<div dir="ltr">Purtroppo l'analisi di Fabio Frittoli risponde tristemente a quello che è attualmente il mondo della scuola!<div>Sono piuttosto pessimista sul futuro e sulle possibilità di cambiamento.</div><div>Saluti</div><div>Paolo</div><div><br></div></div><div class="gmail_extra"><br><div class="gmail_quote">Il giorno 13 dicembre 2014 11:23, Fabio Frittoli <span dir="ltr"><<a href="mailto:ffrittoli@gmail.com" target="_blank">ffrittoli@gmail.com</a>></span> ha scritto:<blockquote class="gmail_quote" style="margin:0 0 0 .8ex;border-left:1px #ccc solid;padding-left:1ex">In parte sono d'accordo: non tutte le proposte sono condivisibili ed altre andrebbero aggiunte (chissà se chi ha scritto l'articolo su Il Fatto ha dato un contributo, oppure se si limita ora a criticare l'iniziativa).<br>
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I numeri della consultazione, che nell'articolo vengono dati come così importanti, personalmente non mi interessano (ma perché dovrebbero essere così interessanti quando nessuno dice niente sulle primarie web del m5s che raccolgono solo poche decine di voti, e le espulsioni solo poche migliaia?) e vengono fatte intendere come "vox populi".<br>
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La mia opinione sulla libertà d'insegnamento, di cui si parla nell'art.33 della costituzione, è che quando questa è stata scritta aveva sacrosante motivazioni essendo l'Italia appena uscita da una dittatura, ma in seguito purtroppo spesso è stata utilizzata dalla scuola e dagli insegnanti come scusa per non cambiare, non innovare. E questo ha portato ad avere oggi in Italia una scuola vecchia, nella quale per fare un esempio l'informatica è quasi del tutto assente, con le gravissime conseguenze del gap culturale dei nostri ragazzi nei confronti dei coetanei degli altri paese, non solo cosiddetti avanzati.<br>
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Altri esempi di scuola vecchia sono l'insegnamento delle lingue, in particolare straniere ma non solo, che viene fatto in modo troppo teorico, senza legami con la realtà (tanta grammatica e tanta letteratura e poca comprensione del linguaggio e capacità di esprimere le proprie idee).<br>
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Ecco, va bene la libertà d'insegnamento, ma non deve essere una scusa per fare il minimo sindacale e non aggiornarsi, non innovare, come purtroppo spesso accade. E allora ben venga l'aggiornamento obbligatorio e la progressione di carriera basata sulla volontà e capacità di innovare e non più o non solo sull'anzianità<br>
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Sul potere dei DS ci sarebbe da aprire un altro capitolo: a mio avviso il problema non è che i DS abbiamo più potere, ma che lo sappiano gestire e su questo, per esperienza personale, ho dei dubbi (anche perché i DS sono docenti che, quasi sempre, ne hanno piene le scatole di insegnare).<br>
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Oggi un DS non ha alcun potere decisionale: se un dipendente è assenteista o incapace, il DS non può fare nulla, e il dipendente mantiene il proprio posto di lavoro a vita continuando a provocare danni sui propri studenti e colleghi, senza parlare del fatto che toglie un posto di lavoro a giovani che sicuramente ne avrebbero maggior diritto. Se è un collaboratore scolastico, la scuola continuerà a non essere pulita; se è un dipendente amministrativo, a non essere gestita in modo adeguato.<br>
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Mi sono capitati negli ultimi anni anche due (non uno solo) colleghi violenti, che hanno provocato danni fisici agli alunni, che anziché essere licenziati in tronco, semplicemente sono stati spostati in un'altra scuola (un po' come i preti pedofili). Senza che il DS abbia potuto intervenire...<br>
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Un altro tema è la valutazione dell'insegnamento: l'Italia è l'unico paese civile dove le scuole non vengono valutate. E su questo gli insegnanti, così bravi a valutare gli studenti, nella massima parte si sono sempre opposti. Perché?<br>
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A mio avviso sarebbe invece più importante dire che nel progetto non c'è quasi nulla su altri aspetti presenti negli articoli 33 e 34 della Costituzione. In particolare mi focalizzerei su questi due punti:<br>
- le scuole private, libere di esistere, non devono però essere un onere per lo stato (cosa puntualmente e sempre più disattesa)<br>
- lo stato deve intervenire per eliminare gli ostacoli di natura economica e non solo che impediscono ai meritevoli di raggiungere i più alti gradi degli studi (anche questo non viene fatto, perlomeno non in modo adeguato).<br>
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Quando leggo certe cose, mi chiedo se chi le scrive ha mai avuto dei figli a scuola con insegnanti inadeguati... Io ho tre figli, che hanno avuto alcuni insegnanti bravissimi, per fortuna, ed altri del tutto inadeguati, purtroppo.<br>
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Saluti<br>
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Fabio<br>
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Il 13/12/2014 08:20, Marco Ciampa ha scritto:<span class="im HOEnZb"><br>
<blockquote class="gmail_quote" style="margin:0 0 0 .8ex;border-left:1px #ccc solid;padding-left:1ex">
<a href="http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/12/12/buona-scuola-conclusioni-loste/1268454/" target="_blank">http://www.ilfattoquotidiano.<u></u>it/2014/12/12/buona-scuola-<u></u>conclusioni-loste/1268454/</a><br>
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Ed esiste un concreto pronunciamento del mondo della scuola sul Piano<br>
Renzi, anche se il Governo tende ad ignorare anche quello. Si tratta di<br>
200 delibere di collegi dei docenti che gli Autoconvocati delle Scuole di<br>
Roma e del Lazio e il Comitato per la Riproposizione della Lip hanno<br>
raccolto non in due mesi, come le risposte al sondaggio, ma in un solo<br>
mese; e non con un imponente spiegamento di forze. [...] La propaganda<br>
cercherà di spacciare per buoni i risultati di un flop gigantesco su una<br>
proposta che configurerebbe la conclusione naturale e drammatica del<br>
percorso di aziendalizzazione della scuola statale. Dove ciascun istituto<br>
non sarà più istituzione dello Stato, ma agenzia di servizi a domanda<br>
individuale. Inserendosi nell’alveo di un accordo nel merito e nel metodo<br>
trasversale, il piano scuola di Renzi scardina i principi della<br>
democrazia scolastica fondata sul pluralismo e sulla libertà di<br>
insegnamento e li sostituisce con l’autoritarismo del dirigente<br>
scolastico, decisore unico delle sorti dei sottoposti; i principi<br>
dell’uguaglianza e dell’unitarietà del sistema scolastico, perché ammette<br>
e anzi favorisce l’entrata dei privati nella scuola, ampliando<br>
inevitabilmente la sperequazione tra istituti scolastici, a seconda di<br>
indirizzi, territori, destinatari...<br>
<br>
</blockquote>
<br></span><div class="HOEnZb"><div class="h5">
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