[Tech] Comunità e vpn
leandro noferini
lnoferin@cybervalley.org
Mer 19 Apr 2006 20:11:11 CEST
Gianni Bianchini <giannibi@firenze.linux.it> writes:
>> Evidentemente mi sfugge qualcosa.
[...]
>> mio ragionamento.
>
> Forse c'e' solo da chiarire quali siano i requisiti. Realizzare una rete
> privata tra i flugghisti e' piu' che fattibile. Non so come si metta la
> questione per quanto riguarda l'interfacciarsi di questa rete con il
> mondo esterno (essenzialmente il web e l'invio di posta elettronica da
> parte di chi non sta "dentro"). Ci deve essere sempre un punto di
> accesso raggiungibile con protocolli standard, e di fatto quel punto di
> accesso e' considerato il "fornitore" del servizio, sbaglio?
Codesto puo' essere un problema ma non e' _il_ problema.
Nel mio primo messaggio ho parlato, non a caso, di _comunita'_.
Il problema nostro ora come ora, a mio modo di vedere, e' che per far
vivere questo gruppo siamo costretti a mantenere in piedi una
"sovrastruttura fisica", il serverone. Questa sovrastruttura ci comporta
degli obblighi nel mondo "reale" (contratti, responsabili legali,
obblighi di legge) che ci costano fatica e tempo. Le cose come il
serverone erano estremamente importanti (anche fondamentali) nel 1999
perche` un gruppo come il nostro poteva gestire con le sue modalita' e
per le proprie necessita' una serie di risorse (banda e connettivita')
allora estremamente rare; tanto che all'inizio c'era un monte di
entusiasmo e di attivismo intorno a quel computer.
Siamo nel 2006.
A casa nostra abbiamo una quantita' immane di queste risorse.
Possiamo continuare ad utilizzarle con progetti piu' o meno "etici"
(P2P, server per l'anonimato o quel che sia).
Io invece ho chiesto (tra le righe, lo ammetto): possiamo pensare di
usare queste risorse con un'ottica "comunitaria"? Nel senso di gruppo di
smanettoni che ha precise competenze tecniche e che condivide strumenti
comuni.
Se si' secondo me la prima cosa da pensare e' quella di eliminare
l'ultimo "aggancio nel reale" e sostituire gli strumenti che ci fornisce
il serverone con altri strumenti distribuiti nelle nostre case.
Per quello ho chiesto di sostituire _questa_ lista con una "ospitata" su
una vpn (la faccio breve perche` sto gia' scrivendo troppo).
Il resto del mondo rimane fuori (*).
Pero' chi se ne frega: il Flug (in prospettiva, insisto) si trova sulla
vpn che ha come tld .flug. Se non sai come raggiungerlo, come si dice in
francese, sculo. Se non puoi perche` leggi le liste del Flug dal PAAS
del Comune, come sopra.
Questo ci permetterebbe pero' di non dover rispondere a richieste di
log, di non dover necessariamente trovare i soldi per il contratto, di
trovare un responsabile per una cosa che pochi ormai percepiscono.
Quello che possiamo fare, quello si' sta tutto dentro il senso del Flug
e' farlo e raccontare a tutto il mondo (mettendo su un bel server web a
ruotare "round robin" nella vpn) come e perche` lo abbiamo fatto.
>>>Quello che sarebbe davvero interessante riuscire a fare e' costruire una
[...]
>>>torificata.
>>
>>
>> No, anche qui non capisco: in che senso parli di vpn "anonima"?
>
> Una vpn che si avvalga di tor come supporto, in modo che i nodi
> partecipanti non siano neppure riconoscibili come tali (in parole povere
> non si vedrebbe che questi nodi hanno una connessione openvpn attiva con
> qualcuno).
Secondo me la cosa va al di la' di quello che chiedevo io: nella mia
ipotesi il provider vede solo che io, te e altri trenta si scambiano un
monte di traffico cifrato.
La tua ipotesi nasconde anche questi trentadue (i quali pero' si devono
conoscere per cui contesto l'aggettivo "anonimo"): tutto molto bello
pero' cosi' facendo introduremmo un "layer" (mi piaccio cosi' tecnico)
che rallenterebbe probabilmente il tutto fino a renderlo praticamente
inutilizzabile.
>> Per quello che conosco io di vpn (poco, male ed esclusivamente openvpn)
>> la cosa funziona con una autenticazione su un server il quale conosce
>> necessariamente tutti i partecipanti alla vpn stessa sia che si
>> connettano usando ip "rintracciabili" sia che passino attraverso proxy
>> anonimizzanti. Continuando con l'immagine di cui sopra, da quel che
>> capisco, te proponi di "sotterrare" i "tubi".
>
> Esattamente.
Sono due piani diversi. Fra l'altro non necessariamente in
contraddizione. Semplicemente io prima costruirei i tubi.
Ma se ci facessimo una hacknight sulla cosa cosi' ci si letica per bene
dal vivo che e' sempre meglio?
(*) Sono un vecchio per cui ho solo memoria: gia' all'inizio del Flug si
pose il problema del "fuori". Se si legge il nostro manifesto c'e'
scritta una cosa relativa all'uso della posta elettronica come mezzo
principale di coordinamento del gruppo, mezzo che allora (inizi
1998) lasciava fuori la maggioranza che allora non conosceva ne`
tanto meno usava tale mezzo.
--
Ciao
leandro
Un esteso e "normale" uso della crittografia è il sistema più forte
per rivendicare il diritto alla privacy nelle comunicazioni
telematiche: come tutti i diritti e come i muscoli se non viene
esercitato costantemente si atrofizza e va perso.
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