[FoLUG] Ubuntu, amazon & co.

Davide Giunchi davide.giunchi@gmail.com
Sab 13 Ott 2012 19:55:08 CEST


Il giorno 11 ottobre 2012 04:55, Paolo Palmieri <palmaway@gmx.it> ha
scritto:

> > E' esattamente l'affidabilita' di qualsiasi altra distribuzione linux.
> > Tutto dipende dalla fiducia che nutri su chi pacchettizza il software.
>
> La fiducia si costruisce nel tempo, ed in base agli avvenimenti
> pregressi. La scelta di Canonical contribuisce a ridurre la mia già
> scarsa fiducia in Ubuntu.
>

Due mesi fa si è rotto l'hd del mio portatile, quando ho dovuto
reinstallare tutto sul nuovo hd e rimettere su i backup, ho pensato più
volte se confermare la scelta di debian o passare a ubuntu ed avere la vita
un pò più facile... alla fine ho confermato debian (e dd_rescue mi ha
evitato la reinstallazione). Ora mi si è sfaciato anche il nuovo hd (ho
identificato il problema informatico: una macumba:) ) ... appena sostituirò
l'hd, alla luce delle ultime novità, confermerò con maggiore decisione la
scelta di Debian!

Non infamerei troppo ubuntu: è un'azienda e deve guadagnare, con una distro
per il grande pubblico è difficile farlo e sta provando modelli di business
alternativi, questo può essere considerato un "piccolo scotto" se vuoi la
semplicità e la comodità.
Anche l'aggiunta di firmware proprietari nell'installazione di default, per
esempio, non la vedo come un male assoluto dal punto di vista di ubuntu.
Se uno cerca una maggior tutela della privacy e dell'aderenza al software
libero... deve scegliere Debian! (si, si, ci sono anche altre alternative)

La soluzione al problema è invece opposta, come diceva Michele:
> affidarsi alla comunità. Tutti i software più importanti del punto di
> vista della sicurezza (kernel, demoni di rete...) vengono esaminati, per
> vari motivi ed a vari livelli, da un numero notevole di persone:
> sviluppatori, creatori di patch, bug hunter, pacchettizzatori... E' la
> forza dell'open source. Non è necessario fidarsi di una singola persona
> o di una singola azienda, ma è l'intera comunità che si pone a garanzia
> del codice. Il quale, essendo liberamente disponibile, può anche essere
> esaminato (migliorato, personalizato...) dall'utente finale.


Concordo completamente con Paolo, se l'unico modo per fidarsi del sw fosse
controllare con i propri occhi TUTTO il sw allora il sw libero sarebbe
uguale al proprietario in quanto è impossibile controllare tutto di persona
e le competenze per farlo sono complesse e variegate.
Il metodo del sw libero ha dimostrato varie volte di funzionare: anche in
alcuni sw liberi sono state messe backdoor (mi ricordo un server ftp) ma
sono state trovate ed eliminate nel giro di "poco" tempo.
Quando le backdoor vengono messe nel sw proprietario non c'è alcun modo di
saperlo, vi ricordo il caso emblematico di Interbase, quando una clamorosa
backdoor venne trovata proprio pochi mesi dopo il rilascio del codice (dopo
anni/decenni che era sempre stato sw chiuso):
http://punto-informatico.it/10363/PI/News/clamorosa-backdoor-interbase.aspx

ciao


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