[FoLUG] [Fwd: Re: il ministro stanca e' contro i brevetti]

Alessandro Ronchi alessandro@aronchi.org
Dom 16 Maggio 2004 22:49:08 CEST


Il dom, 2004-05-16 alle 11:06, Stefano Giunchi ha scritto:
> >ecco in allegato la trascrizione della lettera di stanca.
> >
> >ciao
> >  
> >
> Manca l'allegato.

Scusate.
Eccolo.
-- 
~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Alessandro Ronchi ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
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-------------- parte successiva --------------
                                   Roma 13 Maggio 2004
						   
				   On. Rocco BUTTIGLIONE
		                   Ministro per le Politiche Comunitarie
				   Piazza Nicosia, 20
				   Roma
				   
				   On. Antonio MARZANO
				   Ministro per le Attività Politiche
				   Via Molise,2
				   Roma							
				   On. Letizia MORATTI
				   Ministro dell'Istruzione,
				   dell'Università e della Ricerca
				   Viale Trastevere 
				   Roma

Cari colleghi,

Ho esaminato la proposta di Direttiva in materia di brevettabilità del
software in discussione il 17 maggio 2004 presso il Consiglio
Competitività e vi trasmetto la mia posizione.


    Fermo restando che:

    *) condivido assolutamente la necessità di addivenire ad
       un'armonizzazione della materia all'interno dell'Unione
    *) condivido la necessità di un intervento normativo specifico su una
       materia così nuova ed in evoluzione, oggi troppo soggetta ad
       interpretazioni in mancanza di riferimenti normativi chiari ed
       univoci.
    *) tutti condividiamo il principio della non brevettabilità del
       software in quanto tale


    vi trasmetto le mie forti perplessità in materia.


1) Il principio generale della non brevettabilità del software si
   traduce nella proposta di Direttiva in questione in una generale e
   dichiarata accettazione del principio della brevettabilità del
   software, subordinata però alle tre condizioni generali di
   brevettabilità che per il software risultano specificate in modo
   tuttora inadeguato.
   Ciò lascia un grande spazio all'interpretabilità, con rischio di
   estendere i casi di applicabilità del brevetto del software già
   possibili nella situazione attuale (30.000 brevetti software 
   e simili già concessi dall'European Patent Office).
   Pertanto sarebbe auspicabile nell'ambito della norma una più
   dettagliata e delimitante definizione delle condizioni di
   applicabilità del brevetto.


2) La sostanziale eliminazione degli emendamenti parlamentari dalla
   proposta in votazione, il non inserimento della proposta italiana
   agli atti e della proposta di Germania, Belgio e Danimarca in
   materia di "technical contribution" determinano una troppo vaga
   descrizione delle condizioni alle quali poter concedere un
   eventuale brevetto su software, consentendo il permanere di una
   zona grigia che preoccupa particolarmente in considerazione del
   tessuto imprenditoriale italiano, che vede la prevalenza di PMI e
   di sviluppatori indipendenti anche nel settore del software.
   Per questi soggetti un'estensione della brevettabilità del software
   potrebbe comportare limitazioni nella loro attività di sviluppo ed
   ulteriori costi.


3) Il riconoscimento della tutela in cambio della condivisione della
   conoscenza, principio fondante del "contratto" di brevetto, per
   essere realizzato necessita di strumenti adeguati di 
   pubblicità/condivisione, che nel caso del software oggi non
   esistono e non sono previsti nella proposta di Direttiva. Ciò
   tenderà inevitabilmente a svantaggiare le PMI del settore e a creare
   un ulteriore ampliamento del contenzioso.


4) Un eccessivo ricorso al brevetto del software potrebbe avere
   conseguenze rilevanti sulla concorrenza del mercato del software. 
   La Direttiva in discussione ad esempio conferma l'uso attuale del
   brevetto per protocolli ed altri elementi software che rendono più
   difficoltosa l'interoperabilità tra software prodotti da aziende
   diverse, limitando di fatto lo sviluppo del mercato.


5) L'apertura prevista dalla proposta di Direttiva di monitorare
   l'applicazione e rivedere la normativa stessa appare di fatto
   assolutamente inefficace nel mercato del software. Infatti ai tre
   anni di monitoraggio previsti si aggiungono i due anni concessi per
   la ratifica da parte degli stati membri e l'anno (minimo)
   necessario per condurre una revisione della norma in discussione,
   tempi incompatibili con la dinamicità di questo mercato.


       In conclusione


       In considerazione del fatto che lo sviluppo delle grandi
   innovazioni della Società dell'Informazione, Internet, il WWW e,
   più di recente, le applicazioni Open Source, sono il risultato di
   una grande collaborazione a livello mondiale, oggi considerate beni
   digitali accessibili da tutti (Digital Commons), la proposta di
   Direttiva sembra andare in controtendenza rispetto agli sviluppi
   degli ultimi anni.

       Per i motivi indicati vi chiedo quindi di rappresentare al
   Consiglio Competitività la posizione critica del Governo Italiano. 
   Data la complessità e le implicazioni della materia e la sua
   rilevanza per lo sviluppo dell'industria ICT italiana ed europea,
   raccomando di evitare decisioni affrettate ma di avviare iniziative
   comuni per approfondire ulteriormente la materia.


 
                                                   Lucio Stanca


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