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<body bgcolor="#ffffff" text="#000000">
MySpace succhia profili e sputa spot<br>
News<br>
di Luca Annunziata<br>
mercoledì 19 settembre 2007<br>
<br>
<a class="moz-txt-link-freetext" href="http://punto-informatico.it/p.aspx?i=2067963">http://punto-informatico.it/p.aspx?i=2067963</a><br>
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<br>
Roma - Gli utenti di MySpace creano pagine personali con i propri
interessi, stimoli, amicizie, ambizioni, compagnie e creazioni
digitali? Socializzano online creando reti di relazioni focalizzate
attorno a specifici interessi? Bene, tutto questo non fa solo <em>social</em>,
fa anche tanto <em>advertising</em>.<br>
<br>
Nell'era
del marketing personalizzato che insegue l'utente fino al suo PC e
risale lungo la coda del mouse può sembrare ovvio che qualcuno, nello
specifico MySpace, voglia sfruttare quel ben di dio di dati per tirarci
fuori degli spot <em>personalizzati</em>, ma ovvio non lo è. Tanto che
il social network che fa capo a News Corporation ha organizzato un
grosso evento a Los Angeles per far sapere a tutti i propri
inserzionisti che ci sono milioni di consumatori che li aspettano a
click aperti.<br>
<br>
Perché tutto questo? Per profitto, naturalmente, ma anche per <a
href="http://mediabiz.blogs.cnnmoney.com/2007/09/17/myspace-not-worried-about-facebook/"
target="_blank">contrastare</a> l'aumento di popolarità di altre
piattaforme in salsa <em>social</em>, come Facebook.<br>
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Il nuovo sistema di advertising divide gli oltre 100 milioni di utenti
MySpace in <strong>dieci macro-categorie</strong>
come, ad esempio, amanti della moda, appassionati di sport, fanatici
delle auto o appassionati di videogame. Per farlo, sfrutta le <strong>informazioni
inserite dagli stessi utenti</strong> nelle proprie pagine: ma poiché
non sempre tutto quello che si scrive nei profili <a
href="http://www.theinquirer.net/default.aspx?article=42429"
target="_blank">corrisponde a verità</a>, integra questi dati anche
con la rete di relazioni intessuta sul network e le attività svolte.<br>
<br>
Il
risultato è quindi una mescolanza tra ciò che gli utenti dicono e ciò
che fanno davvero, spiegano i tecnici che hanno lavorato al programma,
anche se al momento il giochino <strong>difetta</strong>, tanto che
due volte al mese, circa 200 lavoratori precari vengono addetti al
controllo delle categorie assegnate automaticamente dal sistema. Si
ottiene così una pubblicità, per il momento limitata alle zone comuni,
che presenta inserzioni più affini agli interessi dei navigatori:
secondo le prime stime, fornite da MySpace stessa, <strong>l'aumento
di click si aggirerebbe su cifre comprese tra il cinquanta e il
settanta percento</strong>. <a
href="http://www.alleyinsider.com/2007/09/news-corp-nws-t.html"
target="_blank">Per gli analisti</a>,
questo nuovo meccanismo dovrebbe garantire un incremento negli introiti
portandoli da 30 a 50 milioni di euro ogni trenta giorni. Uno
schiacciasassi.<br>
<br>
Ma non finisce qui. Negli ultimi due mesi, sarebbe stata anche avviata
una nuova strategia definita <em>hyper targeting</em>: le dieci
categorie originarie vengono <strong>divise in ulteriori sottocategorie</strong>,
che sono in grado di definire con ancora maggiore precisione i gusti e
gli interessi degli utenti. Il servizio sarebbe già disponibile per
essere utilizzato dalle aziende che desiderino farsi pubblicità sulle
pagine di MySpace, e dall'ufficio vendite assicurano che entro novembre
agli investitori non sarà mai stato così semplice spendere fior di
quattrini online.<br>
<br>
Non contenti, quelli di Fox, altra creatura di News Corp. da cui
dipende il network di MySpace, pensano di <em>vendere</em> alle
aziende i <strong>dati sul tipo di cliente attratto da certe pubblicità</strong>.
In questo modo, <a
href="http://www.nytimes.com/2007/09/18/technology/18myspace.html?ei=5088&en=28ff3d3a5ba194ff&ex=1347768000&partner=rssnyt&emc=rss&pagewanted=all"
target="_blank">spiega</a> Arnie Gullov-Singh di Fox Interactive al <em>NY
Times</em>, le imprese potranno "sapere di più del proprio pubblico":
uno scenario che sicuramente <strong>scatenerà le preoccupazioni dei
difensori della privacy</strong>.<br>
<br>
Intenzioni simili erano state annunciate da Google lo <a
href="http://punto-informatico.it/p.aspx?i=1999491" target="_blank">scorso
maggio</a>, suscitando inquietudine tra analisti e <a
href="http://punto-informatico.it/p.aspx?i=2018421" target="_blank">commentatori</a>
sui rischi di una tale conoscenza delle "cose personali": MySpace e
Facebook, che sta sperimentando una tecnologia molto simile, si
difendono sostenendo di stare <strong>limitandosi ad utilizzare dati
che sono stati comunque resi pubblici</strong> dai rispettivi
proprietari.<br>
<br>
Ad ogni modo, <strong>i vecchi strumenti pubblicitari sono stati
scardinati</strong> dall'avvento di Internet e delle tecnologie web
2.0: <a href="http://hbswk.hbs.edu/item/5652.html" target="_blank">secondo</a>
gli esperti, è solo questione di tempo prima che nuovi paradigmi si
affermino nel mercato. Il social networking <a
href="http://mashable.com/2007/09/17/myspace-fires-up-the-money-printing-machine/"
target="_blank">appare oggi</a> come <strong>la più promettente delle
tecnologie legate a queste nuove forme di advertising</strong>,
e la lotta per conquistare la leadership del settore è appena
cominciata. In mezzo ci sono gli utenti, che se la spassano saltellando
tra monumentali e dinamici portali sociali che offrono servizi
generalmente del tutto gratuiti.<br>
<br>
<em>Luca Annunziata</em><br>
<div class="moz-signature">-- <br>
<font size="-1">______________________________________________________________________________________________<br>
/*non ho scelto io di venire al mondo, ma da quel momento in poi le
altre decisioni le prendo da me*/<br>
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