[bglug] Signur arda nzo!!!

martinelliguido@tiscali.it martinelliguido@tiscali.it
Sab 26 Feb 2005 08:11:52 CET


  Palladium e soci, nuovo pelo stesso vizio

Ennesimo cambio di nome per l'iniziativa controversa di creare un 
computer "fidato". Ma fidato per chi?

[/ZEUS News/ - www.zeusnews.it <http://www.zeusnews.it/> - 22-02-2005]

Logo trusted computing group

Vi ricordate del *contestatissimo progetto Palladium di Microsoft*, già 
discusso 
<http://www.zeusnews.it/index.php3?ar=stampa&cod=1334&numero=322> a suo 
tempo su Zeus News? Correva l'anno 2002. Fu tale il furore contrario 
all'idea del computer "sicuro" (così sicuro da toglierne il comando 
all'utente e assegnarlo ai magnati dei media) che pochi mesi dopo il 
nome /Palladium/ fu abbandonato 
<http://www.zeusnews.it/index.php3?ar=stampa&cod=1885> in favore di un 
impronunciabile /NGSCB/.

E' un po' che non se ne parla. *Cessato allarme? Niente affatto.* 
L'iniziativa Microsoft e la sua variante non-Windows, denominata /TCPA/, 
non è affatto morta. Microsoft, infatti, fa parte del /Trusted Computing 
Group/ <https://www.trustedcomputinggroup.org> /(TCG)/, che *sta tuttora 
sviluppando i concetti di Palladium e TCPA*, riconfezionandoli in forma 
più digeribile.

Sparisce la sigla /TCPA/, sostituita dalla più semplice /TC/ (/Trusted 
Computing/, "informatica di cui fidarsi"), e il Trusted Computing Group 
ora sottolinea che i suoi standard sono /"aperti"/. *Aperti anche a 
Linux*, volendo: e in effetti ci sono implementazioni 
<http://www.linuxjournal.com/article/6633> di Trusted Computing anche 
per questo sistema operativo libero.

Mentre produttori di hardware di primo piano come Dell 
<http://www1.us.dell.com/content/learnmore/learnmore.aspx?c=us&cs=04&l=en&s=bsd&%7Eid=smartcard&%7Eline=notebooks&%7Emode=popup&%7Eseries=latit&%7Etab=topic> 
e Fujitsu 
<https://www.trustedcomputinggroup.org/kshowcase/view/view_item?item_key=773eb0f891aed0149a022df6c8385fa78bd3a92e> 
*offrono già PC con chip compatibili con le specifiche del TCG (ex 
TCPA)*, sembrerebbe insomma che il pericolo di trovarsi con un computer 
dall'hardware blindato in favore dei soliti potenti (Microsoft in testa) 
sia sfumato. Come si può dire che il chip "palladiano" favorisce un 
sistema operativo piuttosto che un altro, se è gestibile anche con Linux?

Secondo l'analisi 
<http://www.eff.org/Infrastructure/trusted_computing/20031001_tc.php> 
della Electronic Frontier Foundation, tuttavia, l'apertura delle 
specifiche del Trusted Computing è un'*operazione di facciata*. La 
sostanza non è cambiata: si tratta comunque di riprogettare l'hardware 
dei computer in modo tale che soltanto il software "fidato" e 
"certificato" possa girarvi. Questo può essere un bene se gli strumenti 
di certificazione sono in mano all'utente, ma un male se la 
certificazione finisce per essere decisa da qualcun altro. *Se l'utente 
non è più libero di decidere quali programmi usare e quali no, il suo 
computer non è più suo.*

Niente panico, dicono quelli del TCG: *l'utente può "autocertificarsi" 
presso il proprio computer* e dirgli /"questo è un programma (o un 
intero sistema operativo) di cui mi fido"/ e il computer col chip 
"affidabile" ne crea una sorta di "impronta digitale", che viene 
verificata ad ogni esecuzione. I *vantaggi in termini di sicurezza* sono 
evidenti: per esempio, se un virus o un intruso altera il programma o il 
sistema operativo, l'hardware se ne accorge e lo blocca, tutto qui. 
Addio /spyware/ e altre schifezze, mentre le chiavi del computer sono 
ancora saldamente nelle mani dell'utente.

O forse no. C'è infatti un aspetto delle specifiche del "nuovo" Trusted 
Computing che sembra contraddire queste promesse di apertura e minaccia 
di riprendersi le chiavi del nostro PC. Si chiama /remote attestation/, 
traducibile alla buona con "attestazione remota".

In sostanza, un computer progettato secondo i criteri del TCG *può 
essere interrogato da remoto per sapere se è stato violato o alterato*. 
Ottima idea: così si evita, per esempio, di mandare dati riservati a un 
computer infetto. *Ma che cosa si intende per "alterato"?* Qui sta il 
problema.

L'attestazione remota, dicono alla EFF, consente di /"trattare il 
proprietario del computer come un aggressore al quale va impedito di 
entrare nel PC e cambiarne il software"/. Permette insomma di *impedire 
anche le alterazioni volontarie fatte dall'utente*. Non è un impedimento 
diretto: è una forma più sottile di dissuasione.

Per esempio, l'utente di un PC "Trusted" rimarrebbe libero di installare 
il sistema operativo o il programma che più gli aggrada, ma un sito Web 
potrebbe rifiutargli l'accesso perché *l'attestazione remota permette al 
sito di sapere a menadito quale sistema operativo e software è 
installato su quel PC*, e non ci sarebbe modo di barare.

Il parallelo con i siti che accettano soltanto un certo browser è 
evidente, ma mentre oggi è facile camuffare Firefox o Opera in modo che 
faccia finta di essere Internet Explorer e accedere lo stesso, nel caso 
di un PC "Trusted" non esisterebbe maniera di camuffarsi. Sarebbe 
quindi* banale per un sito rifiutarsi di interagire con un computer che 
contiene software "non approvato".* L'attestazione remota, insomma, 
/"consente a chiunque abbia potere sul mercato di far leva su quel 
potere per controllare le nostre scelte di software"/, dice la EFF.

L'utente potrebbe insomma installare Winamp o Kazaa, ma un sito che 
vende musica online potrebbe rifiutargli l'accesso perché *saprebbe con 
certezza che sul computer dell'utente c'è del software "sgradito"* e 
quindi indurrebbe l'utente a disinstallarlo in favore del /media player/ 
"gradito". Controllare il mercato e aggirare le sanzioni UE diventa un 
gioco da ragazzi.

Un altro esempio di applicazione nefasta dell'attestazione remota è la 
cosiddetta /interoperabilità/. Grazie all'attestazione remota, un 
produttore di un programma per server può decidere di accettare soltanto 
connessioni da un certo programma client (il suo) e rifiutare tutti gli 
altri, anche se il protocollo di comunicazione è aperto e pubblico.

Sarebbe estremamente semplice *stroncare la concorrenza di Samba*, per 
esempio, rendendo obbligatorio usare (e pagare) un file server Windows; 
viceversa, con l'attestazione remota sarebbe possibile obbligare gli 
utenti a usare Windows per accedere a un file server Windows (mentre ora 
possono accedervi sia con Mac, sia con Linux), e non ci sarebbe speranza 
di ricorrere al /reverse engineering/: il computer "fidato" se ne 
accorgerebbe.

Sia ben chiaro: non è soltanto Microsoft a beneficiare da un mondo in 
cui esiste il Trusted Computing. L'idea di controllare il software usato 
dagli utenti e sbarrare la strada alla concorrenza fa gola a tutti 
(Apple e iTunes, tanto per fare un nome). L'unico a non beneficiarne, 
per come stanno le cose adesso, è il solito povero utente. Il pericolo, 
insomma, non è affatto passato.

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Paolo Attivissimo 
<http://www.zeusnews.it/index.php3?ar=mailtoreda&subject=%5BZN%20News%5D%20Paolo%20Attivissimo%20-%20Palladium%20e%20soci%2C%20nuovo%20pelo%20stesso%20vizio%20&artcod=3887&arttitolo=Palladium%20e%20soci%2C%20nuovo%20pelo%20stesso%20vizio> 
- Quelli di Zeus <http://zeusnews.splinder.com/>



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