Anjuta (ho cominciato, e cominciano i problemi)

Roberto Rosselli Del Turco rosselli@ling.unipi.it
Wed, 02 May 2001 21:03:05 -0400


Francesco Potorti` wrote:
> 
> Roberto Rosselli Del Turco:
>    Il problema sta tutto in quel "se": se l'originale e` ben fatto, e'
>    chiaro che al traduttore non resta che renderlo dignitosamente nella
>    propria lingua. Ma questa e', probabilmente, l'eccezione piuttosto che
>    la regola.
> 
> I programmi che traduciamo sono  liberi, come la loro documentazione.  A
> me non interessano traduzioni in cui i traduttori si prendono la libertà
> di cambiare il registro dei  messaggi o del testo, evito tali traduzioni

Scusa, questo cosa significa precisamente? Che le traduzioni che non ti
piacciono non vengono accettate nell'ambito del progetto GNU? Chiedo per
sapere, visto che sono appena arrivato in questa lista.

Non mi sembra di aver incitato i traduttori a "prendersi liberta'" con
il testo (un'eventualita' abbastanza aliena dalla mia formazione ...)
quanto piuttosto a mantenere una certa flessibilita' nei rapporti col
suddetto.

> come la peste  e le sconsiglio a chiunque.  Se  il traduttore si ritiene
> più  competente dell'autore,  o  trova degli  errori,  li può  segnalare
> all'autore,  o  può scrivere  un  programma  o  un manuale  alternativo.

Se il traduttore si ritiene piu' competente dell'autore dovrebbe
offrirsi di curare direttamente la documentazione, e tutti saremmo piu'
felici. Ma non mi sembra di aver fatto riferimento a questa eventualita'
(in caso, correggimi). Quanto a segnalare all'autore eventuali problemi,
mi sembra il minimo, per lo meno nei casi in cui il testo e' proprio
incomprensibile.

> Scrivere e tradurre sono due lavori diversi.

Come dissentire :)
 
>    tecnica, etc. Non mi sembra sbagliato, quindi, espandere o chiarire
>    punti particolarmente ostici del testo da tradurre, a condizione che a)
>    ci sia la competenza tecnica necessaria da parte del traduttore b)
>    l'operazione sia effettuata solo dove sia realmente necessaria.
> 
> Tutto   ha  eccezioni.    Ma  delle   eccezioni  parliamone   quando  le
> incontriamo, analizzandole una per una.   Se si fa un discorso generale,
> o di principio, non ha molto senso fondarlo sulle eccezioni.

Di quali eccezioni parli? L'eccezione cui facevo riferimento io e' il
manuale/documento perfetto nella propria lingua, che non pone problemi
di registro o chiarezza; quindi confesso di non seguirti in questo
discorso sulle eccezioni.

Il mio non e' un discorso generale, ipotetico, ma basato sull'esperienza
degli ultimi anni. Ad esempio, traducendo i manuali Mandrake di una
release 7.x, mi sono accorto che il capitolo in cui avevo cercato di
tener dietro alle espressioni un po' involute dell'autore era anche
quello riuscito peggio (= meno chiaro) in italiano; viceversa, quello in
cui ho cercato di rendere piu' il significato che la struttura stressa
del periodo, e' stato apprezzato decisamente di piu' dal mio correttore.

Ciao

-- 
Roberto Rosselli Del Turco      e-mail:	rosselli@cisi.unito.it
Dipartimento di Scienze			rosselli@ling.unipi.it
del Linguaggio			Then spoke the thunder	DA
Universita' di Torino		Datta: what have we given?  (TSE)
 
  Hige sceal the heardra,     heorte the cenre,
  mod sceal the mare,       the ure maegen litlath.  (Maldon 312-3)