[Tech] Comunità e vpn
leandro noferini
lnoferin@cybervalley.org
Ven 14 Apr 2006 16:06:57 CEST
Gianni Bianchini <giannibi@firenze.linux.it> writes:
>> Già però perché limitarsi all'smtp e non estendere l'idea ad altri
>> servizi, visto e considerato che la cosa sembrerebbe semplice, forse
>> anche più che configurare e gestire postfix per permettere connessioni
>> cifrate e autenticate?
>
> La cosa sarebbe sicuramente importante come palestra tecnica poiche' le
> vpn sono uno strumento potente e versatile, con il quale personalmente
> riesco a risolvere un sacco di problemi. Pero' avresti fatto, cosa per
> carita' interessantissima di per se', "la vpn del flug", senza grosso
> valore aggiunto, soprattutto in termini di privacy/anonimato.
Evidentemente mi sfugge qualcosa.
Al di là del fatto che non ho mai parlato di anonimato, quello che
indicavo io era l'incanalamento del traffico delle "relazioni" fra
flugghisti (nel caso in esame) all'interno di canali riservati (non
anonimi), canali (forse l'immagine dei tubi risulta più chiara) nei
quali poi far scorrere quel che consideriamo più acconcio, sia come
gruppo sia come singoli: altre vpn (come suggeritomi durante la cena da
Pizzaman), messaggi privati e liste, una rete di server tor addirittura
e facciamo a chi la spara più grossa.
La mia idea era quella di eliminare la necessità (in prospettiva, sia
ben chiaro) di server "pubblici", sottoposti quindi a controlli "a norma
di legge" (legge Pisanu in primis), sostituendoli con una rete di
connessioni casalinghe (che invece sfuggono ai controlli di cui sopra in
quanto il traffico risulterebbe cifrato e quindi non collegabile a
richieste "di legge").
Cercando di essere più chiari: se domani _tutto_ il Flug esistesse non
più in quanto comunità che vive intorno al serverone ma in quanto
comunità che condivide esclusivamente una rete privata cifrata il nostro
attuale "punto debole", il serverone, perderebbe di centralità.
Ma, come ho scritto sopra, evidentemente ci deve essere una falla nel
mio ragionamento.
> Quello che sarebbe davvero interessante riuscire a fare e' costruire una
> rete privata su un substrato che garantisca anonimato forte in avanti e
> all'indietro, come ad esempio gli hidden services di tor. Ci sto
> pensando in questo momento e non escludo che questo si possa fare
> addirittura allo stato attuale, in quanto non mi pare ci sia niente in
> contrario a nascondere dietro alcuni hidden services altrettanti entry
> point openvpn, dal momento che tutto cio' che serve e' una connessione
> tcp punto-punto tra i gateway che puo' essere socksificata e
> torificata.
No, anche qui non capisco: in che senso parli di vpn "anonima"?
Per quello che conosco io di vpn (poco, male ed esclusivamente openvpn)
la cosa funziona con una autenticazione su un server il quale conosce
necessariamente tutti i partecipanti alla vpn stessa sia che si
connettano usando ip "rintracciabili" sia che passino attraverso proxy
anonimizzanti. Continuando con l'immagine di cui sopra, da quel che
capisco, te proponi di "sotterrare" i "tubi".
Sbaglio qualcosa?
> Mi e' venuta voglia di provare. :)
Siamo qui apposta.
--
Ciao
leandro
Un esteso e "normale" uso della crittografia è il sistema più forte
per rivendicare il diritto alla privacy nelle comunicazioni
telematiche: come tutti i diritti e come i muscoli se non viene
esercitato costantemente si atrofizza e va perso.
-------------- parte successiva --------------
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