[Flug] da ILS.....
Federico Bruni
fedelogy@gmail.com
Lun 5 Nov 2012 07:54:49 CET
Riflessioni interessanti, però il dibattito su questi problemi è in
corso da tempo ed è portato avanti proprio dalla FSF:
http://autonomo.us/
http://www.gnu.org/philosophy/network-services-arent-free-or-nonfree.html
Ne approfitto per segnalare Mediagoblin, un software che permette di
creare servizi decentrati tipo Youtube/Flickr,etc. Proprio in questi
giorni si conclude la campagna di finanziamento:
http://mediagoblin.org/pages/campaign.html
Il 04/11/2012 19:55, fran ha scritto:
>
>
> Salve Lista, copio/incollo inoltro mail interessante da lista ILS
> un pò lunga, ma interessante. Scusate la formattazione
>
>
> Vi giro una email di Sandro Furieri, presidente dell'associazione
> GFOSS.it, sviluppatore di Spatialite e membro dell'Open Geo Spatial
> Consortium.
> Credo che sia un buon punto su cui farci delle domande anche noi di ILS.
>
> Buona lettura
> =============================================================
>
> Fratelli e compagni, abbiamo vinto la battaglia, ma allora perché
> mai
> stiamo perdendo la guerra ???
>
> Il 27 ottobre si è celebrato il LinuxDay: mi ha particolarmente
> colpito una frase presente nel manifesto del LD, e mi ha stimolato
> qualche riflessione che gradirei condividere con tutti voi.
>
> Oggi, grazie a Linux e al software libero, gli stessi sistemi
> utilizzati dal Governo degli Stati Uniti e dai colossi della
> Information Technology quali Facebook e Google sono alla portata di
> tutti.
>
> Vero, verissimo: non fa la minima piega. Ormai la maggior parte dei
> sistemi venduti sul mercato monta di fabbrica un sistema operativo
> open source.
> Android è un kernel Linux genuino a tutti gli effetti; anche Mac OS X
> ed iOS sono largamente basati sul codice di FreeBSD.
>
> Praticamente tutti i social networks di successo universale sono in
> effetti piattaforme largamente basate su software FLOSS.
>
> Apache domina oltre il 50% del mercato dei web-servers; anche il meno
> noto NGinx sta crescendo velocemente, ed ha praticamente raggiunto
> Microsoft IIS piazzandosi saldamente al terzo posto in classifica.
>
> Oltre metà dei web browsers utilizzati nel mondo sono ormai basati su
> codice aperto; integralmente per quanto riguarda Firefox e Chrome,
> parzialmente per Safari (che e comunque largamente derivato da
> Konqueror di KDE). la diffusione di MSIE è costantemente in calo ormai
> da anni.
>
> LibreOffice + OpenOffice hanno scalzato M$ Office in circa il 25%
> delle installazioni (almeno nei paesi più evoluti).
>
> Ovunque spingiamo lo sguardo il FLOSS è ormai fortemente radicato e
> largamente diffuso in tutte le posizioni strategiche: è ingeneroso
> definirlo semplicemente vincente, è decisamente trionfante, anche di
> la delle nostre più rosee aspettative.
>
>
>
> Forse tutto questo significa che stiamo vincendo la partita ?
> Personalmente, mi permetto di dubitarne fortemente.
> Mi pare viceversa che numerosi segnali ci indichino chiaramente che
> forse nel futuro prossimo gli spazi di libertà sono destinati a
> restringersi forse anche in modo drastico.
> Prendiamo il caso di Google: è indubbio, usa largamente software
> libero. Non solo: in molti casi promuove attivamente, e spesso
> addirittura finanzia, i progetti del software libero.
> Ma allo stesso tempo Google sta perseguendo una strategia complessiva
> che non è certo finalizzata alla tutela della libertà degli utenti:
> Anzi, spesso è del tutto evidente che lo scopo è piuttosto quello di
> costruire un monopolio globale ed unilaterale, al cui confronto i
> vecchi approcci Microsoft appaiono un po goffi, quasi ingenui e
> sostanzialmente inoffensivi e facilmente riutilizzabili.
>
> Ma allora, se questa è la situazione attuale, forse magari è anche il
> caso di iniziare a prendere coscienza che alcuni dei vecchi e cari
> paradigmi che abbiamo seguito fedelmente per lunghi decenni ormai non
> reggono più il passo con l'evolversi degli scenari reali attuali.
>
> E magari è anche il caso di aggiungere un nuovo termine al nostro
> armamentario concettuale: WALLED GARDEN
> Un giardino murato è un ecosistema artificialmente chiuso, in
> cui
> solo il giardiniere ha poteri decisionali; tutti gli altri
> devono
> necessariamente adeguarsi alle scelte imposte dal giardiniere.
>
> Sicuramente Facebook e molti servizi Google (a cominciare da GMaps)
> hanno tutte le caratteristiche tipiche del Walled Garden.
> Ma attenzione: in un futuro ormai imminente anche i sistemi operativi
> diventeranno sempre più Walled Gardens.
> La strada l'ha chiaramente tracciata Apple con i suoi iPhone ed iPad;
> sui quali è materialmente possibile installare solo le Apps
> distribuite tramite l'App-Store ufficiale (previa approvazione
> con
> licenza de superiori).
> Ma anche Android sta seguendo la medesima strada; e cosi pure Win8.
>
> Linux è un alternativa reale per i desktop e per i server; ma sul
> mercato emergente dei tablets Linux è totalmente assente, se non in
> salsa Android, con tutti i limiti di cui sopra.
> Insomma, forse in un futuro ormai prossimo saremo addirittura
> destinati a rimpiangere i bei tempi di WinXP, che in confronto ai
> nuovissimi Walled Gardens era una piattaforma ragionevolmente aperta
> (ed infatti ci girava praticamente tutto il sw libero, con grande
> felicità e soddisfazione di moltissimi utenti).
>
> Attenzione: le licenze OSI non sono affatto una difesa efficace contro
> i pericoli e le insidie dei Walled Gardens. neppure la GPL.
>
> Paradossale ? certo, ma niente affatto difficile da spiegare IMHO
>
> I ben noti paradigmi di Richard Stallman sul software libero si sono
> storicamente formati verso il 1983 (esattamente 30 anni fa, mi
> permetto di notare).
> Cioè quando ancora le reti avevano una diffusione semi-clandestina
> solo tra i militari ed in qualche sporadico laboratorio di ricerca.
> Il successo di massa del web arriva molto più tardi (negli '90);
> Internet ed il Web diventano assolutamente pervasivi solo negli anni
> 2000, con l'introduzione delle linee cablate ad alta velocità, del
> WiFi e della radio-telefonia di terza e quarta generazione.
>
> Ovvio quindi che all'inizio degli anni '80 il baluardo ultimo di
> difesa della libertà individuale passava esclusivamente attraverso
> l’apertura del codice sorgente. ma oggi la rete universale (global
> cloud) implica automaticamente che i dati sono diventati altrettanto
> importanti del codice; ed assolutamente strategici diventano
> soprattutto i servizi remoti di consultazione, catalogazione,
> aggregazione ed elaborazione remota offerti tramite web.
>
> Chi controlla i dati, i servizi e l'infrastruttura Web controlla il
> mercato.
>
> Il codice usato per gestire dati e servizi si avvia a diventare sempre
> piu secondario e tutto sommato poco rilevante; spesso l'utente
> medio non e
> neppure in grado di capire se sta effettivamente utilizzando sw locale
> installato sul proprio device oppure se in effetti sta semplicemente
> connettendosi a qualche software remotizzato; ed in quest'ultimo caso
> non e in grado di avere nessuna idea su quale sw venga realmente
> utilizzato.
> e il controllo sui dati e sui servizi in quanto tali che sta
> diventando rapidamente strategico, e che consente di creare i nuovi
> insidiosi monopoli
> basati sulla strategia Walled Garden.
> non a caso chi aveva fondato il proprio impero sul vecchio modello
> closed source tradizionale oggi si trova in evidente difficoltà
> e
> sta cercando
> affannosamente di riposizionarsi in modo innovativo nei nuovi scenari.
> vedi p.es. M$ con Win8, che per la prima volta rompe decisamente tutti
> i consolidati criteri tradizionali tipici del mondo di Redmond, anche
> a
> rischio di perdere alcune comode rendite di posizione.
> Si vedano anche le recenti aperture annunciate da ESRI sul fronte Open
> Data ed Open Source.
>
> Su tutto questo nuovo scenario le licenze OSI e la stessa GPL sono
> assolutamente inefficaci; perché disciplinano le modalità di gestione
> del codice, ma non dicono assolutamente nulla per quanto riguarda le
> condizioni d'uso dei servizi web condivisi.
> Esattamente cosi come nulla dicono sulla libera condivisione dei dati,
> sulla privacy degli utenti etc.
> E quindi sono perfettamente compatibili con l'approccio Walled
> Garden,
> proprio come purtroppo stiamo iniziando a toccare con mano.
> Paradossalmente i monopoli globali dei prossimi anni saranno in larga
> parte basati proprio su sw libero; ma questo ovviamente non li rende
> affatto meno insidiosi e meno pericolosi.
>
> la linea di difesa della libertà vera e genuina si sta
> velocemente
> spostando su fronti nuovi e del tutto inattesi.
> Nuove sfide ci attendono: ma indubbiamente i nuovi scenari ci aprono
> anche nuove opportunità, ancora tutte da scoprire e tutte da esplorare
> non a caso: la guerra in corso tra Apple e Google si sta giocando in
> larga parte proprio sui servizi cartografici, con tutti gli annessi e
> connessi del caso.
>
> Ci piaccia o meno, noi ci troviamo esattamente sulla linea del fronte.
> Possiamo probabilmente giocare un ruolo forse determinante, se sapremo
> e vorremo mettere le nostre conoscenze specifiche sulle tecnologie
> geospatial al servizio di tutte le mille e variegate communities
> interessate a qualunque titolo alla difesa sostanziale dei diritti
> civili digitali.
>
> Forse sarebbe l'ora di iniziare una riflessione approfondita su tutte
> queste tematiche, che stanno rapidamente diventando molto calde.
>
> ciao Sandro
>
>
>
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