Il pasticciaccio SCO semprepiùpatetico

Alberto Fornasier gimli@email.it
Sab 30 Ago 2003 12:52:57 CEST


Copio/incollo un pezzettino dalla newsletter di Paolo Attivissimo, penso
possa interessare.

[citazione]

__Il pasticciaccio SCO sempre più patetico__

Come ricorderete, SCO ha fatto notizia dichiarando che Linux contiene 
codice rubato dal loro Unix. Stando a Chris Sontag, Senior Vice
President di SCO, ci sono "milioni di righe di codice" 
(http://www.eweek.com/article2/0,3959,1224877,00.asp). Una dichiarazione
un pochino difficile da prendere per buona, dato che significherebbe che
ben un quinto di Linux sarebbe stato copiato. Quelli di Slashdot,
infatti, dicono che per esempio Linux 2.5.37 (mi riferisco soltanto al
kernel, che è l'oggetto del contendere, non a tutta la suite di
accessori) è costituito da 5.100.081 righe di codice.

Il vero problema è che SCO fa queste dichiarazioni incredibili, e
pretende il pagamento di una licenza da centinaia di dollari a macchina
(ben settecento per un server), senza alcuna dimostrazione di averne
diritto. Quali siano, queste presunte righe di codice, è infatti
impossibile saperlo: l'unico modo è firmare un accordo di riservatezza
che è talmente soffocante che sottoscriverlo significa non poter più
collaborare a un progetto Linux per il resto dei propri giorni.

Alcuni giorni fa, SCO ha presentato pubblicamente alcune minuscole
porzioni del codice conteso: qualche decina di righe, molte delle quali
erano di _commento_ del codice che, a loro dire, sarebbero uguali nel
software SCO e in Linux (abbiamo soltanto la loro parola in merito, dato
che il codice sorgente di SCO è segreto). Il grande Bruce Perens ha
messo online una copia integrale della presentazione: la trovate,
insieme ai suoi commenti dettagliatissimi, presso
http://www.perens.com/SCO/SCOSlideShow.html. La cosa più comica è che
dei due esempi di codice mostrati da SCO, uno non è neppure di SCO (è
ereditato da software precedenti liberamente distribuibili) e l'altro è
usato in Linux sotto regolare licenza. Se è questo il livello delle
violazioni contestate, la comunità Linux può dormire sonni tranquilli.

Lasciamo perdere, poi, il sistema puerile utilizzato da SCO per
mantenere segrete alcune parti del proprio codice mostrate nella
presentazione: le ha protette applicando il font greco. Per cui è un
gioco da ragazzi riapplicare il font normale e "decodificare" il codice
così astutamente occultato.

Inoltre le versioni di kernel contestate sono soltanto la 2.4 e 2.5. Il
che significa che persino per quelle teste matte di SCO, usare il kernel
2.2 di Linux è perfettamente legale. Nel frattempo sta per essere
approntata la nuova versione 2.6 del kernel di Linux, dalla quale sono
state rimosse molte delle righe di codice sotto accusa 
(http://www.eweek.com/article2/0,3959,1227128,00.asp).

Anche le righe contestate, comunque, riguardano funzioni abbastanza 
esoteriche del kernel, raramente utilizzate dall'utente normale. In
altre parole, sapendo quali sono di preciso le righe che SCO reclama
come sue, è abbastanza banale ricompilare il kernel di Linux senza
quelle parti.

Riassumendo, per ora la posizione di SCO è quella di uno che si presenta
alla vostra porta di casa dicendo di essere il proprietario di un pezzo 
della vostra abitazione, ma rifiuta di presentare qualsiasi documento
che lo dimostri. Finché le cose stanno così, sbattergli la porta in
faccia dopo avergli dato del buffone è il minimo. Molti nomi importanti,
come IBM e Red Hat, hanno già avviato controcause nei confronti di SCO
per i danni che questa campagna anti-Linux sta avendo sui loro affari.

Ci sono anche altri nomi importanti, ma di altro genere: quelli delle 
aziende che non intendono pagare a SCO il pizzo, pardon la licenza, per 
usare Linux. Fra di esse c'è anche la neozelandese Weta Digital,
artefice degli strepitosi effetti visivi della trilogia del Signore
degli Anelli, realizzati appunto sotto Linux. Come riferito da
ComputerWorld
(http://computerworld.co.nz/webhome.nsf/NL/1A32A13657341830CC256D7B0075
B6B3), Weta Digital usa Linux nella propria render farm di oltre 2000
CPU. SCO le chiederebbe una licenza Linux che oscilla, a seconda di come
si conteggiano i processori, fra il milione e il milione e mezzo di
dollari. Scott Houston, direttore tecnico di Weta, dice flemmaticamente
che l'acquisto di una licenza è "improbabile".
[...]
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[fine citazione]

Ciao

Alberto


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