[Flug] Lettera di IP Justice

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Mer 3 Mar 2004 08:40:18 CET


IP Justice Media Release ~ 23 Febbraio 2004

Contatti: Robin D. Gross, Direttore Esecutivo IP Justice 
	  +1 415-553-6261	    robin@ipjustice.org

Una Controversa Legge sulla Proprietà Intellettuale 

Oggi   e  domani   (23-24 febbraio   2004)  la  controversa  Direttiva
dell'Unione   Europea per   l'Imposizione  dei   Diritti  di Proprietà
Intellettuale  ("European   Union Directive  for the   Enforcement  of
Intellectual Property Rights", IPRED) giungerà alle fasi conclusive di
dibattito  all'interno   del Comitato per   gli  Affari Legali dell'EU
(JURI).  Nonostante sia   stata  criticata da  gruppi per   le libertà
civili, da  scienziati    e da settori  dell'industria   per   il modo
estremamente rigido  in   cui  i consumatori vengono    trattati dalla
direttiva,   quest'ultima   ha   viaggiato all'interno   del  processo
legislativo europeo  a  una velocità mai vista   prima  e minaccia  di
diventare legge dell'UE entro il prossimo mese.

Lo scopo   originario della   direttiva  era   l'armonizzazione  delle
legislazioni  che  i   vari    Stati   Membri  adoperano  contro    le
falsificazioni  commerciali su  larga  scala.   Ma alcuni accordi   di
corridoio hanno allargato lo spettro della direttiva fino ad includere
qualsiasi violazione, incluse quelle  minori, non intenzionali e non a
scopo commerciale come nel caso degli utenti di sistemi P2P.

La direttiva crea nuovi e  potenti strumenti per l'applicazione  delle
norme relative, strumenti   che verranno usati  contro il  consumatore
europeo medio che abbia commesso violazioni  incidentali e non a scopo
commerciale.  Per esempio,   i  dirigenti dell'industria  discografica
potranno effettuare perquisizioni e sequestri  nelle case degli utenti
di sistemi P2P e bloccare conti bancari in base al semplice sospetto.

Questa direttiva non causerebbe alcun  problema alla maggior parte dei
consumatori se essa  utilizzasse le proprie  "armi  nucleari" contro i
grandi  falsari.  Ma la mancanza di  proporzionalità nei confronti dei
consumatori e delle violazioni a scopo non  commerciale crea un grosso
problema.

"Il Digital  Millenium Copyright Act (DMCA)  ha generato simili poteri
extragiudiziari    e   tali  poteri    hanno  permesso   all'industria
discografica    di  spaventare ed    estorcere  denaro  a migliaia  di
consumatori statunitensi che utilizzavano  sistemi P2P per  scambiarsi
brani musicali" - ha detto Robin Gross, avvocato e Direttore Esecutivo
di IP Justice,  un'organizzazione internazionale per le libertà civili
che promuove   una  legislazione equilibrata  in  materia di proprietà
intellettuale.  "L'ampiezza   esagerata    della direttiva  permetterà
all'industria  discografica  di  violare   i  diritti di   milioni  di
consumatori europei per illeciti minori".

Lo scorso  autunno una coalizione  internazionale di 50 gruppi  per le
libertà civili  ha inviato  una  lettera al  Comitato  per gli  Affari
Legali dell'EU (JURI)  invitando quest'ultimo a respingere la proposta
di  direttiva a  causa   del danno che   che essa  avrebbe creato alle
libertà civili, alla concorrenza e  all'innovazione.  La lettera della
Campagna   per un  Ambiente Digitale  Aperto  ("Campaign  for an  Open
Digital Environment", CODE) è stata tradotta in 9 lingue.

Particolarmente   problematico è  il  fatto  che  questa  direttiva ha
attraversato  l'intero processo  legislativo  a  rotta  di collo.   Il
Proponente della direttiva  (che è anche la moglie dell'amministratore
delegato di    Vivendi-Universal), la   Sig.ra   Janelly Fortou,    ha
utilizzato   il "Fast  Reading",   una procedura  usata  raramente per
direttive non soggette ad  interpretazioni contrastanti, in cui vi sia
inoltre un accordo  unanime sull'oggetto di discussione.  Bisognerebbe
far sì che  questa direttiva, enormemente controversa,  sia sottoposta
ad  una  seconda lettura  dove  le  sue  disposizioni  possano  essere
adeguatamente dibattute  dal   pubblico e dal legislatore,   prima  di
venire imposte in tutta Europa.

Le sanzioni penali  inizialmente  previste nella direttiva  sono state
recentemente escluse dalla proposta  in cambio dell'allargamento dello
spettro   ai     casi  di violazioni   incidentali     o  a  scopo non
commerciale.   Si  tratta di una   cessione  non necessaria, poiché la
direttiva (sotto la procedura  "Primo Pilastro") non aveva  l'autorità
politica sufficiente per  creare una sostanziale legge penale.  Questa
direttiva   non può creare  sanzioni   penali capaci di sostenere  uno
scontro legale alla Corte di Giustizia Europea.  La direttiva dovrebbe
passare  attraverso    la   procedura   "Terzo   Pilastro"  per  poter
legittimamente gettare le basi di una legge penale europea sui diritti
di proprietà intellettuale.   Quindi l'accordo segreto che ha prodotto
l'attuale  testo  in  cambio   della  rimozione  delle   sanzioni  era
completamente non necessario.   Le sanzioni penali  erano comunque non
appropriate per questa  direttiva,  quindi non c'era alcuna  legittima
giustificazione perchè  l'Unione  Europea  allargasse gli scopi  della
direttiva    anche agli   illeciti   non   commerciali  in  definitiva
danneggiando milioni di consumatori Europei.

All'inizio  di questo mese,    il governo statunitense   ha presentato
commenti   inter-agenzia    sulla  proposta   di   direttiva  europea,
supportando l'allargamento alle violazioni non commerciali.

Dopo che il Comitato JURI avrà approvato  la direttiva il 24 febbraio,
essa dovrà  passare per l'Assemblea  Plenaria per un  dibattito finale
prima del voto che  sarà l'8-11 marzo 2004.   Gli Stati Membri avranno
due anni per il recepimento nei loro ordinamenti nazionali dopo che la
direttiva sarà adottata.

La sezione britannica della  Fondazione per una Libera  Infrastruttura
dell'Informazione (FFII-UK) ha proposto  una serie di  emendamenti che
ridurrebbe  i pericoli cui la direttiva  espone i consumatori, inclusa
la limitazione degli scopi ai soli casi di dimensione commerciale.  Il
3 marzo è   l'ultimo  giorno disponibile per   la  presentazione degli
emendamenti prima del voto finale nella Plenaria l'8-11 marzo 2004.

Per maggiori informazioni:

Campagna Internazionale per un Ambiente Digitale Aperto (CODE):
  http://www.IPJustice.org/CODE/

Attuale (16 Feb.) testo della direttiva IPRED
  http://www.ipjustice.org/CODE/021604.html
  http://register.consilium.eu.int/pdf/en/04/st06/st06376.en04.pdf
  http://www.ipjustice.org/CODE/st06376.en04.doc

La lettera di CODE al Comitato Europeo JURI (11 Agosto 2003):
  http://www.ipjustice.org/CODE/translations.shtml

I membri del Comitato Europeo JURI:
http://wwwdb.europarl.eu.int/ep5/owa/p_meps.short_list?ilg=
EN&iorig=committees&ipv=&ipos=&iukconst=&ipolgrp=&icom=C06
&idel=&iothbody=&ictry=&ictry=&iukreg=&iaction=search

Emendamenti proposti dalla sezione britannica della Fondazione per una Libera 
Infrastruttura dell'Informazione (FFII-UK):
  http://www.ffii.org.uk/ip_enforce/andreas2.html

I commenti del Governo statunitense sulla direttiva IPRED:
Inter-Agency Submission with input from USPTO, USTR, US Copyright
Office, US State Dept. (February 2004)
  http://www.ipjustice.org/CODE/usgovt_EUIPRED.html

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IP Justice è una organizzazione internazione per le libertà civili che
promuove leggi bilanciate sulla  proprietà intellettuale.   IP Justice
difente i diritti  dei consumatori ad utilizzare  i media digitali  in
tutto il mondo ed è una organizzazione senza scopo di lucro con sede a
San Francisco.  IP Justice è stata   fondata nel 2002 da Robin  Gross,
che è il suo  Direttore Esecutivo.  Per  saperne di più a proposito di
IP Justice, visita il sito web all'indirizzo http://www.ipjustice.org.



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