Modelli economici

max@mail.studiomasson.it massimo@mail.studiomasson.it
Mer 26 Lug 2006 17:18:25 CEST


sa.il@email.it ha scritto:
> Ciao,
> premetto che:
> 1) scrivo dal webmailer 
> 2) mi sto perdendo diverse mail della ML

*joke mode on*

insomma, sei proprio un disastro... ;)

*joke mode off*

[...]

> Prima di tutto chiedo scusa agli economisti, la
> mia era una curiosità di vecchia data e non voglio
> chiedervi o crearvi lavoro impossibile... 

Perchè scusarti? Non esiste nessun lavoro impossibile, esiste solo 
lavoro non retribuito adeguatamente... ;)

> Il discorso fatto sulla "Lettera aperta" mi ha fatto
> venire in mente che spesso, parlando di software libero
> e incontrando gente potenzialmente interessata, si ha 
> l'impressione che le idee siano abbastanza confuse.

Si, vero. Spesso anche da parte di chi parla, e non solo di chi 
ascolta... :D

> Partendo dall'equazione "libero=gratis", per arrivare

Eh, vedi...! Se si parte con assiomi errati poi si costruiscono intere 
teorie che possono facilmente vacillare...

> a cose del tipo "lavoro sul software libero=lavoro 
> gratuito o quasi", oppure "linux=giocattolo per smanettoni"...
> per finire allo sviluppo come "passatempo di idealisti",
> a volte ho l'impressione che circolino grossi equivoci
> sulla questione.

Condivido le tue impressioni e le tue sensazioni. Ce ne sono anche altre 
  comunque, in quanto in ambito "microeconomico" c'è molta sensibilità 
ad altri temi, quali "garanzie", "assistenza", "sicurezza" (non intesa 
in termini informatici, ma nel senso di trovare nell'elenco telefonico 
chi possa aiutare a "risolvere" i problemi aprendo una pagina a caso o 
poco più...) e via dicendo. Spesso questi sono ostacoli difficili da 
superare per l'introduzione di sw libero nelle attuali realtà.

> Per come la vedo io, pensare alla diffusione di una
> corretta cultura del software libero, vuol dire anche 
> presentarsi con una certa chiarezza in merito. Mi 
> rendo conto per prima di non saper rispondere alle 
> domande che ho elencato e di non saperlo spiegare ad
> un eventuale interlocutore. Come mi rendo conto che la
> questione è complessa in sè, non solo per me.

In realtà la complessità della questione credo dipenda dalla varietà di 
situazioni possibili, e dalla numerosità di risposte "ottimali" a molti 
problemi, a volte non dissimili tra loro.

> Ok, come non detto...

...no, perché?
Qui ogni volta che qualcuno risponde qualcosa poi si inizia una 
processione di scuse sconsiderate... caspita, il tema è 
interessantissimo invece. Solo ci vuole un po' di tempo ed un po' di 
concentrazione per iniziare ad affrontarlo...
Io personalmente ho apprezzato il tuo spunto, sta "girando in 
background", mi sono già venute in mente un paio di considerazioni, solo 
bisogna trovare il tempo e le energie per scriverle in maniera un po' 
organica, e poi da li (ri)partire a discuterne insieme.

Non abbandoniamo questo tema, diamogli solo un po' di tempo per fiorire, 
che ne dici?

> Grazie comunque dell'attenzione.

Eh, vedi sopra!

Max.


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