[RoLUG] [Discussioni] Software libero al Comune di Ferrara

Riccardo Furlan riccardo_furlan@virgilio.it
Mar 5 Apr 2005 13:26:31 CEST


Giro dalla lista [Discussioni], per Voi in loco potrebbe essere 
interessante. Soprattutto l'ultimo paragrafo.

Ciao
mala
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Ciao,

sembra che il Consiglio Comunale di Ferrara abbia approvato 
all'unanimità la
seguente risoluzione, su proposta del Consigliere dei Verdi Barbara 
Diolaiti.
Sarebbe stata approvata in sessione di bilancio lo scorso 25 febbraio.
Purtroppo non ho trovato riferimenti sul sito del comune, ma ho avuto il 
testo
e la notizia da fonte affidabile.

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Risoluzione collegata al Bilancio 2005 del Comune di Ferrara

Per l'introduzione di Software Libero nella Pubblica Amministrazione

Presentata da Barbara Diolaiti – Capogruppo dei Verdi del Comune di Ferrara

Approvata all’unanimità in sede di approvazione del bilancio 2005

Il Consiglio comunale di Ferrara

Premesso

che vengono definiti come “Software Libero” quei software (sistemi 
operativi,
elaboratori di testo, gestori di database, navigatori internet, e in 
generale
programmi di qualunque tipo) tali per cui siano garantite all'utente le
libertà di utilizzo, modifica e ridistribuzione dello stesso (ad esempio
tramite la cosiddetta licenza GPL - General Public License) e il cui codice
sorgente sia noto e liberamente disponibile;

Considerato

- il delicatissimo aspetto della sicurezza informatica all’interno degli 
Enti
Pubblici, e come l'impiego di prodotti proprietari di aziende che non
rilasciano il codice con cui sono stati prodotti i programmi rende di fatto
impossibile anche ad esperti sapere esattamente cosa quel programma fa o
potrebbe fare. È noto ad esempio che alcuni programmi sono 
potenzialmente in
grado di inviare via Internet informazioni provenienti dal computer su cui
sono installati a computer remoti, anche all'insaputa 
dell'utente/acquirente,
e per la maggior parte dei software proprietari, essendo segreto il 
relativo
codice sorgente, è inattuabile o comunque molto complesso verificare se 
tale
possibilità sia o meno presente.

- come di alcuni pacchetti software vengano messe sul mercato di continuo
nuove versioni, all'atto pratico spesso diverse dalle precedenti solo per
pochi dettagli, poche funzioni marginali, o a volte semplicemente per la
correzzione [sic] di errori rilevati.

- come l’utilizzo di formati proprietari nello scambio di informazioni
(documenti, presentazioni, fogli di lavoro e così via) obblighi chi le 
riceve
(pubblica amministrazione, impresa o semplice cittadino) di dotarsi di
software – proprietario - necessario alla loro lettura a volte 
incompatibile
da una versione all’altra.

- come il continuo diffondersi di virus informatici sia indirizzato
principalmente a sistemi operativi e applicativi proprietari di larga
diffusione di cui sfruttano le numerose falle nascoste nei codici dei
software costringendo i produttori a rilasciare continui aggiornamenti di
sicurezza.

Rilevato

- che i rischi e le problematiche sopra esposte hanno convinto alcuni paesi
tra cui Francia (ad esempio il Ministero della Cultura, dell'Educazione 
e del
Tesoro), Stati Uniti d’America (compresi agenzie governative come CIA, FBI,
NASA, NSA), Gran Bretagna, Argentina, Belgio, Danimarca, Brasile, Germania,
Perù, Spagna, India, Corea, Messico e Cina a dotare la propria
Amministrazione pubblica prevalentemente e preferibilmente di software a
codice aperto (open source);

- che il Parlamento tedesco ha deciso di portare l'open source sui sistemi
informativi istituzionali, la Gran Bretagna si sta indirizzando nel
prescrivere l'uso del Software libero nell'amministrazione pubblica, il
ministero alla Tecnologia sudafricano su indicazioni del National Advisory
Council on Innovation (NACI) sta promuovendo a tutti i livelli della 
Pubblica
Amministrazione, del business e della scuola l'uso degli strumenti Open
Source e il punto centrale dell'iniziativa IT della Commissione Europea
"e-europe" è la richiesta di sviluppo e diffusione di piattaforme di
sicurezza con Software Open Source;

- che la Direttiva del 19 dicembre 2003 “Sviluppo ed utilizzazione dei
programmi informatici da parte delle pubbliche amministrazioni”. (Gazzetta
Ufficiale n. 31 del 7-2-2004) emanata dal Ministro per l’innovazione
tecnologica, a seguito del rapporto sull'Open source condotto dalla
Commissione precedentemente costituita, invita espressamente le
Amministrazioni a tener conto del fatto che tra le possibili soluzioni
tecnologiche utilizzabili esistono anche quelle "open source", ovvero
applicazioni il cui codice sorgente può essere liberamente studiato, 
copiato,
modificato e ridistribuito.

- Che nella Direttiva citata si invitano le P.A., nella scelta delle 
soluzioni
informatiche disponibili sul mercato, a seguire anche questi criteri: la
trasferibilità ad altre Amministrazioni delle soluzioni acquisite;
l'interoperabilità e la cooperazione applicativa tra le amministrazioni; la
non dipendenza da un unico fornitore o da un'unica tecnologia proprietaria;
la disponibilità del codice sorgente per ispezione e tracciabilità;
l’esportabilità di dati e documenti in più formati, di cui almeno uno di 
tipo
aperto. Le Amministrazioni dovranno poter "acquisire la proprietà" dei
programmi informatici sviluppati per loro dalle imprese fornitrici 
attraverso
idonee clausole contrattuali, e poter "trasferire la titolarità delle 
licenze
d'uso" ad altre amministrazioni senza oneri aggiuntivi.

- che recentemente il più importante e noto produttore di software ha
rinunciato al ricorso avverso la multa di 497 milioni di euro da parte
dell’Unione Europea a causa della sua posizione di monopolio di fatto,
accettando una sentenza che prevede anche lo scorporo di componenti
multimediali dal sistema operativo e l’apertura dei software
all'interoperabilità.

- che Internet e l'impiego di strumenti informatici diverrà sicuramente 
quasi
un obbligo per ogni abitazione civile (come e più del televisore) di qui a
pochi anni, non pare opportuno che in ogni computer, in ogni casa ci sia
soltanto software prodotto da una sola azienda e il cui codice non è noto a
nessuno tranne che al produttore: questa ipotesi, attualmente estremamente
reale, apre scenari potenzialmente preoccupanti;

Ritenuto che

requisiti essenziali per i dati della Pubblica Amministrazione siano:

* la sicurezza dei dati trattati e conservati;

* la comunicabilità e accessibilità dei dati, e quindi che ogni documento
messo a disposizione del pubblico deve esserlo in un formato leggibile dai
principali programmi di videoscrittura e non solo da uno o pochi;

* la stabilità del formato, cioè al fine di garantire la permanenza nel 
tempo
della documentazione prodotta dall'amministrazione, evitando di dover
ricominciare da zero in caso di cambiamento di hardware o software, e 
quindi
la continuità del lavoro di essa, ogni documento deve essere in un formato
reputato stabile nel tempo, che non subisce evoluzioni con l'evoluzione del
software che lo elabora.

Osservato

- che l'acquisto delle nuove versioni del software (sistemi operativi e
applicativi per l’ufficio) rappresenta una spesa ingente del totale della
spesa informatica, con costi che si avvicinano a quelli sostenuti per
l'acquisto dell'hardware dei modelli più recenti di personal computer;

- che tali stanziamenti di spesa potrebbero essere meglio investiti per
potenziare i servizi pubblici in rete, ad oggi spesso insufficienti, o 
per la
promozione di una maggiore alfabetizzazione informatica dei dipendenti e 
dei
cittadini;

- che l’utilizzo di software libero permetterebbe di spostare risorse
dall’acquisto delle licenze di software proprietari agli investimenti su
servizi come personalizzazione del software, assistenza, corsi, 
formazione in
genere, investendo maggiormente nelle risorse umane interne
all’amministrazione e stimolando in questo senso le aziende informatiche 
del
territorio.

Si invita l'Amministrazione Comunale

Nell'ambito del mantenimento di un livello ottimale di efficienza e
funzionalità dei prodotti software per gli uffici comunali, ad avviare uno
studio di fattibilità e pianificazione sull'introduzione progressiva di
software libero nel Comune di Ferrara, in modo da utilizzare ove 
possibile di
preferenza software libero, e comunque a tenere conto dei seguenti fattori
nella scelta dei pacchetti software da acquisire e utilizzare:

* esigenze di sicurezza e quindi esclusivo impiego di software libero o 
almeno
open source per i computer destinati ad utilizzare e immagazzinare dati
riservati, protetti dalla legge sulla privacy o comunque di valore per
l'amministrazione e/o per i cittadini;

* rapporto fra costo del prodotto/assistenza fornita allorché siano state
riscontrate in offerta concorrenziale caratteristiche comparabili di 
facilità
d'uso e rispondenza dei singoli prodotti alle esigenze degli enti stessi
(specie laddove queste si identifichino, come normalmente accade, nella
semplice produzione di documenti, scambio di posta o in altre elementari
funzioni) nonché a verificare se analoghe caratteristiche sono 
assicurate da
prodotti che possono essere acquisiti gratuitamente;

A considerare nella creazione dei budget di spesa i vantaggi derivanti
dall'investire più in assistenza ed installazione e meno nei costi di 
licenza
del software, in particolare impiegando software libero, con il
coinvolgimento di aziende del territorio;

A promuovere l'impiego di formati di dati standard, aperti e 
documentati, in
quanto di estrema importanza e flessibilità per mantenere la piena
compatibilità con futuri cambiamenti tecnici e avendo questo notevole 
impatto
nel caso di realizzazione di programmi ad hoc per la PA senza nessuna
conseguenza sulla facilità d'uso;

Ad inserire nel programma dei corsi di riqualificazione informatica per i
dipendenti comunali anche l'impiego del sistema operativo Linux e di altri
prodotti di software libero (e quindi open source) e ad indirizzare i
dipendenti all'impiego esclusivo nella spedizione di documenti di 
formati di
salvataggio/interscambio leggibili da qualsiasi altro programma di 
scrittura
e non semplicemente, ad esempio, documenti nell'ultima versione disponibile
del programma di word processing di cui dispongono;

Ad attivarsi, eventualmente prendendo contatti con associazioni e gruppi 
che
si occupano di Software Libero, per mettere in atto politiche per 
diffonderlo
maggiormente nelle Scuole e nelle Università, in considerazione del valore
didattico e culturale di tale tipo di software, e in generale presso 
tutti i
cittadini.



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