Ubuntu 11.04

Giuliano italia1bpf@alice.it
Dom 8 Lug 2012 21:45:26 CEST


Il 08/07/2012 18:44, Angelo Naselli ha scritto:
> Il 07/07/2012 15:25, Giuliano ha scritto:
>> Fossi in te starei attento a chi proponi di tagliare le dita ...
>
> Vedi io non ho paura di ciò ;) In realtà parlo a ragion veduta, e
> l'ho già pubblicamente dichiarato dove ho potuto.
>
>> E come obiettare qualcosa a questo punto? La libertà la hai
>> voluta e questo è proprio espressione di libertà.
>
> Non servo io a dirlo, basta fare una ricerchina su internet con
> kmail2 e thunderbird e verificare quanti utenti KDE (scusate lo so
> è un po' OT con l'oggetto se serve sbiviamo), sono migrati dal
> client di default a un sempre valido, ma poco integrato con KDE,
> thunderbird. A questo punto chi sbaglia? Ha senso pensare ad un
> client di posta che serva solo da visualizzatore di mail, e di
> demandare la gestione degli account a qualcosa che assomiglia
> sempre più ad un programma per smartphone piuttosto che per un pc o
> peggio un notebook non sempre connesso? E potremmo continuare...
>

> [...]
>
> Ciao Angelo
Prendo spunto da questo tuo ultimo paragrafo per allungare il thread.
Credo che questa discussione sia seguita, anche se solo lurkando.
Fai riferimento ad un environment (quello che tra l'altro mi risulta
ti impegni parecchio).
Bene, forse è proprio il concetto di "ambiente" a deformare l'immagine
che un prodotto GNU-Linux da di se agli osservatori superficiali. Un
ambiente è un insieme organico ed organizzato che tende a fornire
un'apparenza di compiutezza e di completezza, incoraggiando chi si
accontenta di un risultato ottenuto con il minimo sforzo a pensare sia
inutile lambiccarsi ancora le meningi cercando dell'altro.
Da "dipendenza" in un certo senso. Così l'utente rimane tale, senza
bisogno di doversi sbattere per ottenere ciò che gli serve o che gli
piace. Roba da Ipad :-( !
Poi, quando Kmail, per qualche motivo, delude le sue aspettative,
parte la protesta ed il fiume di affannose domande sul fatto che la
tale versione sia migliore o peggiore di quella precedente.
In questo caso si è parlato di Ubuntu, ma vale per tutto ciò che
finisce per intorpidire la mente.
Facci caso: nelle mailing lists non si legge più il newbie che chiede
la risoluzione di un problema preciso che non riesce a risolvere. Si
parla dei massimi sistemi in modo vago ed assolutamente improduttivo.
Quello che di Ubuntu dovrebbe essere il grande punto di forza (è user
friendly, facile da adoperare e semplice da installare, e per questo
motivo a suo tempo la si era preferita ad Opensuse) finisce per
diventare un limite: impigrisce l'utente, lo rende succubo ed
acritico. Ma la colpa non è di Shuttleworth. E' dell'utente che non ha
la necessità di avere nerbo, si accontenta (finchè le cosa vanno come
lui si aspetta), e poi viene preso dallo sconforto più nero quando la
sistuazione gli sfugge di mano.
La speranza sarebbe di far ritornare i nuovi utenti ad effettuare
un'installazione usando la command line, facendo loro capire cosa
avvenga, punto per punto, e dando così dell'effettiva conoscenza, e
non un ambiente preinstallato e prevalentemente inutile per le sue
esigenze.
Non dico che poi quel poverino dovrebbe sentirsi in dovere di
continuare a linea di comando. Ma capire cosa avviene dietro le
schermate pubblicitarie della distro di turno mentre non stai facendo
assolutamente nulla e ti annoi, lo aiuterebbe una volta per tutte a
non pensare al guadagno facile dell'installazione predigerita e
concentrarsi su ciò che vuole davvero ottenere.
Scrivo queste righe non per convincere te (che su questo ci acchiappi
molto più del sottoscritto), ma, sapendo che la dietro, nel silenzio e
nell'anonimato della lurkeria, ci sono occhi avidi di leggere questo
tipo di concetti, ma che non osano chiedere perchè temono di sminuire
il proprio ego umiliandosi a dover chiedere qualcosa in concreto.
Magari qualcuno di questi passivi lettori potrebbe persuadersi che non
c'è nulla di male a fare il niubbo (già questo da un senso
all'esistenza dei cosiddetti "esperti") e, approfittando
dell'anonimato e della riservatezza, tenti di superare la paura di
imparare. Se ciò avvenisse (ed io ci spero tanto), l'esistenza di
questa lista ove non vigono etichette troppo rigorose (salvo la buona
educazione s'intende), avrebbe un suo senso.
Sperando in ciò ti dico ancora grazie per il supporto che mi stai
dando con la tua pazienza. Speriamo che serva a qualcosa per dare una
svegliata al sopore che ormai sta dominando un po' tutti.
Ma non c'è proprio nessuno che abbia qualcosa di ridire in proposito?
Aspetto feedbacks, ed anche le critiche ed i dissensi lo sono.
Ciao Angelo

--
Giuliano



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