[FoLUG] Fwd: [linuxingegneria] Repubblica parla di Longhorn, parte il festival della castroneria

Michele Mordenti michele.mordenti@tin.it
Mer 20 Lug 2005 10:41:01 CEST



----------  Messaggio inoltrato  ----------

Subject: [linuxingegneria] Repubblica parla di Longhorn, parte il festival 
della castroneria
Date: 10:19, mercoledì 20 luglio 2005
From: Francesco Benincasa <XXX>
To: ML Gruppo Linux Ingegneria <linuxingegneria@yahoogroups.com>, Bologna Free 
Software Forum <bfsf@liste.bfsf.info>

Ciao!

Anche se Attivissimo non stara' simpatico a tutti, questi commenti ad uno
scandaloso articolo di Repubblica sul prossimo fantasmagorico sitema
operativo di MicroSoft non sono male.

L'articolo in questione e' qui:
http://www.repubblica.it/2005/g/sezioni/scienza_e_tecnologia/affin3/affin3/af
fin3.html

(trovarlo non e' stato banale, complimenti a repubblica per
l'usabilita' del sito :/)

----- Forwarded message -----

Premessa: quello che segue è uno sfogo scritto di getto ed è anche
piuttosto lungo. Ma non ho saputo resistere. Scusatemi, ma quando ci
vuole, ci vuole.

Infatti mi stanno arrivando le segnalazioni indignate dei lettori a
proposito di un articolo pubblicato da Repubblica a proposito di
Longhorn, il prossimo sistema operativo Microsoft. Questo è il mio
commento, visto che me l'avete chiesto.

Cominciamo dall'inizio.



    REPUBBLICA: BISOGNERA' aspettare fino al 2006, ma il nuovo sistema
operativo di Microsoft (destinato a far girare i computer di oltre il 90
per cento di quelli che nel mondo ne usano uno) arriverà.


Cosa vuol dire "far girare i computer di oltre il 90 per cento di quelli
che nel mondo ne usano uno"? Ma che razza di italiano è? "Quelli" a chi
o cosa è riferito? E "uno" a cosa o chi è riferito?

L'unico sostantivo disponibile, al quale potrebbero quindi riferirsi
"uno" e "quelli", è "computer". Stando al Turani, quindi, Longhorn farà
girare i computer di oltre il 90% dei computer che usano un computer.
Meno male che c'è Repubblica a chiarirci la strada che porta al domani.
Un domani in cui sintassi e grammatica italiana saranno soltanto un
antiquato cimelio, si presume.

Ci sarebbe da dire che Longhorn farà probabilmente girare non i
computer, ma le appendici pendule maschili di chi se lo troverà in casa
e in azienda, ma non voglio diluire lo spettacolo offerto dall'articolo.
Andiamo avanti.



    REPUBBLICA: ...In un certo senso si può dire che con questo sistema
operativo si entrerà sul serio nell'era dell'informatica


Certo, perché finora abbiamo soltanto giocato con le pietre di selce e
l'abaco. Cinquant'anni di informatica, dalla decifrazione dei codici
cifrati tedeschi nella seconda guerra mondiale in su, sono una cosa poco
seria, rispetto al Grande Serio Progresso che arriverà da Longhorn.

Una frase del genere è uno schiaffo in faccia a tutti coloro che in
questi anni hanno lavorato per far progredire il settore. La decodifica
del genoma umano, i computer usati per generare le immagini delle TAC
che salvano le vite o per creare i personaggi di Shrek, le sonde che
vanno a fotografare pianeti lontani? Tutta Roba Poco Seria. L'ha detto
il Turani, l'ha detto Repubblica, sarà vero. Siamo tutti qui, noi
informatici, come poveri tapini analfabeti, ad attendere che zio Bill ci
faccia entrare finalmente nell'Era dell'Informatica Seria. Senza di lui
non sapremmo che fare.



    REPUBBLICA: Ma, comunque, già l'anteprima (che non ha ancora tutte
le novità previste) consente di capire in che direzione si va. E è la
direzione giusta. Tanto per cominciare si può parlare dell'aspetto.


Ma mi pare giusto: quando si parla di tecnologia, la prima cosa, la più
importante, è discutere l'aspetto. Chi se ne frega di cosa c'è sotto la
carrozzeria, basta che sia bella. Nell'Era dell'Informatica Seria,
l'aspetto è tutto. Sysadmin trasandati, datevi una regolata. E' arrivato
Turani a dirvi cosa conta davvero nel vostro lavoro.

Chissà se al Turani hanno spiegato che Longhorn non solo "non ha ancora
tutte le novità previste", ma ne perde per strada? Gli hanno spiegato
che WinFS, per esempio, doveva esserci ma non ci sarà?

http://en.wikipedia.org/wiki/WinFS

Gli hanno detto che è stata cestinata la prevista "sidebar" insieme a
gran parte dell'implementazione di Palladium, il contestatissimo sistema
anticopia che decide quali programmi, brani musicali e filmati possono
girare e quali no, checché ne dica l'utente?

http://punto-informatico.it/p.asp?i=54160&r=PI

Gli hanno detto che le tecnologie Avalon, Indigo e WinFX saranno
disponibili anche in Windows XP, e quindi non sarà necessario adottare
Longhorn per averle? Credo di no.

Detto fra noi, credo anche che a Turani non sia passato per la mente di
chiedere un'opinione a un informatico prima di parlare d'informatica e
disseminare disinformazione. Ma andiamo avanti, fino in fondo.



    REPUBBLICA: Allora, i tecnici di Microsoft hanno fatto due cose.
Prima hanno introdotto le finestre "glass". Finestre, cioè, che sembrano
fatte di vetro. Il che significa che quando aprite un menù non vi
trovate di fronte al solito rettangolo (bianco o colorato) che cancella
tutto quello che c'è dietro. E quindi se come sfondo usate la fotografia
della vostra fidanzata, dei vostri figlioli o del Monte Bianco,
quell'immagine continuerà a sorridervi dallo schermo. E' una
sciocchezza, ovviamente, una cosa da niente. Ma molto piacevole a
vedersi. Fa un bell'effetto. E' una cosa carina.


Caro Turani, mi perdoni, ma il mio Mac, comprato un annetto fa, questa
cosa del "vetro" la fa da una vita. Dire che Microsoft ha introdotto le
trasparenze è come dire che l'acqua non esisteva prima che inventassero
i rubinetti. Se non mi crede, venga da me, le faccio una dimostrazione.



    REPUBBLICA: Con la seconda novità andiamo già un po' più sulla
sostanza. Oggi, per lavorare con Windows, molti tengono sullo schermo
tutte le iconcine che sono collegate ai vari programmi. In molti casi (e
il mio è uno di questi) lo schermo appare come una giungla di iconcine.
Con Longhorn (lungo corno o lunga antenna?) tutto ciò non sarà più
necessario.


"Lungo corno o lunga antenna?" Il dubbio atroce sul significato di
Longhorn si potrebbe risolvere con un sofisticato dispositivo chiamato
"dizionario d'inglese", disponibile anche in versione cartacea per i
refrattari alla tecnologia, che recita:

"longhorn - s. (fam. amer.) texano, abitante del Texas · Dal nome di una
razza di bovini allevata in quello stato."

(da http://www.garzantilinguistica.it)

Volendo usare bene Internet (anche se in attesa di Longhorn è, come
tutta l'informatica, una cosa Poco Seria), ci si potrebbe anche degnare
di consultare la Wikipedia:

"The Texas Longhorn is a breed of cattle known for its characteristic
horns, which can extend to six feet in width and have a slight upward
turn at their tips"

(da http://en.wikipedia.org/wiki/Texas_longhorn)

Il Longhorn è dunque un bovino noto per le sue corna caratteristiche,
lunghe fino a 180 centimetri: lo si intuiva, ovviamente, anche dal fatto
che long = lungo e horn = corno.

"Longhorn" vuol dire "corno lungo", insomma, caso mai il logo di
Microsoft Longhorn non fosse sufficientemente eloquente, e le antenne
non c'entrano nulla (a meno che Turani, a furia di sentire ansie diffuse
per gli OGM, non si sia persuaso che i bovini texani hanno le antenne al
posto delle corna):

http://www.zanezane.net/articoli/zane/longhorn/4051/longhorn_beta_logo_grande
.gif

(tratto da http://www.zanezane.net/articoli.asp?id=384, trovato
semplicemente Googlando "longhorn logo")

Volendo essere pignoli, il nome Longhorn deriva dal nome di un bar, come
documentato nella Wikipedia, ma non pretendo cotanta competenza:

http://en.wikipedia.org/wiki/Windows_Longhorn

Andiamo avanti.


    REPUBBLICA: Quando infatti si andrà a aprire il menù "start", dove
si trova l'elenco dei programmi, non trovate [sic; non "si troverà"? Due
errori d'italiano in fila, complimenti] nessun elenco, ma una casella:
basterà scrivere le prime lettere del programma che cercate e subito vi
apparirà il nome per esteso, cliccate e si parte. Insomma, basterà
scrivere "exc" per vedere scattare Excel. O Photo per vedere partire
Photoshop. E così via. La stessa [la stessa che?] vale ovviamente anche
per le cartelle personali di lavoro.


Dopo aver preso a calci l'italiano partendo prima con la forma
impersonale futura e poi saltando con disinvoltura degna di Lara Croft
alla seconda plurale presente, Turani si stupisce di questa magica
innovazione: il completamento automatico! Questa sì che è un'idea
geniale alla quale non aveva mai pensato nessuno! Così radicalmente
nuova che in OpenOffice.org, per esempio, o in Firefox, mi tocca
*disattivarla* da anni perché è una scocciatura enorme. Il completamento
automatico ce l'ha Google, ce l'ha anche Excel (se non lo disattivate).

Fiumi di parole per elogiare come nuova una cosa che esiste già da un
pezzo. Far scrivere le recensioni del software a un informatico sembrava
troppo banale, vero? Forse non ce n'era in giro uno disposto a farsi
abbindolare dai comunicati stampa di Microsoft?

A parte il fatto che già adesso, in Windows XP, basta fare Start >
Esegui e digitare il nome di un programma per lanciarlo, rimane il
problema che tutto questo non risolve affatto la pulizia dello schermo
(più propriamente del desktop), perché le iconcine ci possono essere lo
stesso e ci saranno lo stesso in Longhorn. Quella che Turani descrive è
una delle possibili scorciatoie, niente di più.



    REPUBBLICA: Ma sembra che nella versione definitiva Longhorn sarà
anche capace di qualche magia vera e propria. Si dice che sarà sensibile
all'ambiente. Il che non significa che non sporcherà per terra, ma che
saprà capire dove si trova il computer in quel momento e che quindi
assumerà la configurazione necessaria. Esempio. Se voi avete un notebook
che usate sia a casa che in ufficio, può essere che in ufficio vi
servano certe cartelle e a casa altre. Ebbene, il notebook attrezzato
con Longhorn dovrebbe essere in grado di capire (in base ai collegamenti
che trova) se siete a casa o in ufficio, e a quel punto predisporrà le
cose sullo schermo nel modo da voi desiderato.

Che cosa curiosa. Allora il mio Mac è magico e non l'ho mai saputo.
Quando mi sposto da un luogo all'altro, il mio Mac si collega
automaticamente alla rete wireless più vicina (se glielo permetto): si
accorge di dov'è. Se non c'è una rete wireless, si attacca al mio
telefonino GPRS. Da solo. Lo fanno anche, in una certa misura, i
computer Windows attuali, se si adotta il DHCP: li attacchi a una rete,
e loro sanno già come andare su Internet in base a dove si trovano.

Certo, non presentano un bouquet di documenti diverso a seconda
dell'ubicazione fisica del computer come "dovrebbe" (notare la sospetta
forma verbale dell'incertezza) fare Longhorn, ma siamo sicuri che questa
sia davvero una buona cosa? Non è che il manager quadratico medio
arriverà a casa col laptop e si chiederà terrorizzato che fine ha fatto
la sua relazione di lavoro? Per non parlare della sua collezione di
pornografia scaricata usando la banda larga dell'ufficio! Arriverà a
casa, e tutto gli sembrerà sparito. Questo è uno di quegli automatismi
che rischiano di complicare la vita anziché semplificarla. Altro che
magia. Magia sarebbe, per esempio, che Windows non si piantasse dopo
qualche giorno di utilizzo.



    REPUBBLICA: Ma questa è solo una delle magie. La seconda è ancora
più interessante e riguarda quelli che, per lavoro, fanno spesso delle
riunioni aziendali. Di norma, in queste riunioni, arriva uno con il suo
notebook e poi comincia a proiettare su uno schermo le cose che vuole
spiegare o fare vedere agli altri. Ebbene, con Longhorn questo non sarà
più necessario. Tutti arriveranno nella sala riunioni con il loro bravo
notebook. Il sistema operativo sarà in grado di individuare tutti i
notebook presenti e stabilirà una specie di sottorete aziendale (che
riguarda quella stanza) e quindi l'oratore dovrà solo richiamare i
documenti che gli interessano sul proprio schermo: essi appariranno come
d'incanto anche sugli schermi degli altri presenti in sala. La cosa,
naturalmente, vale per tutti i notebook. In sostanza, invece di passarsi
i fogli di carta con su tabelle e appunti, sarà sufficiente richiamare
le cose sul nostro schermo e subito appariranno anche sugli schermi
degli altri partecipanti alla riunione.


Qui, a dire il vero, Turani non pecca di castroneria, ma di ottimismo e
di imprudenza. Accetta passivamente come bello e meraviglioso tutto ciò
che Microsoft gli ha detto che sarà bello e meraviglioso, senza porsi
domande sulle eventuali conseguenze di questi automatismi. E' grazie a
quest'imprudenza che abbiamo avuto i disastri di Iloveyou e di tanti
altri attacchi informatici.

Lasciando da parte la considerazione che questa condivisione presuppone
che tutti i computer usino Longhorn (gli altri saranno ghettizzati, e le
aziende dovranno svenarsi per comperare nuovo hardware e Longhorn per
tutti, con grande gioia del monopolista), c'è il problema non
trascurabile della sicurezza. Quello che descrive Turani è un ambiente
in cui un computer può iniettare in un altro quello che gli pare: un
documento, certo, ma anche un virus, uno sniffer, un trojan horse
(programmi-spia). E cosa succede se il manager di cui sopra condivide un
po' troppo e spande sui monitor di colleghi e colleghe le proprie foto
nostalgiche di Cicciolina in aggiunta alla presentazione Powerpoint
aziendale?



    REPUBBLICA: ...Ma dove Longhorn dà il meglio di sé, probabilmente,
è nell'organizzazione del lavoro dentro il computer. Fino a oggi, se ci
pensate, l'organizzazione del lavoro con un computer è identica a quella
che si fa di solito in un ufficio. I vari documenti vengono collocati in
varie cartelle, le cartelle vengono poi raggruppate secondo altri
criteri e quando vi serve una cosa si vanno a aprire via le cartelle
maggiori, poi quelle minori fino a arrivare al documento che ci serve.
Esattamente come si fa in un ufficio "cartaceo" con gli armadi per i
documenti e le cartelle di cartoncino. Con Longhorn questa epoca va in
soffitta. Voi scrivete i vostri documenti e li registrate sull'hard disk
dove capita....


A dire il vero, registrare i documenti dove capita è quello che fanno
già adesso moltissimi utenti, senza aver bisogno di Longhorn. Ma
lasciamo perdere.



    REPUBBLICA: Ma come farete a ritrovarli dopo? Provvederà il sistema
operativo. Alla richiesta di mostravi i documenti, ve li farà vedere
tutti, ovunque essi siano registrati. Vi appariranno in una sola
schermata. Dopo di che voi potrete ordinarli secondo moltissimi criteri:
per data, per autore. Per tipo di documento, ecc ...


Che strano. Non sapevo di dover aspettare Longhorn per avere questa
magia. Devo dirlo anche ad Apple, perché evidentemente c'è un difetto
nei loro computer. Infatti se chiedo al mio Mac di mostrarmi i documenti
in base al nome o una parola chiave, lui lo fa già adesso, ovunque essi
siano registrati. E me li ordina per data e per autore, oltre che per
tipo di documento. Ma sicuramente c'è un errore, perché non è possibile
che qualcuno abbia battuto sul tempo zio Bill.



    REPUBBLICA:... E' bene precisare, a questo punto, che Longhorn non
lavora solo sui titoli dei ma sui contenuti e quindi non gli scappa
praticamente niente. Se volete tirare fuori i documenti in cui avete
parlato di bulloni piuttosto che dell'inflazione, basta dirlo al sistema
e la cosa verrà fatta molto rapidamente.


E anche questo lo fa già adesso qualsiasi Mac recente. Forse mi sono
perso qualcosa: di preciso perché dovrei aspettare il 2006 per avere
tutto questo, quando la concorrenza lo offre già? E perché questa cosa
di Longhorn viene presentata da Repubblica come una grande innovazione
quando non lo è? L'informazione non dovrebbe essere obiettiva e autorevole?



    REPUBBLICA:... Ma fa ancora qualcosa di più. Se volete vi apre
subito i documenti. Vi fa vedere cioè la prima pagina. E quindi voi
potete controllare se c'è davvero quella tabella o quell'immagine che
cercavate. Insomma, sotto questo aspetto, il Windows di oggi vi sembrerà
davvero la preistoria dell'informatica.



Sul fatto che il Windows di oggi sia davvero la preistoria
dell'informatica mi trovo perfettamente d'accordo (a partire dal mitico
pulsante START usato anche in Longhorn per *spegnere* il computer), ma
con tutto il dovuto rispetto, queste cose il già citato Mac le fa già.

Non voglio sembrare troppo tifoso di Apple, ma bisogna dare a Cesare
quel che è di Cesare: le "magie" che Turani vuole presentare come novità
esistono già altrove. Basta guardare un po' più in là dell'orizzonte
roseo offerto da Microsoft. Ma Microsoft, lo so per esperienza, è uno
dei maggiori inserzionisti nazionali, ai quali è molto difficile dire di no.



    REPUBBLICA: Ma non è finita, già oggi Microsoft sta distribuendo un
prodotto /Office Comunicator) che probabilmente verrà inglobato in
Longhorn... In pratica, voi arrivate in ufficio e accendete il vostro
personal computer. Questo fa un rapidissimo giro d'orizzonte sulla rete
e vi dice subito chi c'è e chi non c'è. Se gli altri hanno avuto la
bontà di lasciare dietro di sé qualche informazione, Comunicator vi
informa. Il tale è online, ma sta telefonando. Il tale altro è online e
è libero. L'altro ancora è in una riunione che finirà alle 11. E avanti
così. Non solo: se siete autorizzati, Comunicator vi consente anche di
leggere l'agenda del vostro collaboratore. E poi vi consente una serie
di scelte. Potete mandare una mail, potete telefonare, potete mandargli
dei documenti. Il tutto premendo pochissimi tasti. Tutto questo,
ovviamente, funziona in qualunque parte del mondo si trovino, rispetto a
voi, i vostri collaboratori. Basta che siano in rete.


Premesso che "Communicator" si scrive con due M e non è per distrazione
che lo si sbaglia per tre volte di fila, queste cose vengono già fatte
da una mezza dozzina di programmi gratuiti già in commercio. Dove sta la
novità? E vogliamo davvero entusiasmarci per uno strumento così
invadente da dire a tutti cosa stiamo facendo? La privacy dove la mettiamo?



    REPUBBLICA: In conclusione, con Longhorn diventa molto più facile
aggirarsi fra i documenti e diventa molto più facile dare il via al
cosiddetto "lavoro condiviso". In pratica si dà un altro senso all'idea
di "stare in rete". Non solo per curiosare. Sarà come ritrovarsi tutti
in una sorta di grande open space planetario, dove tutti si potrà
lavorare sugli stessi documenti e sugli stessi materiali.

Quello che forse Turani non ha visto in Longhorn è dietro quelle che lui
chiama "magie" ma sono in realtà funzioni del tutto secondarie e
straviste c'è tutta la gestione dei diritti digitali e dei formati
proprietari, che vuole invece limitare soltanto a Windows la possibilità
di lavorare con i documenti e i file audio e video. Il "grande open
space planetario" di cui parla è aperto soltanto a chi usa prodotti
Microsoft, e tutti gli altri stanno fuori, nella più classica delle
formule del monopolio. Monopolio che articoli come questo vogliono farci
credere giusto e sacrosanto, nonché fonte prodiga e generosa di ogni
innovazione.

L'unica innovazione, in tutta questa palude di parole superficiali di
Repubblica, è che viene il sospetto che ora le inserzioni pubblicitarie
non si chiamino più così, ma siano state oggetto di un upgrade: ora si
chiamano "articoli". E questo dovrebbe essere un futuro magico e
promettente?

In tal caso, non c'è che dire: il futuro non è più quello di una volta.


Ciao da Paolo.

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
(C) 2005 by Paolo Attivissimo (www.attivissimo.net).
Distribuzione libera, purché sia inclusa la presente dicitura.


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