideri,
la volontà di potenza trovano forma nelle ibridazioni e nelle
soggettivazioni sempre meno controllabili. Le chiese sono finite a
cantare la loro messa funebre. La chiesa di Mosca è stata la prima.
Quella di Roma è tenuta in vita artificialmente per il know how che
mette a disposizione al potere imperiale in termini di controllo
biopolitico. Ma niente, niente di quanto abbiamo conosciuto è più come
prima. Non ci sono più avanguardie. Non c'è più un dentro e un fuori.
Non c'è più un genere in grado di dominare sull'altro. Edipo è morto e
Elettra non sta troppo bene.
Non sono solo bit che corrono. E' il paradigma intero di una società che
è mutato. Le leggi dell'informazione fanno parte della nostra esistenza,
come le leggi della fisica classica hanno fatto parte della nostra prima
parte di vita. Siamo fortunati/e, abbiamo potuto assistere ad
un'apocalisse. Anzi, per così dire, l'apocalisse è in corso. Strano a
dirsi era vero che "mille e non più mille"... 

:-) non tedio oltre.
ciao
G.




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