trashware

Segreteria di Città Futura segreteria@cittafutura.org
Gio 1 Feb 2007 07:25:39 CET


qualche settimana fa abbiamo mandato una lettera alla provincia per 
chiedere di organizzare un convegno a genova sul trashware.
se vi può essere utile per il banchetto vi allego la presentazione di 
cosa è il trashware che abbiamo scritto nella lettera...
ciaooo
marco

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Premesse:
Nel marzo del 2004 le Nazioni Unite lanciano un appello ai governi al 
fine di arginare gli effetti negativi sull'ambiente della parte 
componentistica dei computer.
Un computer di 24 kg ha infatti un’impronta ecologica molto pesante sia 
per la produzione, necessita di una quantità di combustibile fossile e 
prodotti chimici pari ad almeno dieci volte il suo peso; sia per la 
successiva dismissione, la componentistica contiene sostanze altamente 
inquinanti che richiedono costi di smaltimento molto elevati.

Il passato e il presente
Per molti anni si è realizzato lo smaltimento dell'hardware senza troppe 
preoccupazioni. In effetti per decenni questo tipo di rifiuto, pur 
essendo qualitativamente difficile da trattare, è stato tenuto sotto 
controllo, trattandosi tutto sommato di gestire quantità relativamente 
modeste.
Adesso però siamo arrivati al momento di dismettere la prima generazione 
numerosa di computer: quella creata dal boom del pc in ogni casa e in 
ogni ufficio, iniziato molti anni fa con i primi «pentium». Questa 
generazione di pc sta morendo, oppure è considerata già morta, e viene 
conservata solo in attesa di subire il proprio destino definitivo.

Il trashware
È in questo contesto che nasce l’idea di ridurre la quantità di computer 
da smaltire riciclandone quella parte che ancora potrebbe essere utile.
Con la parola «Trashware» intendiamo il riutilizzo proficuo di computer 
dismessi e altrimenti destinati allo smaltimento. La parola stessa nasce 
dall'unione dei termini «trash» e «hardware» e intende confessare, in 
maniera forse un po' folcloristica ma non falsa, che si tratta di 
computer praticamente recuperati dalla spazzatura (in origine è stato 
proprio così...).
Chi fa Trashware riutilizza i computer dismessi da privati, aziende, 
pubbliche amministrazioni, per donarli, dopo che sono stati rimessi a 
punto, ad associazioni di volontariato o a progetti di solidarietà 
internazionale.
il Trashware può essere economicamente vantaggioso, socialmente utile e 
la sua realizzazione non può prescindere dall'utilizzo di Software Libero.

Valore residuo dei computer dimessi
Spesso i computer che vengono dismessi dalle aziende sono ancora 
funzionanti. Non sono veloci, ma funzionano.
Questo valore, qui definito residuale, è difficilmente sfruttabile dalle 
aziende, per le quali tenere un computer lento in produzione fa 
indirettamente crescere altri tipi di costo, specialmente in termini di 
produttività di un impiegato. Risulta quindi economicamente vantaggioso 
dismettere il computer lento (pur funzionante) e acquistarne uno nuovo, 
recuperando la spesa con l'aumento di produttività.
Il valore residuo dei computer vecchi può però essere convenientemente 
recuperato in tutte le realtà in cui la lentezza non causa l'aumento dei 
costi, come ad esempio le associazioni di volontariato, che spesso non 
hanno la disponibilità economica per comprare un computer nuovo ma hanno 
molta disponibilità di tempo e persone.
Per loro un computer recuperato produce soltanto vantaggi: adottano 
strumenti che altrimenti non potrebbero pagare e non hanno, ovviamente, 
un aumento di costi dovuto alla lentezza del computer (anche perché ne 
erano prive!). Riutilizzando in particolari realtà i computer dismessi 
si ottimizza l'utilizzo del valore economico totale della macchina.

Vantaggi economici e sociali
Una volta compreso il meccanismo, è evidente che si aprono molteplici 
alternative di riutilizzo: oltre alle associazioni di volontariato si 
possono destinare i computer ad anziani, circoli culturali, studenti, 
oppure a progetti di cooperazione internazionale con paesi in via di 
sviluppo.
Il riutilizzo non elimina, alla fine, la necessità di smaltimento 
chimico dei computer, però si ritiene giusto, e soprattutto utile, 
sfruttarne il valore economico fino all'ultima goccia, in modo da 
minimizzare gli sprechi e l'impatto sull'ambiente e sulla società.
Si ottengono in sostanza due differenti vantaggi economici: il risparmio 
dello smaltimento immediato (soldi che dovremmo altrimenti spendere 
adesso) e il vantaggio di avere a disposizione risorse informatiche 
(corrispondenti ai soldi che dovremmo spendere se volessimo 
informatizzare gran parte della nostra società).
Il pieno successo del Trashware si otterrebbe se si riuscisse a 
realizzare un progetto di recupero soltanto con la prima quota di soldi, 
ovvero quelli che dovremmo comunque spendere oggi per lo smaltimento 
chimico dei computer invece riutilizzati.

Smaltimento
L'impegno primario è di avviare allo smaltimento solo i PC che 
effettivamente hanno esaurito tutto il loro valore informatico, quindi 
economico. Dobbiamo concentrarci sui computer ormai non più competitivi 
per le aziende, ma ancora funzionanti, e ritardare la loro morte 
informatica dando all'obsolescenza tecnologica il suo corso naturale, e 
non il frenetico ritmo artificialmente imposto negli ultimi anni.
Il Trashware permette di utilizzare le risorse residue di un computer 
senza sprechi: se c'è dell'hardware che non è ritenuto più produttivo 
dalle aziende, si valuta la possibilità di poterlo utilizzare con 
convenienza in altri contesti, da altri soggetti, e partendo da questi 
presupposti, si organizza il riutilizzo.
Riassumendo: serve il Trashware, serve lo smaltimento chimico; 
l'importante è non inviare allo smaltimento computer che hanno ancora 
valore economico!
È proprio perdendo di vista questo valore residuo che siamo giunti al 
paradosso di vivere in una società con un forte bisogno di strumenti 
informatici e di comunicazione e che, nello stesso tempo, ne getta 
grandi quantità nella spazzatura.



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