[Flug] Intervento Papini su Linux Day (+ comunicato stampa in fondo)
Neuromante
neuromant99@yahoo.com
Gio 13 Dic 2001 15:12:59 CET
Questo è il testo dell’intervento al convegno
Linuxday!!
Ciao
Alessio
LE RAGIONI POLITICHE DEL SOFTWARE LIBERO
Provate ad immaginare come sarà la casa di tutti i
cittadini del mondo (almeno della parte che se lo
potrà permettere) fra - poniamo - 5 o 10 anni. Ogni
famiglia avrà il proprio computer collegato ad
internet, rendendo possibile un\u’era di comunicazione
e di scambio di informazione come mai prima, tanto
che il fantasma di Echelon (il sistema di controllo
del traffico informatico e telefonico messo in piedi
dai servizi segreti di USA, Gran Bretagna e Canada)
sarà ormai obsoleto.
Bene. Dalle attuali indicazioni di mercato è legittimo
ritenere che tutti questi computers funzioneranno con
lo stesso sistema operativo (Windows o qualche
successore) di proprietà di una sola azienda
statunitense di cui non sarà possibile sapere
esattamente cosa farà e come (per mancata messa a
disposizione del codice sorgente). Attualmente è
esattamente così.
Questo è il punto di partenza per capire
l\u’importanza di una futura diffusione di uno o più
sistemi operativi liberi, cioè la cui proprietà non
sia di una singola azienda ma governata da una licenza
d\u’so pubblica (GPL= General Public Licence).
Questa alternativa è già esistente da alcuni anni e la
punta più avanzata è rappresentata dal sistema
operativo Linux e dalle applicazione che girano su di
esso.
I vantaggi del software libero rispetto al software
proprietario sono di due tipi fondamentali.
Il primo è una motivazione, per così dire, di destra,
e cioè nasce dalla preoccupazione liberista per un
mercato governato da un prodotto monopolistico.
Secondo i principi del libero mercato questa non
garantisce al cliente la migliore garanzia per il
prezzo e la qualità del prodotto.
In effetti se negli anni '80 i computer per uso
casalingo si dividevano fra MS/DOS, Apple, Amiga,
Atari, Commodore, Spectrum e altri meno noti, nella
situazione attuale quote marginali di mercato sono
detenute, oltre a Microsoft, dalla sola
Apple-Macintosh per i sistemi operativi e poco di più
per il resto del software.
L'introduzione di nuovi competitori sulò mercato
sarebbe quindi salutare per gli acquirenti.
Una seconda motivazione (più, per così dire, di
sinistra) a favore del software libero nasce dal tipo
di licenza d'uso che lo caratterizza. Il software
libero è infatti copiabile senza limiti e il codice
sorgente è a libera dispozizione di ogni utente per
personalizzazioni, controllo, curiosità, studio o
quant'altro.
Si tratta quindi di un sistema operativo “new global”
dal punto di vista economico: infatti non ha un logo
unico predeterminato e difeso da copyright: non può
quindi essere trasformato in un prodotto in esclusiva
di una multinazionale. Anzi qualsiasi piccola azienda
locale può liberamente utilizzarlo e adattarlo alle
proprie esigenze trasformandosi in una software house
con le stesse potenzialità di una multinazionale sul
piano della disponibilità di programmi.
Si tratta di una netta differenza con la situazione
attuale nela quale buona parte degli utenti casalinghi
si trova in una situazione al di fuori della legge con
risvolti penali per le diffusissime copie pirata di
software proprietario. Col software proprietario è
come se fossimo obbligati ad usare un'automobile di
cui è vietat aprire il motore per sapere se funzionano
i freni, se va a benzina o a energia nucleare o se cè
una bomba a bordo.
Un altro aspetto essenziale è la sicurezza dei dati.
Il software propreitario è prodotto cn un codice
sorgente ignoto agli utenti, con la conseguenza che
non è permesso sapere esattamente cosa faccia il
software (ad esempio non vi è certezza che non abbia
una funzione che invia informazioni sull'utente verso
qualcun altro, ipotesi già verificata su alcuni
software proprietari).
Se tutto ciò può essere inquietante per l'utente
casalingo è addirittura essenziale per la Pubblica
Amministrazione che ha il dovere di difendere la
sicurezza e la riservatezza dei propri dati. Al
contrario computers con dati essenziali di ministeri,
polizia, banche, anagrafi ecc. girano tranquillamente
con sistemi operativi proprietari.
La Pubblica Amministrazione anzi sembra fare
pubblicità gratuita a Microsoft inviando documenti
spesso esclusivamente in formato proprietario
(illeggibili quindi a chi non abbia acquistato un
certo tipo di programma), vedi l'esempio del software
per la denuncia dei redditi del 2001.
In quest'ottica la mia mozione approvata dal Consiglio
Comunale di Firenze il Luglio del 2001 chiede di usare
software libero in modo esclusivo almeno da parte di
tutti quegli uffici che detengano dati riservati, di
diffonderlo per motivi culturali e di dirigere quindi
la spesa informatica meno verso l'acquisto dei
prodotti e più verso l'assistenza e la formazione.
Altro settore interessato dall'argomento in oggetto è
la ricerca scientifica in cui il software viene troppo
spesso impiegato come una sorta di scatola nera in cui
si inseriscono dei dati e se ne ottengono dei
risultati in output disinteressandosi del come i dati
vengono elaborati.
Dopo la mozione votata dal Consiglio Comunale di
Firenze i tempi sono maturi per un Disegno di Legge
per diffondere l'uso del software libero in Italia e
per investire allo scopo di coprire carenze del
software libero in certi settori specialistici legati
anche a problematiche localistiche (ad esempio
software contabile legato a normative nazionali e
regionali).
In una fase intermedia sarebbe comunque utile
diffondere anche software libero che gira sotto
windows, come molte applicazioni da ufficio, grafiche,
posta elettronica ecc..
Un aspetto interessante della possibilità pressochè
infinita di personalizzazione del software libero è la
possibilità di riadattarlo a vecchi computer obsoleti
per i quali non esiste più alcuna copertuta da parte
delle aziende di software proprietario, che anzi
tendono ad accelerare il turnover dei computers in una
spirale necessità di acquisto di nuovi
computer-necessità di acquisto di nuovo software, che
non sembra davvero un vantaggio per gli utenti finali.
Infine è estremamente interessante osservare come il
software libero sia una delle più imponenti opere di
ingegno (30 Megabyte di codice sorgente!) mai
prodotte: un sistema operativo e software collegato
interamente prodotto da migliaia di programmatori
volontari in rete al servizio di un grande progetto
ideale. E questo sforzo è in atto tutt'ora.
Pensate all'ipotesi di estendere un simile sistema di
produzione culturale anche ad altri settori per
produrre cultura libera, ad esempio una enciclopedia
libera universale (GNUPEDIA), dizionari, manuali
tecnici di base, nell'ottica di una
globalizzazionedella conoscenza questa sì davvero
positiva.
Alessio Papini, capogruppo Verdi Comune di Firenze
COMUNICATO STAMPA
Firenze, 01 Dicembre 2001
PAPINI (VERDI): «SOFTWARE LIBERO PER DIFENDERE LA
NOSTRA PRIVACY»
Software libero per difendere la nostra privacy.
È lo slogan lanciato questa mattina, in Palazzo
Vecchio, all’incontro su “Linux”, il sistema operativo
libero, organizzato dall’”Associazione progetto
Arcobaleno” ed al quale hanno partecipato l’
“Associazione software libero” ed il “Firenze Linux
users group”.
«Aderiamo al “Linuxday” per la diffusione del software
libero in Italia – ha detto il capogruppo dei Verdi
Alessio Papini - il Consiglio comunale è il primo in
Europa ad aver votato una mozione per il suo impiego e
la sua diffusione».
«Quest’occasione - ha aggiunto Papini - ha permesso di
riportare al centro dell’attenzione dell’utente
informatico di base i problemi connessi all’attuale
monopolio del mercato dei sistemi operativi: un solo
sistema di proprietà di una multinazionale con sede in
uno stato estero. Questo comporta dei gravi dubbi
riguardo alle modalità della concorrenza nel settore.
Inoltre la recente nuova legge sul copyright introduce
pene anche pesanti per chi usa programmi copiati».
«Negli ultimi tempi - ha aggiunto il capogruppo dei
Verdi - si è diffusa la paura delle backdoors, cioè
parti di programma inserite in un programma di uso che
nulla ha a che vedere con ciò, che possono, ad
esempio, inviare informazioni ad una certa locazione
internet ad esempio nel momento dello spegnimento del
computer. Con l'open source, codice aperto, questo non
è possibile nasconderlo. E' interessante pensare alle
conseguenze dell'utilizzo di programmi con eventali
backdoors da parte di uffici che trattano dati
riservati, ad esempio ministeri e banche».
«Siamo preoccupati al pensiero - ha proseguito il
capogruppo dei Verdi - che fra pochi anni ogni
famiglia italiana sarà collegata ad internet e tutti
con lo stesso sistema operativo sul quale non è
possibile un controllo completo».
«Ancora più preoccupante - ha concluso l’esponente
della maggioranza - il fatto che il software
proprietario sia ad oggi pressoché esclusivo nella
pubblica amministrazione: questo fa sì che la
sicurezza dei dati pubblici non sia adeguatamente
garantita. Linux e il sistema libero in genere è una
risposta già funzionale e completa a tutti questi
problemi. La libertà insita in Linux permetterà a poi
centinaia di piccole aziende informatiche locali di
trasformarsi in “software houses”». (fn)
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Anche sul trono più elevato del mondo si é pur sempre seduti sul proprio sedere. (Montaigne)
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