[Scuola] software piratato e software libero

Claudio Del Brocco claudiodelbrocco@yahoo.it
Sun Jun 7 16:56:26 CEST 2009


Paolo Brunello ha scritto:
> 3. Le scuole burundesi non hanno certo i soldi per pagare 4500$ di 
> licenza per AutoCAD & C., ma altrettanto certamente la SBA non verrà 
> fin qui a controllare e a farci causa, per cui, a differenza 
> dell'Europa dove ormai è impronunciabile che una scuola adotti 
> scientemente una politica di pirateria del software, qui il problema 
> se lo pone solo il sottoscritto, che viene considerato il cavaliere 
> idealista della rosa bianca,  poco i miei colleghi europei, men che 
> meno i burundesi.
Premetto che la mia esperienza in Africa riguarda il Togo, il Benin, il 
Burkina Faso e il Ghana, non il Burundi, pertanto scrivo solo in 
riferimento al mio vissuto
Parlare di legalità in Africa è fuori luogo.
Se un africano cristiano credente e praticante afferma che rubare a un 
bianco non è peccato, tu vuoi parlargli di legalità? Se neppure il clero 
locale si preoccupa della pirateria informatica, in considerazione che 
il furto è un peccato, quanto potrà interessare al restante 
novantacinque per cento della popolazione?
Lì dove la corruzione è dilagante oltremisura, dove gli anticorruttori 
(polizia, magistratura ecc) sono corrotti tu vuoi parlare di legalità?
Un popolo che nel suo DNA ritiene di essere stato depauperato dai 
bianchi tu come bianco vuoi parlargli di antipirateria? Sei la persona 
meno adatta, non per un problema di razzismo all'incontrario, ma perché 
vuoi o non vuoi hai un colore della pelle che su certi argomenti non ti 
mette al loro pari, non ti ascoltano
Il mio suggerimento è di parlare poco di legalità, punta su altro.

> In un contesto in cui non ci sono i libri di testo e la gente studia 
> sugli appunti degli appunti che il proprio prof ha preso quando era 
> all'università (nel caso ottimistico che l'abbia fatta) ritrovarsi in 
> mano Encarta 2009 piratata e non installarla è difficile da difendere, 
> visto la voracità con cui poi è consultata. Tanto più che i mesi di 
> tentativi di installare una versione offline della wikipedia sono 
> stati vani, a causa della lentezza della connessione che si 
> interrompeva sempre, nonostante il wget -c, sia con i dump in HTML 
> statico che non è seacheable ed è senza immagini, che con i dump xml, 
> pure senza immagini e che richiedono comunque una competenza per 
> l'installazione che è ai limiti delle mie capacità e che non posso 
> certo pretendere dai miei giovani amministratori.
Ti sei scontrato con Encarta/Wikipedia, ti faccio una domanda provocatoria.
1) Come puoi parlare di software libero quando probabilmente in molti 
posti la connessione a Internet per scaricarlo arriva al massimo a 30Kbs 
se sei fortunato? Come faranno i vostri alunni nel posto di lavoro a  
proporlo?

Devi confrontarti con questa realtà e insegnare, per quanto è possibile, 
non tanto l'uso di programmi specifici, ma la logica che vi è dietro, 
non ad essere meri esecutori di operazioni meccaniche, ma utilizzatori 
coscienti di funzionalità e potenzialità a volte anche nascoste. Se hai 
a cuore il software libero devi contattare qualche gruppo locale e 
lavorare in sintonia con loro pensando a come aiutare gli allievi anche 
una volta usciti dalla scuola.
Faccio un esempio.
Lì dove la connessione non lo permette è più facile installare Windows 
con relativi programmi in lingua francese (se non erro in Burundi si 
parla francese) che Linux. CD di Win li trovi quando e dove vuoi, ma 
quelli di Linux no, ecco che serve essere in contatto con chi può 
scaricarti il necessario per poi fartelo recapitare.
Ho parlato solo di software e non di hardware, anche lì c'è da pensare e 
organizzare.
>
> Sono incerto e disorientato, incapace di venirmene fuori con una 
> argomentazione solida e quindi chiedo il soccorso di chi vorrà.
>
Altri ti hanno dato argomenti solidi, il mio consiglio è di considerare 
che gli ostacoli dovuti alla realtà del paese e trovare come affrontarli 
in modo chiaro e lineare, solo così avrai altri argomenti utili.
Rispetto alle difficoltà che molti  docenti italiani trovano 
nell'introdurre il software libero nella scuola tu ne hai di più, te lo 
dico non per scoraggiarti, ma per invitarti a considerare le 
problematiche legate alla nazione dove operi, trovare una strategia dei 
piccoli passi sapendo che puoi essere solo un catalizzatore e operare in 
modo che ciò che lasci quando andrai via non muoia ma resti. Se riesci a 
creare dei contatti tra persone locali che sono interessate al software 
libero, indipendentemente dai programmi in uso nella scuola, hai fatto 
un passo enorme.
In bocca al lupo
Claudio


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