[ld-idee] il tema 'innovazione'

Alexjan Carraturo axjslack@gmail.com
Lun 15 Apr 2013 08:43:06 CEST


Il 15 aprile 2013 08:31, Alessandro Rubini <rubini@linux.it> ha scritto:
>
> Siamo arrivati a meta` aprile e come al solito non ho fatto i compiti
> (perche` come al solito, e come tutti, SIRENFUC ("sono in ritardo e
> non funziona un cazzo")).
>
> La mia proposta di incentrare il linuxday sull'innovazione era piu`
> che altro per non fare i soliti "anche noi ma peggio perche`
> inseguiamo quanto inventano gli altri" ma impostare su "noi prima, e
> gli altri ci copiano". Ovviamente a noi va bene che ci copino.
>
> Quello che dobbiamo combattere secondo me e` l'idea che noi del
> software libero siamo gli sfigati dell'informatica.  A me poi va anche
> bene che poi la gente compri dal monopolista di turno, proprio come
> funziona con la coca cola mcdonald e unilever.
>
> Dopo di che non so un cazzo: faccio solo i bit e i byte e sono tecnofobo.
> Scrivo e uso solo tecnologia d'epoca quindi sono l'ultimo titolato a proporre
> una scaletta incentrata sull'innovazione.
>
> Quanto segue e` la mia proposta, certamente migliorabile perche` io
> qui mi fermo.  Tutto a braccia, verificare le fonti eccetera.
>
> Reti:
>         Il protocollo IP e` nato come software libero, sviluppato
>         in universita` e centri di ricerca pubblici.  Tutti i
>         protocolli delle aziende hanno dovuto soccombere.  Il modello
>         IETF come modalita` di successo poi ripresa dalle aziende
>         (non so le fregnacce dell'agile e robe del genere, ma mi sembra
>         sia la roba che noi facciamo da sempre).
>
>         web (http+html): nato come software libero in un centro di
>         ricerca pubblico. Discorso dell'interoperatibilita`, delle
>         incompativilita` e della standardizzazione.
>
>         ipv6: tutti ne parlano da anni ma gli unici che ce l'hanno
>         realmente funzionante ed integrato siamo noi.  Discorso del
>         lock-in, del rifiuto dell'innovazione da parte del modello
>         proprietario ficneh` non costretto dalle circostanze (oggi
>         ipv4 non sta ancora tanto stretto, quindi i vendor aspettano)
>
>         social network: tutti i servizi sono invariabilmente appoggiati
>         su macchine gnu/linux.  Discorso affidabilita` e scalabilita`
>
> Sviluppo:
>
>         Git. Anche microsoft ha annunciato che lo vuole integrare nel
>         suo visual studio perche` e` indubitamente lo strumento piu`
>         potente.  Discorso della storia bitkeeper/git, il proprietario
>         che sembra sicuro ma poi ti frega.
>
>         Rsync. Forse non va sotto "sviluppo" ma fa lo stesso.  E`
>         un'idea geniale ma semplice (a posteriori), interessantissima
>         proprio per mostrare a chi non e` per forza del settore cos'e`
>         l'informatica.  Articolo scientifico, implementazione libera,
>         infinite applicazioni nel mondo attuale.  Autori: gli autori
>         di samba, insomma sempre "noi".
>
>         Gcc. Per quanto non sia particolarmente ottimizzante, ha da
>         sempre privilegiato la portabilita` e oggi molti vendor
>         proprietari, quelli che hanno sempre visto il software libero
>         come la peste forniscono il gcc come motore della loro merda
>         in ambiente windows (uno fra tutti: microchip).
>
>         llvm. Credo, non conosco.
>
> Grafica:
>
>         X11. Geniale l'idea di scrivere un protocollo di rete. Il
>         display remoto noi lo abbiamo da sempre (anche se le distro
>         fanno finta di negarlo e con la configurazione di default non
>         funziona se non dentro ssh).  Nato come software libero e` da
>         sempre il sistema usato da tutti i vendor unix. E la schifezza
>         del PC e` ancora indietro come flessibilita` e sicurezza.
>
>         VNC. Olivetti labs. Un'applicazione geniale del protocollo X11,
>         secoli prima di remote desktop e molto piu` efficente.
>
>         Qt/Gnome.  Gli unici ambienti veramente portabili, quasi da
>         sempre.  Chi scrive qui sotto fa girare dappertutto a velocita`
>         nativa.
>
>         Wayland. Personalmente sono terrorizzato, ma credo che se un
>         tipo vuole uccidere X e molti altri gli vanno dietro ci
>         saranno motivi tecnici solidi.
>
> Linguaggi
>
>         Python, ruby, tcl, perl, ...  Ognuno nuovo, ognuno con i suoi
>         punti di forza, tutti nati come software libero, tutti
>         adottati dai vendor a loro modo (direte che tcl fa cagare, ma
>         e` stato il primo del suo genere e porta mica poce idee
>         rivoluzionarie, viene usato da xilinx e atmel nei loro schifi
>         proprietari).
>
>         TeX. Geniale, a suo modo. Difficile, e` vero, ma e` pensato come
>         motore non come interfaccia utente. Con gli stili giusti e` banale
>         (non dico latex).  Una storia interessantissima, che e` in pratica
>         la storia dell'informatica.
>
> E qui mi fermo, perche` e` chiaro che sono rimasto indietro un paio di
> secoli e altri avranno sicuramente di meglio da proprorre, su questo
> tema o su altri.  Iron Bishop, per esempio, ha un elenco di argomenti
> piu` corposo, che mi ha fatto vedere in posta privata. Spero voglia
> condividerlo qui.
>
> Mi sembra comunque un tema che ognuno possa espandere a suo
> piacimento, portando le proprie esperienze e competenze in positivo,
> perche` in ogni argomento siamo noi la forza trainante e gli altri ci
> devono per forza inseguire, anche se poi sono piu` bravi a ribaltare
> la frittata e spacciarsi per inventori.
>
> /alessandro
>
> --
> Mailing list info: http://lists.linux.it/listinfo/linuxday-idee


Anche io sarei per lasciare il tema aperto, lasciando libertà di
"implementazione" ai vari gruppi sul come o sul cosa.

Per intendersi, lasciare il tema "innovazione", e poi far si che siano
i gruppi stessi a trovare un modo di comunicare come, secondo loro, i
sistemi GNU/Linux hanno innovato ed innoveranno la vita digitale delle
persone.

Sul tema "innovazione" si potrebbero elaborare due tre loghi, slogan e
banner in modo "virale", per pubblicizzare l'evento a partire da qui a
poco.


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