Lettera aperta al Ministro per l'Innovazione e le Tecnologie

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Ven 20 Feb 2004 20:49:54 CET


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        Ministero per l'Innovazione e le Tecnologie
        Via Isonzo, 21b
        00198 - Roma




Onorevole Signor Ministro per l'Innovazione e le Tecnologie,

                                                                            
la Gazzetta ufficiale ha recentemente pubblicato la Sua Direttiva,
datata 19 Dicembre 2003, denominata "Sviluppo ed utilizzazione dei
programmi informatici da parte delle pubbliche amministrazioni", già
annunciata dal comunicato del 29 Ottobre 2003 apparso sul sito del
Ministero (fonte MIT,
http://www.innovazione.gov.it/ita/comunicati/2003_10_29.shtml).

L'associazione software libero esprime rammarico e preoccupazione nel
constatare che la versione definitiva abbia subito profonde modifiche
al testo.

Infatti, contrariamente a quanto da Lei dichiarato nel comunicato in
cui spiegava che nella scelta delle soluzioni basate su software
proprietario o aperto, «[occorre tener] conto che quest'ultimo
consente di conformare i programmi alle nostre esigenze, mano a mano
che esse si pongono, e di metterli anche a disposizione di altri», la
Direttiva pubblicata non riporta alcun riferimento alla modificabilità
del codice sorgente, ma si limita unicamente a menzionare il riuso.
Il solo riuso, infatti, di per sé non è sufficiente, in quanto, come
Lei osserva, i programmi devono essere conformati alle specifiche
esigenze delle diverse amministrazioni pubbliche.

Ci sembra inoltre doveroso sottolineare che la tutela suggerita alle
amministrazioni che acquistano programmi proprietari è una garanzia
che avremmo voluto ritrovare nel testo definitivo visto e considerato
che anche le multinazionali falliscono, vengono assorbite e poi
spezzate, eccetera, oppure che anche software di punta vengono
dismessi. Invece non si trova traccia della specificazione secondo cui
«[..] si debbono contrattualmente assicurare che, qualora il fornitore
non sia più in grado di fornire supporto, il codice sorgente e la
relativa documentazione vengano resi disponibili o almeno ceduti al
fornitore [al cliente, trattasi di refuso]».

Infine, tra i criteri tecnici di comparazione, nel comunicato si
invita a «[privilegiare le soluzioni che] rendano i sistemi
informatici non dipendenti da un unico fornitore o da un'unica
tecnologia proprietaria». Successivamente è stata introdotta la
formula "in assenza di specifiche ragioni contrarie". Laddove si parla
di «[privilegiare le soluzioni che] garantiscano la disponibilità del
codice sorgente per l'ispezione e la tracciabilità da parte delle
Pubbliche amministrazioni», è stato aggiunto "fatti salvi i diritti di
proprietà intellettuale del fornitore e fermo l'obbligo
dell'amministrazione di garantire segretezza o riservatezza". Ci duole
osservare che le suddette modifiche al testo originale lasciano ampio
spazio per deroghe, in quanto, a titolo di esempio, un fornitore
potrebbe ricorrere alla formula "riservato" per impedire che il
proprio codice sorgente sia reso disponibile, per qualunque scopo, a
terzi.

Facendo appello alla Sua sensibilità e competenza su questo argomento,
Le chiediamo di riconfermare il testo e le intenzioni originarie,
rimuovendo ogni possibile ambiguità ed eliminando, per quanto
possibile, i rischi che la Direttiva possa essere elusa.



Saluti cordiali.

Per l'Associazione Software Libero
Il presidente
Leandro Noferini

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