[Flug] Lettera da preparare per Prodi sul diritto d'autore
Al Papone
alessio.papini@unifi.it
Ven 17 Gen 2003 17:41:20 CET
Questa è la lettera che Adriano Sponzilli del Bologna Free Software Forum
ed io abbiamo inviato al Ministro Urbani sull'ipotesi di recepimento di
direttive liberticide sul diritto d'autore e uscita su Punto Informatico e
Interlex. Credo che alcuni fossero interessati a farne una versione da
confermare a Prodi lunedì in occasione dell'inaugurazione dell'Anno Accademico.
L'argomento sembra tecnico ma in realtà va a toccare la vita di tutti i
giorni di ognuno dio noi.
Ciao a tutti
Alessio Papini, capogruppo Verdi
Diritto d'autore
Lettera aperta al Ministro Urbani
di Alessio Papini e Adriano Sponzilli - 28.11.02 al Sig. Ministro dei Beni
e delle Attività Culturali On. Giuliano URBANI
Eccellenza,
come certo lei saprà, il Suo Ministero ha pubblicato uno schema di Decreto
legislativo, relativo alla "Attuazione della direttiva 2001/29/CE del
Parlamento e del Consiglio Europeo del 22 maggio 2001 sull'armonizzazione
di taluni aspetti del diritto d'autore e dei diritti connessi nella società
dell'informazione", che ora è in attesa di essere approvato dal Consiglio
dei Ministri.
Le scrivo per significarLe come, a mio avviso, l'approvazione di questo
Decreto legislativo, nel testo attualmente noto, possa portare gravi
peggioramenti nei diritti dei cittadini e degli utenti, come fruitori di
opere coperte da diritto d'autore e come titolari di libertà civili.
Il dibattito che in questi giorni si è sviluppato sulla questione ha
denunciato soprattutto la tassazione degli apparecchi di registrazione e
dei supporti di registrazione (cassette, videocassette, CD vergini, memorie
di massa, etc.). Si tratta chiaramente di un balzello odioso, che ogni
cittadino dovrà pagare alla SIAE sulla base della presunzione che lui
compia la duplicazione per uso personale di opere protette, anche se poi,
eventualmente in concreto, non la compie affatto. E gli importi prefigurati
di questa imposizione sono assolutamente sproporzionati.
Ma questa tassazione è solo uno dei problami di questo Decreto legislativo
ed è probabilmente il meno grave. Ci troviamo di fronte a una norma che
rischia di restringere concretamente le libertà individuali di ciascuno di
noi. Ed è sorprendente, quindi, quanto nessuno sembri rendrersi conto di
quello che sta realmente accadendo.La nuova normativa riconoscerà
legittimità giuridica alla così detta autotutela tecnologica, ovvero alla
pratica delle grosse case di produzione di musica, cinema, software di
tutelarsi contro la pirateria utilizzando delle tecnologia anti-copia. La
legge considera efficaci misure tecnologiche quelle che consentono ai
titolari dei diritti di controllare l'uso dell'opera tramite l'applicazione
di un dispositivo di accesso o di un procedimento di protezione (come la
cifratura o la distorsione) oppure attraverso un meccanismo di controllo
delle copie. La elusione delle efficaci misure tecnologiche sarà vietata,
con una serie di norme penali che tendono ad attirare nella sfera
dell'illecito tutta l'attività anche solo di studio dei sistemi di
protezione. Qui non si punisce più solamente la pirateria pura, la vendita
abusiva di contenuti copiati. Ora è punita la fabbricazione, la vendita,
persino la semplice detenzione di attrezzature volte alla elusione di
misure tecnologiche, che spesso consistono di apparecchiature informatiche
o software utilizzabile anche per altra attività del tutto lecite. È del
tutto irrilevante se di quelle attrezzature si intendesse fare un uso
lecito o illecito: queste diventano materiale di per se vietato, come se
fossero degli stupefacenti.
E lo studio sui problemi della sicurezza, la ricerca sulla crittografia? E
il testing delle misure di protezione effettuato da esperti indipendenti?
Probabilmente dovremo mettere sopra a tutti questi diritti una pietra
tombale. Negli USA una norma parallela a quella che noi stiamo per inserire
(ispirata dai medesimi trattati WIPO del 1996) è stata interpretata nel
senso di considerare vietata la semplice diffusione di informazioni
tecnologiche che potessero risultare utili ad agirare misure tecnologiche.
E la libertà scientifica?Ma la portata di queste norme sulla libertà
individuale di ciascuno di noi non si comprende fino in fondo, se non le si
guarda alla luce dello sviluppo che stanno avendo le tecnologie
informatiche oltre oceano. Il futuro dell'informatica potrebbe chiamarsi
Trusting Computing e potrebbe fondarsi sul Digital Rights Managment. Le
grosse case di informatica (Microsoft, Intel, AMD, IBM, HP, etc.)
unitamente ai grossi produttori e proprietari di contenuti (Disney, MPAA,
etc.) hanno formato un consorzio denominato TCPA composto da 170 aziende,
con lo scopo di sviluppare e in seguito adottare la piattaforma Trusting
Computing. Il computer del futuro, secondo il progetto di questi signori,
sarà molto più sicuro, mediante un uso massiccio di tecnologie
crittografiche. Le varie componenti hadware del PC prima si certificheranno
a vicenda, scambiandosi chiavi crittografiche di validazione sconosciute
all'utente, poi controlleranno anche la ''bontà'' dei programmi software,
che a loro volta dovranno essere certficati con delle chiavi per poter
girare. I softare ''buoni'' che gireranno su computer ''buoni'' saranno
quelli che rispetteranno il Digital Rights Management, ovvero avranno il
diritto di leggere dei contenuti crittografati, purché rispettino
scrupolosamente le prescrizioni imposte dal titolare dei diritti, che così
ne controllerà a distanza il rispetto. La stessa Microsoft nel presentare
il proprio progetto in linea con il TCPA e il DRM, che porta il nome in
codice di Palladium ha parlato della possibilità di mandare mail ''a
scadenza'' ovvero che durino per un certo periodo e poi si cancellino.
Esattamente come il messaggio che si autodistrugge dopo pochi secondi che
si vede nei film di spionaggio, con Palladium sarà possibile mandare
messaggi che dopo un certo tempo spariscano. Ci penserà il computer del
destinatario a cancellarle, senza che il proprietario possa opporvisi,
senza che possa ordinare al proprio PC di fare diversamente. Pare che a
nessuno sia venuto in mente che, forse, conservare la corrispondenza che è
a noi indirizzata, potrebbe essere un nostro diritto, anche contro la
volontà del mittente. E che forse è assolutamente illecito creare una
piattaforma informatica nella quale il mio computer obbdendo ad altri
distrugga le lettere che io ho ricevuto.
Se l'utente deciderà di utilizzare programmi non certificati, non avrà la
possibilità di leggere i contenuti crittografati, se li vorrà leggere dovrà
usare software certificati, che però non obbediranno a lui, ma obbediranno
al DRM. E siccome il futuro è fatto di software che vengono continuamente
aggiornati on-line, i PC comunicheranno in continuazione con le case madri
dei vari programmi che hanno dentro, senza che il titolare ne sappia nulla.
E oltre a aggiornarsi potrebbero mandare informazioni sull'attività del
proprio utente, su quali programmi usa, quali film in DVD vede e quali CD
ascolta al computer.
Nelle dichiarazioni dei suoi creatori il sistema Trusting Computing sarà la
soluzione finale contro i problemi di sicurezza, niente virus, transazioni
economiche in rete più sicure, possibilità di acquistare contenuti
multimediali anche in rete, garantendo i diritti dei loro proprietari. In
realtà si profila un futuro in cui ogni cittadino comprando un computer si
metterà in casa una spia, un controllore.
Se il Trusting Computing nascesse oggi, sarebbe ancora lecito per la
concorrenza delle case informatiche del consorzio almeno provare a fare dei
programmi che senza ''tradire'' il proprio utente consentano di accedere
lecitamente ai medesimi contenuti, o potrebbe essere lecito ad un utente
tentare di aggirare le restrizioni illegittime imposte o impedire le
violazioni della propria privacy.
Onorevole Ministro, il Decreto legislativo che vi accingete a varare
renderà illecito ogni tentativo in questo senso. Renderà illegale il
materiale informatico che possa consentirlo, vietata la diffusione di
informazioni in merito.
E si noti che qui non stiamo parlando di nessun tentativo di pirateria o di
violazione del diritto d'autore, parliamo solo di utenti che pretendano di
accedere in maniera non controllata a contenuti che hanno legittimamente
acquistato o di difendersi da intrusioni nella loro vita privata.
La logica di questo nuovo paradigma di rapporti fra produttore e utente è
totalmente nuova. Ci troviamo di fronte ad una macchina che di volta in
volta deve decidere se funzionare o non funzionare a seconda del compito
che le viene richiesto. Se io acquisto una penna a sfera mi aspetto di
poterci scrivere o disegnare qualunque cosa, anche cose sgradite al
fabbricante della penna e al produttore dell'inchiostro, anche critiche
alle loro aziende. In futuro acquistando un PC potrei non avere la medesima
garanzia e considerando la centralità che questo strumento avrà nella vita
quotidiana di tutti noi e la centralità che l'informatica avrà nella vita
democratica delle nazioni evolute, non c'è da dormire sonni tranquilli.Lo
schema di Decreto lesiglativo introdurra una nuova nozione, quella di
"messa a disposizione del pubblico di opere in modo che ciascuno possa
avervi accesso dal luogo e nel momento scelti individualmente". Il titolare
dei diritti non si limiterà più a vedere un diritto di fruizione di
quell'opera, come accade ora ogni volta che si acquista un libro, un disco,
un programa, ma potrà determinare una vendita di questo diritto in termini
delimitati nel tempo, nello spazio, nelle modalità di fruizione e
nell'identità dei fruitori.
Questo sta a significare, essenzialmente, che nel bilanciamento di poteri e
possibilità di scelta fra il titolare dei diritti e il fruitore, si arriva
ad uno squilibrio totale di forze a favore del primo. In base al Suo schema
di decreto, Onorevole Ministro, chi acquista un diritto d'uso secondo
questa modalità di messa a disposizione non si vede riconosciuto nessun
contenuto legale mimimo del suo diritto; non ha, cioè, alcun diritto che
gli viene riconosciuto ex lege, nessuno a parte quelli contrattualmetne
stabiliti da chi gli trasferisce l'opera. Questa nuova modalità fa cadere
anche il tradizionale diritto a effettuare una copia di sicurezza, così
come sparisce il c.d. ''esaurimento dei diritti conseguente alla prima
vendita''. Questa formula tecnica sta a significare che, con la disciplina
attuale, quando acquistiamo un libro, la vendita fa cadere i diritti del
titolare su quell'unico esamplare, che non possiamo riprodurre in più copie
ma che per il resto è nostro a tutti gli effetti, possiamo rivenderlo,
prestarlo, farne l'uso che preferiamo fino a quando vogliamo, i nostri
nipoti potranno tramandarselo fino a quando non si ridirrà a polvere di
carta. La messa a disposizione nel luogo e nel momento scelti
individualmente cancella questi diritti. È teoricamente possibile vendere
un libro vietandone la rivendita; oppure a scadenza: ''questo CD musicale
si autodistruggerà fra un anno''; oppure ad personam: ''questo
videocassetta potrai leggerla solo tu, se inviti un amico a vederla a casa
tua commetti un illecito''.
Ipotesi fantasiose? Per la diffusione tradizionale forse, ma per la
diffusione di contenuti multimediali per via informatica è realtà. Negli
Stati Uniti sono in vendita manuali universitari in formato E-Book, cioè
dei libri elettronici che anziché essere su carta vengono spediti via mail
e visualizzati sul monitor. Peccato che sia impossibile stamparli, che
possano essere usati solo sul computer originale e quindi sia impossibile
rivenderli o prestarli e soprattutto, che alla fine del semestre accademico
si autodistruggano. Scopo dichiarato dell'operazione: impedire che gli
studenti più anziani degli anni successivi passino i loro vecchi libri ai
più giovani.
Onorevole Ministro, il Suo Decreto legislativo modificherà radicalmente il
concetto di fair use, ovvero di uso lecito e lo farà lasciando mano
completamente libera alle grandi case proprietarie di diritti (case
discografiche, major cinematografice, case editrici), senza nessun elemento
di tutela legislativa a favore del fruitore.Onorevole Ministro Urbani, Le
chiediamo di voler riconsiderare lo schema di Decreto legislativo da lei
varato, di voler bloccare la procedura di approvazione per meglio
riconsiderare la questione, eventualmente di concerto con le realtà della
società civile impegnate su questi temi.La salutiamo cordialmente.
Alessio Papini
Consigliere Comunale di Firenze
gruppo.verdi@comune.firenze.it
Adriano Sponzilli
Bologna Free Software Forum
adriano.sponzilli@virgilio.it
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