Re: [trashware] Perché tante offerte e poche richieste?

nanocattivo postamuschiata@interfree.it
Lun 31 Lug 2006 01:34:02 CEST


quoto tutto quello detto da accattone.
la mia esperienza nella comunicazione -poca e in campi differenti, non è che
sono chissà chi :) - mi suggerisce che un buon modo per far si che il
trashware appaia come un fenomeno, una moda, qualcosa di buono invece che di
sfigato come appare ora è cercare di imporre un brand. occhio, creare
marchi, pubblicità, trend eccetera è un meccanismo abominevole inventato per
propagandare il consumismo: se disprezzerete queste righe farete solo bene
:)

però accattone ha ragione: mi ripeto sull'user-friendly, anche in risposta a
hugh: siamo arrivati al punto in cui ti vendono un mediacenter e ti
convincono che sia irrinunciabile per vedere un dvd, e per assurdo si deve
fare la guerra a questo tipo di commercializzazioni di strumenti
informatici: quelli che hanno le potenzialità per esserlo ma assolutamente
non vengono usati come tali. per fare questo, professare la conoscenza di un
sistema operativo (che sia linux, windows, macos, minix, beos o chissà cosa)
deve essere il punto d'arrivo, non il punto d'inizio. che, quotando pari
pari accattone, è

1) Configurare le macchine in modo che siano ULTRA-fruibili. In
particolare l'interfaccia grafica deve essere semplice e soddisfare
TUTTE le esigenze di un utente medio. E' sufficiente farlo una volta,
al meglio che si puo', impiegandoci anche settimane, e poi copiare
tutto brutalmente su tutte le macchine in produzione. Volendo si
possono prevedere 4-5 diverse configurazioni per le esigenze piu'
varie

l'idea di produrre trashware in serie secondo me è più che azzeccata: così
si crea un marchio. trovare il server grafico, configurarlo, linkare sul
desktop le tre o quattro applicazioni ganze -nexuid compreso!- mettere uno
sfondo univoco per tutti e far circolare i pc, ovviamente personalizzati.
per cercare un indotto in cui riversare i pc rivitalizzati sono dell'idea
che il circuito dei centri sociali sia un buon punto di inizio, per vari
motivi:

1) solitamente è raro che i centri sociali abbiano abbastanza soldi per pote
rsi permettere macchine funzionanti
2) il tema libertà dal consumismo/libertà di scelta almeno in quei posti non
viene sottovalutato
3) in molte città ci sono collettivi informatici
4) che sono a stretto contatto con fenomeni di ricerca di alternative. sto
pensando all'hackmeeting, al circuito delle televisioni di strada (insu_tv
usa linux, sapete?), alle radio in streaming, ad indymedia, a ngvision.org,
ad autistici ed ecn che con pochi euro sorreggono migliaia di liste etc.

inoltre, è tempo di cominciare a sensibilizzare i lug in quest'ottica: sono
l'unica forma di associazionismo che funziona realmente in italia, vedere
cervelli e risorse sprecati per problemi di comunicazione e -prendete la
critica nel senso buono- alienazione da smanettone mi fa incazzare.

l'unico appunto che faccio ad accattone è che una rivoluzione culturale
(parolona, ma la portata è quella) si fa bypassando le esigenze. l'esigenza
è qualcosa che, nel 2006, è imposta dal sistema. far capire quali sono le
esigenze reali significa rompere un'esigenza. non parliamo di architetti o
di ingegneri, cominciamo a parlare di persone normali. quelli con la licenza
media o il diploma, che si comprano il pc perchè gli piace tanto ma non
sanno che farsene. diamo loro la possibilità di guardarsi i film in divx, di
farsi un giro su google, di guardarsi il loro porno e di ricevere la
newsletter di bastardidentro. diamogliela in modo che gli piaccia di più, e
ci siamo.
e, una cosa un pò provocatoria: IL COMPUTER USATO NON SI REGALA, perchè è da
sfigati. si vende a cinquanta, quaranta, trenta euro. che non si mette in
tasca nessuno, ovviamente: servono a moddare i case, stampare decentemente
le guide da dare con i pc, stampare le magliette e regalare quelle.
occhio, il prezzo non deve essere simbolico: deve servire a ricoprire le
spese di chi fa TW. il volontariato dopo un pò smette di pagare: trovarsi
cinque euro in tasca per poter comprare la bomboletta per tingere il case
alla lunga fa piacere.
inoltre, se andate da mediaworld sicuramente qualche stronzata a cinquanta
euro ve la propinano. mbè, vendiamo anche noi. sottocosto, anche se non è
vero perchè lo sforzo è grande, ma il pubblico lo deve scoprire piano piano.
assuefarsi ad esso, cominciare a fare paragoni.

pensiamoci... e pensiamo se non sia il caso di organizzare un manifesto
reale di iniziativa sparsa per le regioni. lo hanno fatto quelli di
autistici ed è stato un relativo successo. si cercano interessati, si
fissano date, si passa una domenica in giro con rimborso spese pagato, si
lascia un pc in cambio, si rimonta sul treno e si torna a casa con l'agenda
piena di contatti.
e l'hackmeeting (parma, inizio settembre) non deve mancare.

so che fa caldo, ma se il discorso vi piace io sono di livorno, e
un'iniziativa si può programmare QUANDO VOLETE.


----- Original Message -----
From: "Accattone" <davide.lamanna@isf-roma.org>
To: <trashware@lists.linux.it>
Sent: Sunday, July 30, 2006 7:18 PM
Subject: Re: [trashware] Perché tante offerte e poche richieste?


> Perché, pur avendo bisogno di un computer, non vogliono un computer
> usato? Nemmeno se gratis?


Spettabili,

dobbiamo entrare nell'ottica che noi si deve fare _cultura_. La
cultura del riuso, della sostenibilita', della soddisfazione di
esigenze reali, della decrescita, della disobbedienza al consumismo.

Pare facile...
:-)

Dobbiamo inventarci qualcosa perche' se questa e' la situazione, il
Trashware rimarra' una pratica hobbistica e non esprimera' quello che,
secondo me e - spero - secondo tutti gli iscritti a questa lista, puo'
esprimere: una rivoluzione nell'uso degli strumenti informatici.

Qualche spunto qua e la', tutt'altro che esaustivo:

1) Configurare le macchine in modo che siano ULTRA-fruibili. In
particolare l'interfaccia grafica deve essere semplice e soddisfare
TUTTE le esigenze di un utente medio. E' sufficiente farlo una volta,
al meglio che si puo', impiegandoci anche settimane, e poi copiare
tutto brutalmente su tutte le macchine in produzione. Volendo si
possono prevedere 4-5 diverse configurazioni per le esigenze piu'
varie

2) Pulire a fondo, dentro e fuori i computer. Una macchina sudicia,
impolverata o dalle tinte sbiadite dal tempo non e' appetibile, c'e'
poco da fare

3) Personalizzare i computer con graffiti o altre diavolerie modding
(tosta...)

4) Individuare soggetti interessati e concentrarsi su di loro.


Riguardo quest'ultimo punto, immaginate una piccola azienda, che so,
uno studio di architettura, messo su da zero da 4-5 ragazzetti in
gamba e squattrinati. Diciamo per semplicita' che avranno bisogno di
2-3 macchine con Win$ozz per via del loro *amatissimo* Autocad. E va
bene... concediamogliele...
:-)
Sicuramente, pero', avranno bisogno di un paio di macchine per la
segreteria e l'amministrazione e un serverino per la stampa e la
condivisione di file in rete. Una cosetta semplice.

Facciamo 2 conti?

Le 2 macchine per la segreteria NON hanno bisogno di essere di ultima
generazione. Eppure se le compri nuove vuoi spenderci meno di 500 euro
l'una? Non credo... La licenza di Win$ozz per entrambe le macchine
quanto costa? E la licenza di Micro$oft Office? Diciamo 300 euro a
macchina? (non conosco bene i prezzi, per mia fortuna... :-) comunque
immagino che per un utenza business siano piu' o meno di questa
entita'). E il serverino non lo vogliamo comprare? Altri 600-700 euro
per la macchina? E non ci vuoi mettere sopra Win$ozz 2003 Server?
Quanto costa? Altri 300 euro? E il lavoro di configurazione della rete
chi te lo viene a fare? Non lo vuoi pagare?

Mi sa tanto che i ragazzi non apriranno mai il loro studio di
architettura... A meno di piratare il software, ovviamente, ma questo
e' illegale e la finanza confeziona multe coi fiocchi per le aziende
pizzicate.

Con 3 macchine trashware e un buon sistemista, i ragazzi possono
risparmiare il 90% (tipo...) e stare in regola con la legge.

Problema: come arriviamo a spiegare queste cose a 'sti benedetti
architetti? Non chiedetelo a me. Io sono ingegnere e, come e' noto, ho
ben poco da spartire con gli architetti...
:-)))


Saluti riusati,
Accattone

--
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