[Flug] Mozione definitiva sul software libero
Neuromante
neuromant99@yahoo.com
Lun 30 Apr 2001 14:07:16 CEST
Grazie per i suggerimenti: ho fatto le seguenti
modifiche: ho messo in primo piano gli aspetti legati
alla sicurezza nella Pubblica amministrazione derivata
dall'uso di software libero (open source), riducendo
l'attenzione ai semplici aspetti del costo, che
potrebbe essere un boomerang.
Devo presentarla mercoledì massimo perchè stanno già
partendo dei corsi di aggiornamento per i dipendenti
del Comune di Firenze.
So che i puristi del software libero storcono il naso
di fronte all'eccessiva attenzione sull'aspetto
economico, ma serve anche da grimaldello per far
entrare prima nell'ordine d'idea che c'è qualcosa che
non torna nella situaziione attuale. Nonostante questo
il punto più essenziale deve essere quello della
sicurezza e, anche fuori dalla Pubblica
Amministrazione, i rischi di legare tutti al monopolio
di una singola casa di software.
Alessio Papini, capogruppo Verdi Comune di Firenze
------------mozione
testo------------------------------
Tipologia: Mozione
Proponente: Alessio Papini
Oggetto: Introduzione e espansione di Software Libero
nella Pubblica Amministrazione
Definito come Software Libero del software (sistemi
operativi, applicativi generici (eleboratori di testo,
gestori di database, navigatori internet ecc.) e
applicativi più specialistici) il cui uso non sia
soggetto a limitazione, tranne quella di imporre
limitazioni future sui prodotti da esso derivati (con
la cosiddetta licenza GPL: General Public Licence) e
il cui codice sorgente sia noto e liberamente
disponibile;
Letto l'appello seguito da numerose firme di
professionisti legati al mondo informatico, operatori
della pubblica amministrazione e altri cittadini dal
titolo "Soggezione informatica dello Stato italiano
alla Microsoft" che mette in evidenza il forte
sbilanciamento da parte della Pubblica Amministrazione
verso l'impiego pressochè esclusivo di prodotti
software di una sola azienda sia per quel che riguarda
i Sistemi Operativi che per le applicazioni cosiddette
da ufficio (word processor, data-base, presentazioni,
"client" di posta elettronica, ecc.): si consideri che
tale situazione ha instaurato un fortissimo monopolio
sui prodotti software;
Considerato il delicatissimo aspetto, trattando la
presente mozione di enti pubblici, della sicurezza
informatica, si fa presente come l'impiego di prodotti
proprietari di aziende che non rilasciano il codice
con cui sono stati prodotti i programmi rende di fatto
impossibile anche ad esperti sapere esattamente cosa
quel programma fa o può fare o potrebbero fare future
versioni. E' noto che alcuni programi proprietari sono
potenzialmente in grado di inviare via internet
notizie provenienti dal computer su cui sono
installati a computer remoti, anche all'insaputa
dell'acquirente, mentre la maggior parte dei software
proprietari, mantenendo segreto il codice sorgente,
rendono inattuabile o comunque molto complessa la
verifica se tale possibilità sia o meno presente nei
software installati. Questo aspetto sconsiglierebbe
quanto meno l'impiego di software proprietari (senza
codice sorgente controllabile) su personal computers
su cui siano depositati dati riservati e/o di valore.
Il rischio sopra esposto ha convinto alcuni paesi tra
cui la Francia (ad esempio il Ministero della Cultura,
dell'Educazione e del Tesoro), gli USA (compresi
agenzie governative come CIA, FBI e NASA), il governo
centrale Messicano e la Cina a dotare la propria
Amministrazione pubblica prevalentemente e
preferibilmente di software a codice aperto (open
source);
considerato che nello stesso appello di cui sopra si
rileva come dei pacchetti software sopra indicati
vengano messe sul mercato di continuo nuove versioni
dei prodotti, all'atto pratico diverse dalle
precedenti solo per pochi dettagli o poche marginali
funzioni, e che, come ogni utilizzatore di strumenti
informatici ha avuto modo di osservare, spesso non
esiste compatibilità fra due versioni di uno stesso
prodotto, derivando così che se un qualunque ufficio
della Pubblica Amministrazione che ha acquistato i
prodotti Office, poniamo, della serie 2000 trasmette
per posta elettronica o tramite floppy disk un
documento elaborato con questa versione ad un altro
ufficio che utilizza ancora i prodotti Office della
serie precedente, quest'ultimo non sarà in grado di
leggerlo. Si tratta, in pratica, per quanto variamente
mascherata con licenze multiple, sconti e piani di
upgrade, di una costrizione piuttosto discutibile, ad
acquistare sempre il prodotto piu' recente;
aggiornamento che spesso significa, per l'ufficio
acquirente, o un calo di produttivita' dovuto ad una
maggior lentezza dei prodotti piu' recenti (e
pesanti), od una maggiore spesa per aggiornare anche
lo hardware. Si tratta in pratica di una costrizione
piuttosto discutibile ad acquistare sempre, a caro
prezzo, il prodotto più recente;
ritenuto che requisiti essenziali per i dati della
Pubblica Amministrazione siano la 1) la sicurezza dei
dati trattati e conservati; 2) Comunicabilità dei
dati: cioè ogni documento messo a disposizione del
pubblico dovrebbe essere in un formato leggibile dai
principali programmi di videoscrittura e non solo da
uno o pochi; 3) Stabilità del formato: cioè al fine di
garantire la permanenza nel tempo della documentazione
prodotta dall'amministrazione, evitando di dover
ricominciare da zero in caso di cambiamento di
hardware o software quindi la continuità del lavoro di
essa, ogni documento deve essere in un formato
riputato stabile nel tempo, che non subisce evoluzioni
con l'evoluzione del software che lo elabora.
osservato che l'acquisto delle nuove versioni del
software Microsoft rappresenta una spesa ingente del
totale della spesa informatica, con costi che si
avvicinano a quelli sostenuti per l'acquisto
dell'hardware dei modelli più recenti di personal
computers;
visto che tali stanziamenti di spesa potrebbero essere
meglio investiti per potenziare il servizio di rete
pubblico, ad oggi di potenzialità insufficiente o per
la promozione di una maggiore alfabetizzazione
informatica dei cittadini;
analizzato che la tendenza considerata più
conveniente, anche nell'ambito della cosiddetta "nuova
economia", è quella di spostare gli investimenti sui
servizi come assistenza, corsi, formazione in genere e
installazione, investendo più sugli uomini: continuare
a proporre investimenti solo sul software e pochissimo
sui servizi è anacronistico e probabilmente fuori
mercato;
evidenziato che contestualmente alla soggezione della
Pubblica Amministrazione ai prodotti Microsoft si
registra il cronico e incomprensibile disinteresse per
il mondo del software libero, in particolare per
sistemi operativi ormai molto validi (come Linux) e
altri prodotti da ufficio funzionanti anche sotto
windows e dalle caratteristiche in buona parte
sovrapponibli a quelli dei prodotti Microsoft e che
possono essere acquisiti anche gratuitamente;
osservato anche che la frequente presentazione da
parte di siti pubblici di documenti in formato
"Microsoft word" (quasi che questo fosse l'unico
programma di videoscrittura esistente sul mercato)
opera di fatto una indebita e gratuita (almeno si
facessero retribuire per la pubblicità!) promozione di
una società commerciale ai danni di altre;
in considerazione che sono già in atto e che fra breve
è prevedibile siano avviati nuovi corsi di
riqualificazione informatica per i dipendenti
comunali;
Rilevato che internet e l'impiego di strumenti
informatici diverrà sicuramente quasi un obbligo per
ogni abitazione civile (come e più del televisore) di
qui a pochi anni. Non sembra davvero opportuno che in
ogni computer, in ogni casa ci sia soltanto software
prodotto da una sola azienda e il cui codice non è
noto a nessuno tranne ai produttori: questa ipotesi,
attualmente estremamente reale, apre scenari
preoccupanti almeno in potenza;
si invita l'Amministrazione Comunale
a rendere prioritario per gli uffici del Comune di
Firenze e ad invitare anche gli altri enti pubblici ad
acquistare pacchetti software per ufficio tenendo
conto di:
a) esigenze di sicurezza e quindi esclusivo impiego di
software libero o almeno open source per i computers
destinati ad utilizzare e immagazzinare dati
riservati, protetti dalla legge sulla privacy o
comunque di valore per l’amministrazione e/o per i
cittadini;
b) di valutare anche la componente costo del prodotto/
assistenza fornita allorché siano state riscontrate in
offerta concorrenziale caratteristiche comparabili di
facilità d'uso e rispondenza dei singoli prodotti alle
esigenze degli enti stessi (specie laddove queste si
identifichino, come normalmente accade, nella semplice
produzione di documenti, scampio di posta o in altre
elementari funzioni) nonché a verificare se analoghe
caratteristiche sono assicurate da prodotti che
possono essere acquisiti gratuitamente;
a considerare nella creazione dei budgets di spesa i
vantaggi derivanti da investire più in assistenza ed
installazione e meno nel software in particolare
impiegando software libero;
a promuovere l'impiego di formati di dati standard,
aperti e documentati, in quanto di estrema importanza
e flessibilità per mantenere la piena compatibilità
con futuri cambiamenti tecnici e avendo questo
notevole impatto nel caso di realizzazione di
programmi ad hoc per la PA senza nessuna conseguenza
sulla facilità d'uso;
ad inserire nel programma dei corsi di
riqualificazione informatica per i dipendenti comunali
anche l'impiego del sistema operativo Linux e di altri
prodotti di free software (e quindi open source) e ad
indirizzare i dipendenti all'impiego esclusivo nella
spedizione di documenti di formati di
salvataggio/interscambio leggibili da qualsiasi altro
programma di scrittura (ad esempio formato rtf) e non
semplicemente documenti nell'ultima versione
disponibile del programma di word processing di cui
dispongono; similmente si dovrebbe agire con gli altri
programmi di ufficio (tabelle, presentazioni, etc.)
ad attivarsi per mettere in atto politiche per
diffondere maggiormente il software libero e open
source nelle scuole e presso tutti i cittadini.
Alessio Papini, capogruppo Verdi Comune di Firenze
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Anche sul trono più elevato del mondo si é pur sempre seduti sul proprio sedere. (Montaigne)
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