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<p style="margin-bottom: 0cm;">Anno XII n. 2737 di mercoledì 28
marzo 2007 (PI - News)</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><b>La direttiva IPRED2 è stata
approvata</b></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">Se non ci saranno modifiche in
Commissione il testo approvato sarà quello definitivo. Alcune
smussature dell'ultimo minuto non cancellano l'impatto che è
destinata ad avere in tutta Europa</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><br>
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><a
href="http://punto-informatico.it/p.aspx?id=1938302&p=1&r=PI">http://punto-informatico.it/p.aspx?id=1938302&p=1&r=PI</a></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><br>
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">La nuova normativa (pagina 1 di 3)</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><br>
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><strong>UPDATE 25 APRILE</strong> -
Strasburgo - Come temevano in molti e nonostante una mobilitazione
che soprattutto nell'ultimo mese ha preso corpo la proposta di
direttiva IPRED2 ora proposta non è più: nelle scorse
ore il Parlamento Europeo l'ha votata (374 a favore, 278 contro),
approvando alcuni emendamenti e di fatto dando via libera ad una
normativa che tanti hanno definito frettolosa e che è
destinata ad avere un forte impatto per l'intera Unione Europea.
IPRED2, come noto, è una direttiva che prende di mira la
contraffazione e la pirateria, tentando di armonizzare gli
ordinamenti dei diversi paesi.<br>
<br>
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">Su uno dei fronti più caldi di
IPRED2, quello delle <strong>squadre investigative comuni</strong> di
forze dell'ordine e detentori dei diritti, gli emendamenti approvati
correggono di qualche grado il tiro. Se prima i detentori dei diritti
potevano "contribuire" ora possono "cooperare",
nell'ambito di un quadro che gli stati membri, nel recepire la
direttiva, dovranno assicurarsi che "non comprometta i diritti
dell'accusato, ad esempio pregiudicando l'accuratezza, l'integrità
e l'imparzialità delle prove".<br>
<br>
La direttiva poi
mantiene una certa ambiguità nel testo, già denunciata
anche dai provider italiani, che attribuisce agli ISP una generale
<strong>responsabilità per le eventuali violazioni</strong>
commesse sulle proprie reti dai propri utenti. Sebbene la direttiva
escluda di colpire l'uso privato senza scopo di lucro di opere
protette, di fatto per gli italiani cambia poco: la condivisione via
peer-to-peer rimane un reato.<br>
<br>
Tra <strong>i nuovi privilegi
dei detentori dei diritti</strong> anche quello di essere informati
dalle pubbliche autorità (articolo 7 bis): "Gli Stati
membri provvedono a che, nel caso in cui sequestrino articoli in
violazione dei diritti di proprietà intellettuale o ottengano
altre prove di violazioni, le autorità di polizia (..)
informino il titolare dei diritti interessato (...) del sequestro o
delle prove in questione. Gli Stati membri hanno la facoltà di
decidere che le prove siano messe a disposizione del titolare dei
diritti con riserva di determinati requisiti in materia di accesso
ragionevole, sicurezza o d'altro tipo, onde garantire l'integrità
delle prove stesse ed evitare di compromettere l'eventuale azione
penale che ne può scaturire".<br>
<br>
Ci sono anche le
"buone notizie". Il nuovo art. 1 comma ter stabilisce, ad
esempio, che non si possa considerare reato l'<strong>uso equo</strong>
di un'opera protetta "a fini di critica, recensione,
informazione, insegnamento (compresa la produzione di copie multiple
per l'uso in classe)".<br>
<br>
Viene anche cassato <strong>il
ricorso abusivo a minacce di sanzioni penali</strong>, una pratica
che in altri paesi, come negli USA, ha spesso consentito al detentore
dei diritti d'autore di intimidire i privati cittadini. <br>
"La
capacità che un titolare di diritti ha di dissuadere i
potenziali trasgressori (ad esempio, i concorrenti) - spiega il testo
della motivazione di questa misura - aumenta notevolmente se questi
trasgressori sanno di non poter eludere la sanzione penale".<br>
<br>
Altro
elemento di interesse è il fatto che la direttiva, come già
noto, conferma <strong>l'esclusione della questione brevetti</strong>
dai suoi scopi e contenuti.<br>
<br>
Non mancano le dichiarazioni di
principio con <strong>funzione di rassicurazione</strong>, come
quella inserita nell'articolo 7, secondo cui i diritti sulla privacy,
cioè sul trattamento dei dati personali, "devono essere
pienamente rispettati durante le indagini e le procedure
giudiziarie". Oppure quella del terzo comma dell'articolo 6, che
ora statuisce: <em>Gli Stati membri assicurano che i diritti
dell'imputato siano debitamente protetti e garantiti"</em>.
Evidentemente c'era bisogno di dirlo. <br>
<br>
Il primo commento sulla
direttiva è arrivato da Enzo Mazza, presidente FIMI, che
spiega: "Per l'industria musicale il voto di oggi conferma che
il testo della direttiva, applicando una definizione restrittiva di
scala commerciale, rischia di essere in contrasto con quanto previsto
dal WTO e dall'art.61 dei trips. Il testo dovrà essere
emendato in maniera significativa nel corso dei prossimi mesi per
rispettare i trattati internazionali. In merito ad altri aspetti
della norma è apprezzabile che siano stati respinti tutti gli
emendamenti atti a svuotare la direttiva delle necessarie misure
operative di contrasto. Bene anche il mantenimento della norma
relativa al favoreggiamento delle attività illecite che
costringerà gli Isp a fare finalmente la loro parte nella
lotta alla contraffazione.<br>
<br>
Nessuna depenalizzazione poi è
stata stabilita per comportamenti quali download o upload come
qualcuno si è affrettato ad affermare con riferimento alle
violazioni sulla rete. La direttiva riguarda violazioni gravi che
dovranno essere punite con sanzioni almeno fino a 4 anni e pertanto
non riguarda reati con sanzioni minori già previste da molti
codici nazionali".<br>
<br>
Per approfondire, di interesse è
il "decalogo" messo a punto da Giuseppe Corasaniti,
magistrato ed esperto di cose della rete, che <a
href="http://www.e-margherita.it/index.php?pagina=articolo&idarticolo=5341"
target="_blank">descrive</a>
i punti critici della direttiva. Sebbene si tratti di un testo
pubblicato prima dell'approvazione da parte del Parlamento, il suo
impianto non è stato modificato dagli emendamenti.<br>
<br>
Di
seguito l'intervista al senatore Fiorello Cortiana pubblicata da
Punto Informatico lo scorso marzo e il testo del suo appello al
Parlamento Europeo</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><br>
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">Cortiana: major mai così attive
(pagina 2 di 3)</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><br>
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">Roma - Blindatura dei contenuti e
dell'hardware, maggiore potere alle major dell'intrattenimento,
tracking dei cittadini: l'avanzare della proposta di <a
href="http://punto-informatico.it/p.aspx?id=1931323" target="_blank">direttiva
europea IPRED2</a> preoccupa per ora solo gli <a
href="http://punto-informatico.it/p.aspx?id=1933834" target="_blank">esperti</a>
<strong>ed è questo il problema più grande</strong>.
Avanza nel silenzio quasi assoluto una normativa che verrà
votata al Parlamento Europeo il <strong>24 aprile</strong> e che può
sconvolgere l'attuale scenario del diritto d'autore rinsaldando lo
status quo sostenuto dalle major dell'intrattenimento a scapito dei
diritti dei cittadini.</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><br>
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">Contro tutto questo è appena
partita una mobilitazione guidata in Italia dal senatore <strong>Fiorello
Cortiana</strong>, membro del Comitato consultivo sulla Governance di
Internet del Ministero dell'Innovazione. La strada è tutta in
salita: il countdown per il voto del Parlamento Europeo sulla
direttiva segna, oggi, - 28 giorni. Un tempo ristrettissimo. <br>
<br>
"Il
problema - spiega Cortiana a <em>Punto Informatico</em> - è
che la sensibilità del parlamento italiano su questi temi è
scarsa. Quando riuscimmo a <a
href="http://punto-informatico.it/p.aspx?id=1792237" target="_blank">far
bocciare</a> la direttiva sulla brevettabilità del software
avevo ottenuto quasi un mandato in bianco per operare in sede
europea, ora c'è una maggiore consapevolezza, ma non possiamo
farci conto". Poiché i giochi sono a Strasburgo, sede del
Parlamento Europeo che dovrà decidere sulla direttiva,
Cortiana sta diffondendo un <strong>appello agli europarlamentari</strong>
(riportato di seguito) che per essere efficace dovrà contare
su un appoggio il più ampio possibile anche qui in
Italia.<br>
<br>
"In Europa l'attenzione è maggiore -
spiega Cortiana a PI - c'è già anche un altro appello
sull'argomento. Il problema lo abbiamo visto proprio con la direttiva
sui brevetti: ci vuole tempo per informare e ci vuole una grande
mobilitazione. Su IPRED2 siamo ampiamente indietro, c'è un
mese di tempo, spero nella vitalità della rete".<br>
<br>
Sulla
stampa italiana, dopo il voto della Commissione Juri <a
href="http://pipda.wordpress.com/2007/03/22/reazioni-giornalistiche/"
target="_blank">qualcuno</a>
ha maldestramente dichiarato che l'Europa rende legale il P2P, ma c'è
da chiedersi <strong>cosa accadrebbe alla legislazione italiana sul
diritto d'autore</strong> qualora la direttiva europea venisse
approvata e dovesse quindi essere recepita dal nostro paese. "Noi
- sottolinea il senatore a PI - abbiamo la Legge Urbani, per cui
IPRED2 ci sembra quasi una liberalizzazione. Nonostante gli sforzi
fatti, il testo è in realtà pieno di chiari e scuri, e
ampiamente contraddittorio tra un articolo e l'altro. Il che vuol
dire che in sede di recepimento possiamo pensare che prevarrà
il suo lato più oscuro".<br>
<br>
IPRED2 è figlia
<strong>delle pressioni delle lobby delle major</strong>, che secondo
Cortiana "non sono mai state così attive come di questi
tempi". E l'esempio è quello della <a
href="http://punto-informatico.it/p.aspx?id=1925032&r=PI"
target="_blank">sentenza</a>
con cui il Tribunale di Roma ha imposto a Telecom Italia la consegna
dei nomi di quasi 4mila utenti P2P italiani, "andando contro a
tutte le decisioni precedenti", sottolinea Cortiana, che ha già
presentato un <a href="http://punto-informatico.it/p.aspx?id=1931317"
target="_blank">esposto</a>
contro quella decisione. "Con evidenza - spiega - c'è il
dispiegarsi di una campagna di pressione che viaggia su vari piani,
qui in Italia con cose così, in Europa con cose come la
direttiva, tutti strumenti usati da chi ha rendite di posizione che
non intende intaccare aprendo a nuovi modelli di business".<br>
<br>
Ma
la direttiva prevede anche <strong>un ruolo del tutto nuovo per i
detentori dei diritti</strong>, che potranno affiancare le forze
dell'ordine nelle indagini sulle violazioni del diritto d'autore. "È
un aspetto - evidenzia l'<em>e-senator</em> - che considero la
violazione più grande agli assunti europei: uno non può
concorrere da privato alle inchieste delle forze dell'ordine, cioè
ad inchieste giudiziarie. Che garanzie abbiamo dei dati che
raccoglie, dei nominativi, dei dati delicati e che in Europa sono
sulla carta protetti dalle garanzie per la privacy". Garanzie
che furono stabilite, come noto, dal coordinamento delle autorità
nazionali sulla privacy presieduto da Stefano Rodotà. "Capisco
le forze dell'ordine - insiste Cortiana - ma che un privato che
ipotizza di essere danneggiato possa concorrere a queste inchieste e
disporre di dati delicati e riservati è un problema".<br>
<br>
Il
rischio che è stato sventato all'ultimo momento nel caso dei
brevetti sul software in questa circostanza è ancora più
concreto: l'Europa <strong>rischia di accorgersene tardi</strong>, a
giochi conclusi.<br>
<br>
Ma IPRED2 non è che il prodotto più
recente di un approccio complessivo dell'Europa, apparentemente
vittima delle grandi corporation dell'intrattenimento, che oggi come
non mai spingono sulla <strong>blindatura dei dispositivi di
riproduzione</strong>, dalla televisione mobile fino agli impianti
hi-fi e a tutti quei dispositivi che garantiscono il flusso
dell'informazione digitale. E i rischi sono enormi. "Il primo
rischio che corriamo - sottolinea Cortiana a <em>Punto Informatico</em>
- è di <strong>precluderci il futuro</strong>. Perché
se ci blindiamo, anche con standard condivisi da centinaia di imprese
nel mondo, come quelli della Tv mobile, di fatto azzoppiamo un mondo
possibile: qui siamo nel digitale interconnesso, abbiamo bisogno di
mercati aperti, inclusivi, di standard aperti garantiti da sistemi
aperti. I nuovi modelli di business vanno trovati a partire da questa
condizione". "La dimensione cognitiva in rete - spiega -
cresce con la condivisione, crescono opportunità inaspettate,
novità imprevedibili".<br>
<br>
"Il paradosso -
continua Cortiana - è che viviamo una dimensione
internazionale, ad esempio con i Forum sulla Società
dell'informazione, in cui si ragiona su concetti come <em>openness</em>,
<em>security</em>, <em>multiculturality</em>, e poi abbiamo
dimensioni locali, o continentali, che tentano di dar vita per via
normativa ad un controllo che non è dato". "Tu
cittadino - spiega il senatore - rischi di diventare la vittima del
controllo: dalla tua carta di credito al casello dell'autostrada, ai
messaggi che mandiamo". Il senso di una tecnologia che dovrebbe
migliorare la qualità della vita con questo approccio, dunque,
viene ribaltato, e <strong>l'utente non è più il
fruitore ma la vittima</strong>. <br>
<br>
"E poi ci lamentiamo
della Cina", ironizza Cortiana. "Rischiamo - conclude - di
venire meno al portato specifico europeo: proprio laddove gli
americani stanno abbandonando certe logiche, noi le stiamo
abbracciando. Loro hanno il <em>fair use</em>, noi equipariamo
un'attività di contraffazione all'utilizzo personale dei
sistemi di file sharing".<br>
<br>
Di seguito l'appello e le
modalità per sottoscriverlo.</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><br>
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">L'appello agli europarlamentari (pagina
3 di 3)</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;"><br>
</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">Gentili Membri del Parlamento Europeo,
la pirateria e la contraffazione causano un grave danno alle economie
dell'Unione Europea, la Commissione Europea a questo fine ha proposto
una Direttiva contro la contraffazione e la pirateria anche in
relazione alle misure penali finalizzate ad assicurare il rispetto
dei diritti di proprietà intellettuale. Le conseguenze e le
misure di questa Direttiva avranno a che fare con un ecosistema
cognitivo particolare, quale quello della rete digitale interconnessa
di internet che, per sua natura costitutiva, non conosce la
condizione di scarsità, consente la condivisione della
conoscenza e si configura come una impresa cognitiva collettiva. In
modo avvertito, il Consiglio d'Europa nel 2000 ha promosso l"agenda
di Lisbona" affinché l'Europa possa diventare entro il
2010 "l'economia basata sulla conoscenza più competitiva
e dinamica del mondo, in grado di realizzare una crescita economica
sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore
coesione sociale". Nell'economia della conoscenza la
condivisione della stessa costituisce un fattore abilitante, per
questo "access" e "openness" sono due dei quattro
punti che l'Onu ha posto al centro del confronto mondiale nelle due
sessioni del summit WSIS (Summit mondiale sulla Società
dell'informazione - Ginevra, Tunisi) e nei successivi cinque Forum
annuali IGF (Forum sulla Governance di Internet, Atenè06,
Brasilià07, ecc.) Quando pensiamo alle conseguenze della
proposta di una direttiva, nel "primo pilastro"
(riguardante le politiche economiche, sociali ed ambientali della
comunità) dobbiamo considerare che essa introduce per la prima
volta misure penali riguardanti il livello minimo della pena che gli
stati membri dovranno recepire con specifico provvedimento
legislativo indipendentemente dalla loro legislazione. con
particolare riferimento al lavoro delle PMI europee (che
rappresentano la gran parte del tessuto economico dell'Unione), è
un freno allo sviluppo stesso della nostra economia. Perché la
possibilità da parte delle aziende, le più grandi in
questo caso, di intervenire direttamente nelle indagini di polizia è
qualcosa che non appartiene ai principi e ai valori sui quali
l'Europa e i suoi stati membri sono stati costruiti, cioè
quelli di stato di diritto e monopolio della forza. Nella Relazione
al Parlamento Europeo della Commissione Giuridica, accanto
all'introduzione di un concetto simile al "Fair Use" per i
contenuti coperti dal diritto d'autore, la distinzione tra uso
commerciale e uso personale dei contenuti scambiati per via digitale
risulta ambigua e contraddetta. La Convenzione di Strasburgo del 2001
sul "cyber-crime", in vigore, definisce atti criminali di
violazione del copyright quelli commessi "intenzionalmente, su
scala commerciale a mezzo dei sistemi di computer" così
l'Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO) nell'"Accordo
sugli aspetti dei Diritti di Proprietà Intellettuale attinenti
al Commercio" (TRIPS) all'art.61 prevede sanzioni per " la
contraffazione dei marchi e la pirateria del copyright su scala
commerciale ". Fino ad ora l'orientamento comunitario e la
Direttiva 31 del 2000 sul commercio elettronico, esplicitamente non
equipara lo scambio di contenuti digitali alla contraffazione e
invece sottolinea l'importanza dell'autoregolamentazione. Il fatto
che una persona possa trarre un vantaggio dallo scambio di contenuti
digitali non significa che ne faccia commercio e mercato, la cosa può
dare conseguenze penali ai "navigatori" invece di indurre a
nuovi modelli commerciali le imprese di contenuti digitali, con
particolare riferimento al lavoro delle PMI europee (che
rappresentano la gran parte del tessuto economico dell'Unione): è
un freno allo sviluppo stesso della nostra economia. Pirateria e
contraffazione sono fenomeni diversi e solo in parte coincidenti,
certamente possono essere concepite sanzioni penali comuni contro la
contraffazione intesa come produzione e distribuzione in scala
economica e seriale di prodotti falsificati, e ciò risponde
anche ad una fondamentale esigenza di tutela dei consumatori in
ambito europeo, ma tuttavia non si possono sottoporre a sanzione
penale in modo generico e indiscriminato tutti quei comportamenti che
con l'uso delle tecnologie informatiche di comunicazione possono
incidere sul copyright e sui diritti connessi, saltando a piè
pari una definizione degli atti penalmente rilevanti come quella,
finora adottata e chiarissima, di "scala commerciale", che
ha anche finora costituito il punto di equilibrio ponderato per
l'intervento penale in una materia ed in una rete di rapporti
economici assai delicata. Sono evidenti e delicatissime le
implicazioni esistenti tra scambio interattivo di contenuti digitali,
motivazioni individuali o sociali degli utenti e dei consumatori e
rischi per le libertà e la riservatezza in tema di
acquisizione e trattamento dei dati personali di traffico e
connessione che una formulazione ambigua e generica delle nuove norme
renderebbe possibile, rischi incompatibili con le tendenze di difesa
della persona. Con nuove tecnologie interattive come il DVB e le
future apparecchiature che costituiranno l'evoluzione degli attuali
televisori - lettori dvd, impianti Hi-Fi, telefoni cellulari e non,
radio digitali, ricevitori satellitari, media center e computer - il
flusso di informazioni digitali e dei dati personali individuali
rischierebbe di essere completamente sottratto al controllo degli
utenti finali e qualunque informazione di consumo individuale
diventerebbe disponibile in base a quanto previsto o concesso dal
detentore dei diritti di proprietà intellettuale mediante una
infrastruttura tecnologica pervasiva, pagata dagli utenti finali sia
in termini di costi economici che anche e soprattutto in termini di
libertà digitali e di accesso alla cultura. Chi controllerà
questa struttura disporrà di un potere immenso e senza
precedenti nella storia, utilizzabile per qualunque fine non solo
commerciale ma anche di controllo politico e culturale. Proprio alla
luce delle questioni oggetto del confronto internazionale la
questione della proprietà intellettuale in relazione alla rete
digitale interconnessa internet e delle azioni di pirateria e
contraffazione ad essa correlate è urgente attivarsi affinché
nella trattazione della pirateria e della contraffazione a danno
della proprietà intellettuale vengano esplicitamente distinti
l'uso commerciale e l'uso personale dei contenuti digitali e che
siano chiaramente distinti ambito pubblico e ambito privato nella
creazione di "squadre comuni", tra aziende e forze
dell'ordine, specificandone il ruolo e le funzioni a garanzia della
riservatezza nel trattamento di dati personali di terzi e di
imparzialità nelle iniziative di polizia giudiziaria,
limitando perciò la presenza di soggetti privati ad una
funzione tecnica di ausilio, che ha senso solo con riguardo alla
produzione in serie di prodotti contraffatti, ed evitando pericolose
e confuse commistioni. Queste considerazioni rendono efficace il fine
della proposta di Direttiva per contrastare la pirateria, la
contraffazione e la malavita organizzata ad esse legata, rispettando
le finalità dell'"Agenda di Lisbona". Vogliamo
promuovere la libera circolazione dei prodotti dell'ingegno, anche
attraverso le nuove forme di scambio rese possibili dalle tecnologie
informatiche, se prive di fini di lucro, che consideriamo un
fondamentale fattore di libertà, di eguaglianza e di
diffusione della conoscenza. Per questo vi chiediamo di modificare in
modo coerente e senza ambiguità la Proposta di Direttiva che
nel testo attuale è un freno allo sviluppo stesso della nostra
economia. Cordialmente, Sen. Fiorello Cortiana" <em>Note
"operative"</em> - <strong>Diffondere l'appello</strong>Più
che mai in queste ore chi ritiene di volersi opporre a quanto sta
accadendo è bene che diffonda notizia di ciò che accade
e inviti tutti a sottoscrivere l'appello. <strong>Per aderire
all'appello</strong>In queste ore si sta provvedendo all'allestimento
di uno strumento ad hoc che consenta di raccogliere le adesioni. In
via provvisoria si può utilizzare la mail della redazione di
Punto Informatico, <a href="mailto:pi@deandreis.it" target="_blank">pi@deandreis.it</a>
con subject "APPELLO" e, nel corpo del messaggio, il
proprio nome e cognome, con città di residenza: PI provvederà
a trasferire le adesioni non appena sarà possibile ai
promotori della campagna.</p>
<div class="moz-signature">-- <br>
<font size="-1">______________________________________________________________________________________________________<br>
/*non ho scelto io di venire al mondo, ma da quel momento in poi le
altre decisioni le prendo da me*/<br>
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name="http://www.azzurra.org/">irc.azzurra.org</a> [puNk
r0'tten''chat*]<br>
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- <a href="http://kernel-panic.noblogs.org"
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-<br>
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