Anjuta (ho cominciato, e cominciano i problemi)

Michele Campeotto micampe@f2s.com
Fri, 27 Apr 2001 22:08:27 +0200


Francesco:

> Lorenzo Cappelletti <L.Cappelletti@mail.com>:
>    Se scrivi una cosa molto tecnica per dei neofiti, dopo 10 minuti si
>    stancano di leggere perché non ci capiscono niente; viceversa, se
>    scrivi una cosa con un linguaggio piano per degli addetti ai lavori,
>    si sentono presi in giro, oppure si perdono (quando non viene loro da
>    sorridere) perché tanti termini a loro famigliari sono scomparsi,
>    sostituiti da qualche roccambolesca traduzione.
> 
> Non so  da quanto frequenti la  lista, ma mi  ricordo questa discussione
> fatta  almeno un paio  di volte  l'anno da  quando è  nata la  lista :-)
> Comunque, l'argomento è importante e va sempre riaffrontato.
> 
> No, la traduzione *non*  deve essere dipendente dall'uditorio, se questa
> decisione è  presa dal traduttore.   La traduzione deve usare  lo stesso
> registro usato nell'originale.  Se l'originale e` ben fatto, il registro
> dipenderà dall'uditorio.  Il lavoro del traduttore *non* è immaginare un
> uditorio, quello  è il lavoro  dell'autore.  Quello del traduttore  è di
> essere fedele.
> 
> Il resto viene di conseguenza.

Sono pienamente d'accordo col Checco! ;)

  E vorrei aggiungere che il livello tecnico di un testo non si misura in
base a quanti termini sono lasciati in inglese ma dal tono del discorso e da
quante cose vengono date per scontate.

  P.S.: Io sono iscritto da gennaio, siamo in aprile, quindi ad un terzo
dell'anno. Le tue stime sono corrette. Ne riparliamo in agosto ;)

  -- Michele  -  www.moleskine.f2s.com

  "I love to say I hate you
   because it means that I
   will live my life happily without you
   or will sadly live a lie"

      -- Ben Harper, "Ground on down"