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Angelo Gelmi iwm@web3king.com
Mar 27 Set 2005 12:39:10 CEST


Il giorno mar, 27/09/2005 alle 08.39 +0200, samuele@locatelli.info ha
scritto:

> Ovevro non c'è niente di male che esistano i brevetti, l'importante è che
> NON si possa brevettare la lettera "a" (quello non ha senso) ma che una
> bella poesia di Ungaretti dia i diritti d'autore ai figli dello stesso anche
> se fatta con la stessa "a" (non il "m'illumino d'immenso..." x quella ha
> pagato le Royalties sulla "m"...). 

Ciao, Samuele!
  Mi permetto di inserirmi nel discorso solo per precisare un paio di
cose. Sicuramente sei a conoscenza delle cose cos'i' come stanno, ma
leggendo le tue righe ho avuto l'impressione che possano generare
confusione, per cui mi piacerebbe fare chiarezza per coloro che non
hanno ancora affrontato le problematiche: i brevetti sono una cosa, il
diritto d'autore un'altra ben distinta e differente.  I primi sono stati
introdotti per dare un monopolio temporaneo achiunque che, a seguito di
lavoro di ricerca, ha realizzato un innovazione. Per legge non tutto e'
brevettabile, e l'invenzione deve rispettare alcuni requisiti:
Ulteriori ragguardi qui
http://hal9000.cisi.unito.it/ricerca/brevetti2.htm
(primo risultato della ricerca su google con i termini "brevetto
definizione")
ma ci sono mille altre foni in internet.

> Perché se ho lavorato una vita costruendo
> 5 case le lascio in eredità ai miei figli e se ho lavorato nel sw, creando
> sw open e sw con brevetti, non posso lasciare loro parte del mio operato? E
> se onon è sw potrebbe essere pesia, teatro, musica, libri... 

Qui purtroppo non sono d'accordo: Il copyright (diritto d'autore) e'
stato introdotto dopo la rivoluzione industriale dalla legislazione
anglosassone e in origine valeva 14 anni, rinnovabile per altri 14 anni
se l'autore era ancora in vita e se esso pensava che la propria opera
*creativa* potesse avere ancora un valore di mercato. Dopo tali termini
l'opera diventava automaticamente di pubblico dominio. Questa soluzione,
e' discutibile ma introduceva allcuni concetti che non troviamo piu'
nell'attuale  legislatura... 

*** Qui il discorso si fa complicato per cui invito pubblicamente tutti
a organizzare un incontro per discuterne assieme. ***

Secondo me il software non dovrebbe essere brevettabile. E' come se uno
scrittore di romanzi brevettasse l'idea di una storia ambientata
nell'800 nella campagna inglese. Per cui nessuno, a meno di pagare delle
royalties ( e solo se lui vuole ) puo' creare un opera con questi
requisiti. Il software e' informazione non una produzione industriale.

> Non siate
> ingenui che esiste una legislatura, come quella del diritto d'autore, che è
> migliorabile ma non è del tutto assurda: diritti fino ad 80 anni post-morte
> agli eredi, poi stop.

Se vogliamo limitarci a mantenere le cose cosi, concordo. 
Ma se vogliamo guardare oltre, cioe' per tutelare entrambe le parti in
causa (artisti e pubblico) dobbiamo rivedere tutto alla base. Anche le
varie forme creative (musica e letteratura ad esempio) sono tutelate in
modo diverso. Un cantante che sente trasmessa la propria interpretazione
alla radio, non riceve niente per la sua prestazione. L'autore della
canzone si ma ad un prezzo prestabilito. Un autore letterario invece
puo' decidere il prezzo per le modalita' di utilizzo della propria
opera.

Spero di essere stato abbastanza chiaro e di aver suscitato un po' di
interesse per queste tematiche, che saranno cruciali per il nostro
futuro dei prossimi anni.

Ciao,
Angelo




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