[Flug] Lettera al Garante

Paolo Sechi sechi@coopcenacolo.it
Ven 29 Lug 2005 14:29:25 CEST


Ho provato a risistemare la lettera pubblica per il garante, che
potrebbe essere passata anche ai giornali specialistici e non.
Colgo l' occasione per proporre al rientro dalle vacanze un momento
d'icontro per firmare la lettera e vedere insieme la
denuncia/esposto/querela. Magari un' altra bella cena, per ricordarci
che 'il Flug non esiste'!!

La parte sui punti da porre in rilievo credo sia assolutamente da
rivedere da chi ha più a mente le priorità in gioco. Avanti, Winston Smith!!

Egregio Sig. Garante,

Chi le scrive fa parte della numerosa schiera di cittadini che navigando
per la rete Internet hanno scelto di usufruire dei servizi che un gruppo
di volontari ( il Flug ) mette a disposizione della comunità.
Con questa lettera vorremmo porre alla sua attenzione su alcuni eventi e
chiedere il suo intervento in merito ad essi. Ci riferiamo  agli
accadimenti degli ultimi mesi  che hanno portato i responsabili del
Serverone ( i Volontari di cui sopra) a presentare un esposto-querela
alla magistratura.
Lasciando agli organi competenti il far chiarezza sugli eventi, vorremmo
chiederle rassicurazioni sullo stato attuale della tutela della nostra
privacy in rete. Riteniamo infatti che al di la di quelle che sono le
persone direttamente interessate in qualità di responsabili, ciò che si
configura - se si confermassero i fatti ipotizzati nell' esposto - è una
violazione della privacy di massa.
Visto e considerato che le informazione al giorno d' oggi sono
conservate e veicolate per lo più  attraverso i canali informatici
abbiamo particolarmente a cuore la tutela dei server che svolgono tali
funzioni in forma istituzionale o indipendente.
Tutti noi utilizziamo servizi disponibili in rete per comunicare
affidandoci alla responsabilità di alcune persone che dedicano il loro
tempo a fornirci i loro servizi. A queste persone ci affidiamo dunque
per nostra scelta, e da questi ci aspettiamo il rispetto della
rivervatezza dei nostri dati e delle nostre comunicazioni.
Eravamo fino ad oggi convinti che in ogni caso ad essi, come ad ognuno
di noi, fosse dato di conoscere sempre lo stato delle informazioni e
dei dati propri o affidati e che qualsiasi indagine o controllo dovesse
avvenire - ove possibile - alla luce del sole e il più possibile
circoscritto. Ma questo ed altri eventi avvenuti di recente hanno minato
profondamente questa nostra convinzione.

Con questo esprimiamo non un giudizio su come stiano realmente i fatti,
che lasceremo come già detto chiarire a chi di dovere, ma una forte
preoccupazione. Un sentimento questo che viene anche rafforzato da un
clima di allentamento delle politiche di tutela della privacy e sempre
più frequenti eccezioni dovute a paure ed eventi momentanei.
Questo contesto ci rende più insicuri, più deboli e ci riporta indietro
di diversi anni, come se molte delle conquiste che il suo ufficio di
garanzia ha ottenuto con notevoli sforzi non ci fossero state.
Gli ultimi provvedimenti adottati a livello europeo e nazionale  in
onore della pubblica sicurezza - per molti versi anche comprensibili -
portano  fortemente alla ribalta il dubbio di come possano non diventare
permanenti al persistere del contesto scatenante. Sarebbe pertanto per
noi sollievo che venissero ribaditi e rafforzati alcuni elementi che ci
stanno a cuore, e che proviamo a riassumere in pochi punti :
- i sistemi informatici sono ugualmente delicati quanto i tradizionali
canali di comunicazione
- servizi disponibili a tutti e gratuiti in rete hanno carattere
pubblico e quindi rivestono interesse comune.
- il principio dell'informazione. Chiunque deve poter sapere
(tempestivamente) quale sia lo stato di detenzione e diffusione dei
propri dati, o di quelli di cui è responsabile e/o affidatario.
- il principio della circoscrizione del controllo è prioritario. Ciò
significa che non si può, ad esempio controllare migliaia di caselle di
posta solo per controllare alcune caselle sospette. Altrimenti la
propagazione rischia di portare al controllo dell' intero sistema di
posta elettronica. E la Privacy?
Ovviamente se i responsabili di tale atto si rivelassero dei privati
cittadini o delle organizzazioni private ciò non desterebbe scalpore -
sapere è potere - e ciò che chiederemmo in tale situazione sarebbe
semplicemente il normale adempimento delle procedure di legge. Forse una
particolare attenzione alla delicatezza della materia in questione, ma
niente di più.
Il problema è che se le istituzioni non stanno attente a sancire dei
paletti insormontabili e delle procedure consone, come si può pretendere
una diffusione della cultura della privacy?
Concludiamo con questo interrogativo proponendoci di essere da stimolo
alle domande che quotidianamente l'accompagnano. Certi che saprà
rispondere con solerzia ed efficacia ai nostri dubbi le porgiamo i
nostri saluti.

Gli utenti del Serverone

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