[Flug] [ebisenzi@infoaccessibile.com: invito alla lettura]

Leandro Noferini lnoferin@cybervalley.org
Gio 24 Maggio 2012 07:01:53 CEST


Ciaol a tutti,

letture interessanti.

----- Forwarded message from ebisenzi infoAccessibile <ebisenzi@infoaccessibile.com> -----

Date: Wed, 23 May 2012 15:56:05 +0200
From: ebisenzi infoAccessibile <ebisenzi@infoaccessibile.com>
To: lnoferin@cybervalley.org
Subject: invito alla lettura
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	Thunderbird/11.0.1

+kaos
10 anni di hacking e mediattivismo
a cura di Laura Beritelli
di Autistici & Inventati

L’esperienza collettiva di un gruppo di ragazze e ragazzi appassionati
di tecnologia e comunicazione che hanno fatto proprio il motto di
Primo Moroni “Condividere saperi, senza fondare poteri”.

“All’inizio la lista era un casino” – Pinke
“Era il 2000, no, no, era il 2001, aspetta guardiamo...
ah sì (sospiro). Era maggio” – Cojote.
[iptables -A INPUT -p all -s ! 127.0.0.1 -j DROP]

Alla fine del XX secolo la scena hacker era avanguardia pura. Quando
le idee, le pratiche e le scorribande nella rete di questa nicchia di
sperimentatori telematici iniziarono ad attirare l’attenzione del
mainstream, in Italia un manipolo di attivisti ebbe l’intuizione che
la comunicazione fosse davvero la sostanza in cui si sarebbero
espressi i processi sociali, politici e culturali dell’immediato
futuro.
Il collettivo A/I, o Autistici/Inventati, nasce nel 2001 con
l’obiettivo di creare un server autogestito e fornire gratuitamente
servizi web nel rispetto dell’anonimato e della privacy. Il loro
veicolo informatico è sopravvissuto a molti tentativi di repressione,
a denunce, sequestri, inchieste giudiziarie. Nel tempo, ha costruito
una rete di server collocati in molti paesi del mondo che gli permette
di offrire a diverse migliaia di utenti gli strumenti per una
navigazione consapevole, che tutela la loro libertà di informazione e
comunicazione.
Questo libro è prima di tutto un azzardo, un tentativo di narrazione
pensato a partire dai ricordi di chi in A/I c’è stato, di chi passava
di lì per caso ed è rimasto, di chi ha dato una mano, di chi ancora,
ogni giorno decide che ne vale la pena. È, al contempo, il racconto di
un’avventura abbastanza unica nel mondo del digitale e la
ricostruzione di una serie di percorsi formativi mai lineari, al
limite tra gioco e impegno politico.

Presentazione di Sandrone Dazieri
Prefaziosa di Ferry Byte

Laura Beritelli (Firenze, 1978) ha una laurea in Ermeneutica
Filosofica. Dal 2007 è redattrice della rivista Humana.mente, un
quadrimestrale di studi filosofici pubblicato gratuitamente online.

288 pp. - illustrato

ISBN 978-88-95029-62-7

In libreria dal 30 maggio 2012. Ordinabile già da ora tramite il sito

<http://www.agenziax.it/?pid=63&estratto=1&sid=30>

Prefaziosa. Le voci inventate di un autismo digitale unico e irripetibile
Ferry Byte

Preparatevi a leggere un libro dove militanti ossessionati dalla
crittografia mettono a nudo la propria organizzazione e dove la
comunicazione digitale targata media activism, dopo aver accompagnato,
totalmente o in parte, la vostra esistenza negli ultimi anni, prende
letteralmente corpo con tanto di nickname.
Se siete fruitori compulsivi dei server di movimento
Autistici/Inventati oppure Indymedia Italia, allora questo è il posto
giusto per capire quali sono i meccanismi alla base della
comunicazione digitale dei mediattivisti italiani. Lo svelamento di
questi meccanismi vi sorprenderà, ma soprattutto non potrà fare a meno
di cambiarvi, di permettere alla vostra coscienza di evolvere
(rispetto allo stato di cose presenti) e quindi inciderà nella vostra
percezione di come va il mondo, e non solo quello digitale.
Questo libro è stato una sorpresa anche per me, che alla generazione e
alla crew di Autistici e Inventati non appartengo ma rispetto alla
quale mi sento – genealogicamente e idealmente – fratello maggiore.
Dopo la prefazione scritta per Mela marcia, ben venga – per me –
l’opportunità di scrivere una nuova prefazione di parte ovvero
un’altra prefaziosa. Bisogna in effetti essere in parte di parte per
poter apprezzare pienamente questo libro che ha anche il pregio di
riuscire a portare dalla propria parte anche la maggior parte dei
lettori che, pur non essendo tifosi del mediattivismo italiano,
decideranno di leggerlo. Va apprezzato l’approccio narrativo con cui è
rivelata la reale natura dei rapporti fra politica e media (digitali e
non), fra poteri reali e forme temporanee di contropotere.
Leggendolo tutto d’un fiato, la narrazione mi ha letteralmente
travolto: un impetuoso torrente di voci che traccia la storia di dieci
anni di passioni e furori, gaffe e idee che hanno caratterizzato
l’attività di un vasto collettivo di militanti digitali che è riuscito
a far parlare di sé in tutto il mondo. Il merito più grande di questo
racconto corale – quasi una trascrizione di tante sottoculture
underground orali emerse come un fiume carsico – è quello di
umanizzare un certo tipo di comunicazione digitale: sapere che dietro
un servizio comunicativo, una sigla, una rete di blog, un anonymous
remailer si cela un preciso nickname, una persona in carne e ossa –
con il suo carattere, sesso, età, opinioni – sicuramente dà
plus-valore a tutto ciò che abbiamo potuto godere dagli schermi dei
nostri portatili in questi lunghi e faticosi anni.
Già... La fatica, il dolore e l’impegno. Sono cose che trasudano da
questo libro e non potrebbe essere altrimenti per chi ha avuto la
voglia e l’obiettivo di raccontare sul web un movimento italiano che
in questi anni ha conosciuto morti, fermi e arresti, neanche fosse in
atto una rivoluzione o un fantasma si aggirasse per il mondo... Invece
le voci dei No TAV o dei no global merita(va)no decisamente maggior
ascolto anche alla luce della realtà dei fatti e soprattutto
riarrotolando la pellicola delle politiche – spesso illogiche e
socialmente inutili – che cercano di contrastare.
Sulla pelle di questi ragazzi, in dieci anni, sono passati il G8 e la
TAV, l’attacco dal volto feroce delle major e i colpi di coda della
SIAE alla libera condivisione delle informazioni sul web. In dieci
anni si è incarognito l’attacco di entità aziendali e politiche che si
sono sentite offese dagli afflati controinformativi. In dieci anni si
sono susseguite denunce a sequestri dei server. La privacy si è
disciolta come neve al sole di Facebook, sulle nostre vite digitali è
sfrecciato lo tsunami della globalizzazione, l’airbus della crisi
economica. Un mondo sconquassato in un solo decennio. Ma non
meravigliatevi se li incontrate sempre vestiti di scuro, con lo
sguardo diffidente e la lingua tagliente. Hanno sempre mantenuto lo
stile crudo e diretto per non perdere il filo di questi durissimi e
pesanti anni.
Ma il tono che trasuda dal libro non arreca affatto tristezza,
nostalgia o senso di sconfitta. Nella narrazione al contrario prevale
l’umorismo, il compagno dell’intelligenza sveglia e dello spirito
critico. Questa, sì, la risorsa estrema a cui ricorrere per
sopravvivere quando si è assediati e si percepisce sul collo il fiato
del tecnocontrollo poliziesco... Monitorati, quando magari si è solo
allestito un network di comunicazioni crittate per scambiarsi le
ricette di cucina!
In questo libro sono tante le narrazioni, ma c’è anche tanto non
detto. Anzi forse è la parte rilevante del messaggio di fondo: se le
motivazioni e le giustificazioni spesso latitano, è peraltro
lucidissimo il filo conduttore – di pensieri e azioni, tutte
innegabilmente rivolte al concetto di bene comune e di miglioramento
della prospettiva individuale e collettiva. Il fil rouge del libro è
quello dei movimenti alternativi allo stato di cose presenti.
Mentre leggerete il libro, sentirete in sottofondo lo sfrigolio di
Matrix - la storia parallela dell’evoluzione tecnologica della
comunicazione digitale vista dalla scomoda posizione di chi ha la
presunzione e la voglia di farsi avanguardia, avendo potuto
sperimentare per primi tutta una serie di possibilità tecnologiche e
aver poi goduto del privilegio di Cassandre hi-tech: poter distribuire
una serie di “L’avevo detto io!” a platee più o meno numerose di
ascoltatori perlopiù poco disposti a capire e a mettersi in gioco
rispetto alle novità del momento. Nel giro di una manciata d’anni
siamo passati dall’ascoltare programmi radio notturni di improbabili
suoni audio bzz... scrthcchh... e ftbleehh... che, registrati su
cassette audio (!?!) e opportunamente modulati e demodulati (toh! ecco
perché si dice modem...), diventavano giochi software da utilizzare
sullo ZxSpectrum dell’amico (che poteva permettersi il lusso di
comprarselo) alle mirabilia del mondo social: ma nel mezzo ci sono
state le BBS (bulletin board system), la nascita del web, i newsgroup,
i canali IRC (Internet Relay Chat) e le mailing list, la posta
elettronica, i blog, i video online e tutti i social media...
Un decennio filtrato attraverso le lenti di un collettivo impegnato a
fare controinformazione nelle situazioni più disparate ed estreme.
Ciò ha creato una vera e propria schiera di disinvolti tecnologici che
ora si troveranno a gestire (in attesa di un prossimo cambio
generazionale) chissà quali nuove avversità e innovazioni tecnologiche
al tempo stesso.
A/I sta per Autistici/Inventati ma chissà che questa assonanza non
giochi con l’acronimo inglese di Artificial Intelligence: in ogni caso
di zone temporaneamente autonome (TAZ) se ne sente ancora oggi il
bisogno e gli strumenti della comunicazione digitale continueranno a
tornarci utili. Senza farci distogliere dalla capacità di riflettere
sui contenuti e sulle idee da veicolare.
-- 

blogger di Scacco al Web http://scaccoalweb.dotblog.it


----- End forwarded message -----

-- 
Ciao
leandro
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