Plurali latini

Giuliano italia1bpf@aliceposta.it
Ven 13 Ago 2004 10:31:59 CEST


Monica Badia ha scritto:

> Ciao ragazzi,
>
> questa discussione sul latino la trovo stupenda! Non avrei mai creduto 
> che dopo tanti anni avrei ripreso in mano la mia superingiallita 
> grammatica del "Corso di latino per licei". Miracolo! (direbbe la mi' 
> mamma)

Non è soltanto sul latino, ma anche sul modo di affrontare le questioni 
che si pongono. Su come si vede la vita!

>
> Ma qui il problema è un altro... cioè, per meglio dire, non sussiste a 
> mio avviso.
>
> Se consideriamo parole prese dall'inglese come "file", la regola dice 
> che, se non tradotte o italianizzate, le parole straniere si importano 
> in italiano senza flessione, quindi diremo "il file", "i file".
>
> Il latino è lo stesso: non è italiano. 

L'italiano veramente sarebbe un dialetto sorto sulla base del latino 
.... e poi evoluto nel corso del tempo. L'etimo, ah l'etimo!!!

> Quindi "medium" sarà "il medium", "i medium" (se proprio non si vuole 
> utilizzare la forma italiana).

La realtà è proprio questa: usare termini propri della lingua in cui 
traduce. La regola cui fai accenno più che una regola è una 
consuetudine, più o meno consolidata. Altrimenti come la mettiamo con i 
"curricula"? Qualcuno si è risentito un pochino degli esiti di questa 
discussione ieri, ed ha invocato il ricorso ad una "regola universale". 
La standardizzazione è una parola brutta già di per se'. Si usa per 
pigrizia e piace tanto perchè non costringe a fare sforzi di natura 
creativa. Quando mi imbatto, traducendo il notiziario settimanale di 
Debian, in quei bei termini contratti, omnicomprensivi, propri delle 
lingue sassoni, ho due vie di uscita: o dico "tanto è intraducibile" e 
riporto la parola così come essa è, ovvero mi sforzo di rendere il 
concetto con una perifrasi, più effusiva, più lunga, ma anche più 
gradevole. La discriminante è una sola: quel lavoro riporterà una 
sentenza su chi lo ha svolto.
Subisco volentieri le critiche aspre riferite alla mia "eccessiva 
verbosità". Non altrettanto quelle che stigmatizzassero la mia cattiva 
disposizione o la mia ignoranza. (anche se so che anche quest'ultima 
esiste non ci tengo particolarmente a riaffermarla con ogni pretesto).

>
> Un altro esempio: la parola "medium" ha anche un significato 
> esoterico, volendo. In italiano si usa la parola "la medium" per 
> indicare una specie di veggente (chiedo scusa se la definizione non 
> sarà proprio esatta... tanto per capirci). L'origine è la stessa: il 
> medium, la medium, i medium, le medium.
>
> La regola vale per tutti.
>
>
> Ciao,
> Monica
>
Ciao
Giuliano


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