Microsoft insegna [...] Linux (filosofico - lungo)
Massimo Masson
massimo.masson@libero.it
Ven 11 Lug 2003 13:21:40 CEST
Marco Bisetto wrote:
[...]
> Spesso si dice che i vantaggi del software libero non stanno solo nel
> prezzo, ma soprattutto nella possibilita` di adattare il software alle
> proprie esigenze. Credo che questo sia un punto chiaro per chi ha
> conoscenze specifiche ed esigenze particolari, ma gli utenti finali in
> genere non sanno nemmeno di cosa si stia parlando.
Personalmente penso che il punto cruciale della situazione sia proprio
questo, non il costo.
Credo che le potenzialità derivanti dall'avere tutto il sistema a
propria disposizione, senza "scatole nere", sia quello che può fare la
differenza. Penso in primis ai formati dei dati, ma anche al fatto di
poter adattare (o far adattare) degli applicativi qualora questa diventi
un'opzione inderogabile.
E penso anche che sia più che corretto che la maggior parte degli utenti
finali non sia tenuta a comprendere questi concetti _da sola_, in quanto
reputo che sarebbe compito dei consulenti quello di illustare, appunto,
le situazioni, gli scenari e le alternative. Solo così facendo si
potrebbe creare quella "cultura" diffusa che potrebbe permettere di
cogliere e valutare le implicazioni di diverse scelte.
L'umanità, intesa come collettività (ok, non "Borg"... ;) ) passa
attraverso diversi stadi evolutivi. Tempo fa il computer non esisteva.
Ora, ampiamente passata la fase di mitizzazione, mi sembra di cogliere
che il computer venga visto come uno strumento per risolvere i problemi.
Mediamente, mi pare di vedere, l'ottica è del tipo: "il computer
risolve, io devo capire come fare per dirgli cosa deve risolvere". Ora
siamo a questo punto, ma il prossimo passo potrebbe ben essere: "il
computer risolve. Vediamo qual'è il modo migliore di risolvere il mio
problema". E qui entrano in gioco le caratteristiche più "evolute" (non
tecniche, quanto "filosofiche", IMHO) di cui siamo qui a discutere.
[...]
> progettazione impiantistica, dovrebbe essere almeno parzialmente a
> conoscenza delle offerte sul mercato informatico. Ho scoperto con un
> certo stupore che non aveva la piu` pallida idea di cosa fosse Linux,
> tranne l'averlo sentito nominare. Sostanzialmente la sua reazione e`
Appunto, in quanto il computer è al momento mero strumento. Com'è per
esempio l'automobile per me. Non sto qui ad interrogarmi se un
differente sistema di guida completamente innovativo potrebbe darmi
maggiori benefici, o se la modularizzazione di non so quali componenti
potrebbe trasformare il mio concetto di automobile, la guido e basta! Mi
porta dove mi serve, ed a me va bene.
[...]
> - Incredulita` rispetto alla gratuita` del software libero.
Questo, nel mio piccolo, lo confermo in toto...
> - Domande del tipo: "Ma allora, se io ti mando un file di word tu
> riesci a leggerlo?"
Appunto, vedi il concetto dell'auto di prima: potrei dire: ma "sta cosa"
mi porta da casa al lavoro (ed altrove...) tutti i giorni?
> Credo che alla fin fine il concetto di base dell'utente finale sia:
> deve costare di meno, ma deve fare le stesse cose che faccio
> adesso. Dove "fare le stesse cose" significa non cambiare una virgola
E, continuando, direi: ma si guida sempre con volante, pedali e cambio,
vero? Non è che devo star li ad imparare cose nuove quando so fare così
bene quelle vecchie...
> del proprio modus operandi. Vige ancora l'idea che se non costa niente
> dev'esserci una fregatura da qualche parte. Una volta vinta la
> diffidenza, rimane semplicemente il "non costa". Naturalmente
> rimanendo nel paradigma che tutto quello che e` "diverso da come lo
> facevo prima" e` sbagliato.
So bene che il mio esempio della macchina calza fino al 10% scarso, a
voler essere magnanimi, ma il concetto è che quando si è imparato a fare
una cosa non "fine a se stessa", ma per un concetto di utilità, il
modificarla viene inizialmente sempre percepito come un inutile costo
(perchè cambiare, se funziona?), indipendentemente dal fatto che magari,
a medio e lungo termine, il risparmio ci possa essere, eccome! (non solo
in termini monetari, ma in termini economici generali, quindi
considerando anche e soprattutto i tempi impiegati, e l'efficienza delle
soluzioni a parità di efficacia).
Non a caso l'addestramento (ed il "ricondizionamento", passatemi il
termine) sono sempre tra le componenti più significative nelle analisi
del TCO (Total Cost of Ownership).
> In definitiva, lo descrivo come uno scenario un po' triste sotto certi
> aspetti, ma dove Linux la spuntera` per il minor costo.
Non so se Linux "la spunterà" o meno, ma tempo che se lo facesse per il
costo di licenza sarebbe una vittoria di pirro. Non so inoltre se il
costo sia veramente minore di altre soluzioni, considerando anche altre
variabili.
E non penso nemmeno che dovrebbe "vincere" solo per superiorità tecnica,
perchè in questo caso potrebbe sempre "diventare" inferiore a nuove
soluzioni.
Credo piuttosto che la vera forza di questi sistemi stia nell'ottica con
cui viene concepito il rapporto non tanto tra utenti e "macchine",
quanto tra utenti tra di loro!
Inizialmente, se non ricordo male, IBM affermava che tutti i dati
inseriti ed immagazzinati nei "suoi" computer erano esclusivamente di
"sua" proprietà. L'utnte poteva solo adoperarli.
Fortunatamente quest'ottica è stata cambiata, nessuno si sognerebbe più
di fare un'affermazione del genere (spero, ed aggiungo per fortuna).
Mi piacerebbe che in futuro il software fosse tutto "libero" (tanto nel
senso GNU quanto nel senso BSD, ma qui la faccenda è più complicata e
non mi ci addentro...) e che il concetto di codice proprietario
diventasse simile a quello dei dati IBM che ho poc'anzi citato.
Ovviamente, a meno di quelle ineludibili situazioni particolari in cui
il codice non è noto per esigenze specifiche (come ad esempio segreti
industriali o cose del gerenre. Non voglio essere assolutista!).
In ogni caso, con questo non dico che non dovrebbero esserci sw house,
produttori, consulenti e quant'altro, anzi! Non credo nemmeno che il
software debba essere necessariamente gratuito! Ri-anzi! E credo che il
lavoro di analisti, programmatori e consulenti vada ampiamente valorizzato!
Quello che reputo "migliorabile" è piuttosto il fatto che siano
considerati normali dei monopoli (va bene, dai, oligopoli...) basati su
elementi e caratterizzazioni non "tecnici", quanto principalmente di
"mercato", in ambiti in cui invece alcune considerazioni di carattere
più tecnico e "filosofico" avrebbero decisamente più importanza.
My two cents,
Max
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