gpdf - revisione 4

Francesco Marletta tp@lists.linux.it
Wed Apr 16 12:21:01 2003


Il Tue, 15 Apr 2003 15:30:41 +0200
Alessio Frusciante ha scritto:

> Oggi Alessio Dessi ha scritto:
> 
> > l'ho letto ... ma sinceramente non ho trovato nessuna argomentazione
> > che giustifichi la scelta fatta, se non quelle del gusto personale
> Dato che la discussione si e` ripresentata varie volte credo che sia
> utile spiegare *che cosa* si intende per "factory".
> Prima di tutto "factory" e` un design pattern. Si tratta di delegare
> ad una classe (la "factory" appunto) la creazione di un oggetto. Ci
> sono tre attori:
> 
> cliente
> "factory"
> prodotto
> 
> il cliente, invece di farsi il prodotto da solo, chiede alla "factory"
> di crearlo.
> Perche' si fa questo invece di crearlo direttamente?
> Uno dei motivi e` che in questo modo e` possibile nascondere tutta una
> serie di dettagli implementativi relativi alla creazione e
> l'inizializzazione dell'oggetto. Questo significa che se un giorno il
> prodotto cambia internamente, il cliente non deve cambiare nulla, e`
> solo all'interno della "factory" che si devono effettuare modifiche.
> Di solito si implementa una "abstract factory" da cui poi si derivano
> poi classi concrete con cui si costruiscono gli oggetti. Se vi
> interessa approfondire il tema potete guardare "Design patterns" di
> Gamma, Helm, Johnson e Vlissides.
> In CORBA (e COM) viene utilizzata questa tecnica in maniera estensiva
> ed e` per questo che lo troviamo spesso nelle stringhe di GNOME.
> Detto questo, non vedo quale altro termine in italiano possa essere
> piu` calzante di fabbrica.
> 
> Ciao
> Alessio
> 
>  
che ne pensi di mettere questa spiegazione (magari assieme a quella di
qualche altro termine controverso), molto attenta e chiara, in un
documento da scaricare assieme al glossario dal sito web?

Francesco