[hack] Re.Re.Linux?
$pooky Hunter
markocya@tiscali.it
Mer 2 Mar 2005 17:24:12 CET
On Wed, 2 Mar 2005 11:45:48 +0100
"Giovanni Guarino" <giovanni.guarino1@aliceposta.it> wrote:
1) Il quoting non è il tuo forte...
Il segno ">" l'hanno inventato apposta per commentare il testo degli
altri.
> _Linux non e` un sistema operativo, Linux sono 34 MB di file sorgenti
> scritti in C
Seee come no, se intendi in formato tar.bz2 ci posso anche stare, ma
altrimenti si parla di roba tipo 220 Mb.
> e 1 MB di codice binario compilato e caricato in memoria
> all'avvio del computer (si ok, ci sono anche i moduli...).
1 Mb è un po' soggettivo, bisogna vedere quanta roba ci compili dentro.
> _Un sistema operativo basato su GNU/Linux non vuole competere con
> nessuno sul piano economico. O perlomeno, secondo noi, l'aspetto
> economico non deve assolutamente essere visto come l'elemento piu`
> vantaggioso, anzi!
Se tutti i sistemi basati su Linux costassero quascosa scommetterei che
un buon 80% degli utenti linux passerebbe a qualche *BSD.
> - Per il creatore di Linux (parlo solo del kernel)
> la competizione e` sul piano esclusivamente tecnico.
Non credo che sia un caso se ha rilasciato il kernel sotto GPL.
Penso che la componente ideologica della filosofia GNU sia stata
determinante.
> - Per i sostenitori del software libero la motivazione fondamentale
> viene proprio dalla _liberta`_.
Per me free as beer o free in fondo non fa tutta questa differenza.
> Dei soldi come vedi gliene frega poco a tutti!! :)
Vallo a dire alle aziende che vogliono tagliare i costi...
> Noi in particolare non vogliamo che la gente risparmi o spenda meno.
Ma con questo noi chi intendi??
> Vogliamo semplicemente che non butti i soldi nelle tasche gia`
> stracolme di chi gia` ce ne ha da buttare e li usa a per farne sempre
> e ancora di piu` a scapito di tutti gli altri, utenti, tecnici,
> appassionati e, nella societa` moderna, col peso che ha l'informatica,
> praticamente di tutti!
Il punto non è la lotta di classe contro il Moloch capitalista di turno.
Sono la conoscenza e le idee che dovrebbero essere libere di circolare
in ogni loro forma per il bene della collettività.
> Bene! mi hai convinto. Debian non si propone di andare in ogni casa,
> in ogni ufficio, su ogni scrivania. Prima di usare Debian bisogna
> farsi una solida preparazione informatica, bisogna entrare in
> un_accolita di specialisti.
Ma tu davvero hai usato Debian o parli per sentito dire?
Installare Gentoo, LFS o un OpenBSD può essere difficile. Installare una
Sarge è roba da ragazzini delle medie.
> Allora mettetevi d_accordo. Non proponete
> Debian alle scuole, ai comuni. O pretendete che ogni professore, ogni
> impiegato, diventi specialista di sistemi operativi? O proponete un
> sistema che le istituzioni non potranno usare se non dipendendo da
> specialisti? Con l_aggravio di spese che ciò comporta? (non posso
> farci nulla, ma l_aspetto economico a me interessa).
Il motivo per cui propongono Debian è prettamente politico, c'è poco da
fare.
> Non ti sembra di esagerare un po_? Vuoi paragonare la libertà dalla
> schiavitù con la possibilità di modificare il codice sorgente?
Ci sono molte forme di schiavitù...
> Io credevo che uno che possiede il codice sorgente può per esempio
> decidere se le icone sono quadrate o tonde. Se pigiando sul tasto
> della i appare una i o un geroglifico egiziano. Niente di più. Ma io
> sono un normale utente, non sono un informatico.
No, per fare quelle cose non c'è bisogno dei sorgenti.
I sorgenti ti tutelano da ogni tipo di abuso da parte dei programmatori:
es. spyware, trojan & co.
In più danno la possibilità al software di evolvere più rapidamente
e secondo le reali esigenze degli utenti finali.
> Suppongo che voi specialisti di sistemi informatici open source
> abbiate fatto cose straordinarie finora, battaglie che hanno inciso
> sui destini dell'umanità, utilizzando questo sistema operativo che,
> pur se utilizzato da una frazione minima degli utenti di computer, è
> libero.
Gli specialisti non sono gli utenti UNIX, gli "specialisti" sono gli
hacker che mettono le mani sui sorgenti delle applicazioni.
Quelli che ci hanno dato un'alternativa ad un software chiuso e a
pagamento. Il mondo si cambia dalle piccole cose un po' alla volta.
"Frazione minima" è un discorso molto relativo, negli ultimi anni gli
utenti si sono moltipilicati ad un ritmo più che geometrico
(n^n1^n2...) e cmq dipende molto dal settore.
INell'ambito dei server di fascia bassa e piccoli router-firewall credo
sia l'OS più usato al mondo.
> Io pensavo che quando si parla di sistema libero si facesse
> riferimento ad una libertà tutta interna al mercato, la libertà di
> affrancarsi da un monopolio.
La libertà non sta solo nella scelta, se fosse un software gratuito ma
chiuso saremmo punto e a capo.
La libertà sta nell'essere autonomi, nel dipendere solo da noi stessi e
non da 1, 2 o mille altri padroni.
> Tu invece pensi ai grandi valori, alla libertà con la l maiuscola, per
> cui gli specialisti di informatica, quelli che amichevolmente
> chiamiamo smanettoni, assurgerebbero al ruolo di combattenti per la
> Libertà.
La libertà è un diritto non de facto.
E per quanto possiamo dovremmo cercare di ripristinarla ovunque
possibile. Non ci sono libertà di serie B, è una questione di principio.
Un certo Benjamin Franklin nel XVIII secolo disse:
"They that can give up liberty to obtain a little temporary safety
deserve neither liberty nor safety"
[Quelli che barattano la libertà per ottenere una piccola sicurezza
provvisoria non meritano né l'una né l'altra]
Ancora la gente non l'ha mica capito...
> Un volo interessante, ma su questo piano, scusa, proprio non
> ti seguo. Il mio senso della realtà(o la mia ignoranza) mi porta più
> terra terra: le foto delle vacanze, il modem, _
Linux è solo una possibilità in più, nessuno ti vieta di usare Windows,
Mac OS, BeOS o qualsiasi altro OS.
I sistemi UNIX storicamene sono principalmente admin friendly, non user
friendly. Tutto il resto ben venga, ma devi prenderlo come grasso che
cola.
> A occhio e croce mi sembra un_altra esagerazione. Il contratto che
> acquisto con la licenza prevede clausole spaventose? Sarà! Io sono uno
> di quelli che vanno su accetto senza neanche guardare.
Uno di questi giorni giuro che lo faccio: scrivo un programma e in fondo
alla licenza ci metto una clausola dove che preme su accetta dà
l'autorizzazione all'espianto totale da vivo dei suoi organi.
Ci sarebbero, forse, qualche migliaio di morti ma poi scommetto che gli
utenti incomincerebbero a farci più caso a certe cose.
> Non so quali
> impegni ho assunto finora, ma sono pronto al peggio quando verranno a
> contestarmi tutti gli accetto su cui ho pigiato senza preoccuparmi di
> leggere. Probabilmente in quel testo che io evito accuratamente di
> scorrere è scritto che il software è soggetto a copyright, né più né
> meno di un libro o di una videocassetta. Non posso proiettare la
> videocassetta in un locale pubblico o fare le fotocopie del libro e
> dire che l_ho scritto io. Come non mi sento leso nella mia libertà dal
> non poter andare in giro a dire che sono io l_autore della Divina
> Commedia, così mi sembra ovvio che chi ha investito per produrre un
> programma mi consenta di usarlo solo a certe condizioni. A meno che
> abbia deciso di tentare la carta GPL per entrare in un mercato
> difficile, dove c'è un monopolista ben deciso a chiudere tutti gli
> spazi. Per cui a chi tenta questa carta non conviene, secondo me,
> usare la stessa tattica del monopolista, ma diffondere il più
> possibile i miglioramenti acquisiti (è questo, mi sembra, il
> significato dell'open source) perché il sistema alternativo si
> diffonda sempre di più, diventi uno standard. Naturalmente questo
> obiettivo è visto con disgusto da chi ama vivere in una nicchia o da
> chi ritiene che in una nicchia si combatte la battaglia per la
> Libertà.
>
> _Guarda spesso non i tratta di aziende ma di volontari che si fanno
> dei culi come scimmie per fare quello che fanno e, che in molti casi
> lo fanno anche egregiamente, dato che sistemi, ad esempio, Debian, al
> di la` dei tuoi scanner, sono usati in molti ambiti di produzione e
> riconosciuti come ottime soluzioni per prestazioni, stabilita`, ecc.
> Scusa se il tono ti sembra un po' sopra le righe, non e` niente di
> personale con te, ne` voglio offendere, o portare la discussione fuori
> dai canoni della civilta`, ma mi sembri sparare un po' a zero senza
> esserti, diciamo, correttamente informato... e questo mi disturba un
> po'._
Giustissimo.
> Si tratta di volontari? Bene, vuol dire che hanno il tempo e la voglia
> di coltivare un hobby. Non sono tutti volontari (per fortuna, io
> direi) perché basta andare sul sito di Mandrake e ti propongono di
> scaricare il sistema base aggratis, il sistema completo se ti impegni
> a pagare una cifra mensile sotto forma di abbonamento a Mandrake club.
> Mi pare che Red Hat e Suse facciano lo stesso. Per questo io dicevo
> che forse dietro l_etichetta dell_open source ci sono delle aziende.
Semplice: opensouce non significa gratis.
Se voglio posso scaricare da internet la Debian e rivenderla a 1000 Euro
al cd se trovo qualcuno disposto a comprarmela.
Ci sono delle aziende che preferiscono spendere 2000 Euro per una RHEL4
per avere l'assistenza tecnica.
Liberi non lo sono solo gli utenti finali, ma anche eventuali aziende
che decidono di offrire prodotti basati su Linux.
> Nulla di male. Anzi, per conto mio, questo sistema operativo, o quello
> che diavolo è,
Senza offesa ma o ci sei o ci fai.
Basta anche che tu vada su www.kernel.org o in qualsiasi sito di una
distribuzione Linux che te lo spiagano.
Linux è un kernel, un kernel + una serie di script di avvio, e dei
programmi formano un sistema operativo.
Questo documento l'ho scritto io, più chiaro di quello non saprei cosa
indicarti.
http://linux.med.unifi.it/spooky/inf/linux.html
> diventerà maturo e competitivo quando creerà lavoro, ma non basato
> sulla difficoltà di utilizzo,
La priorità è che l'OS funzioni bene, diventerà facile quando ci saranno
abbastanza sviluppatori per poter pensare anche a questo.
> perché in questo caso il mercato lo seppellirà,
Mi sa che hai ragione, dev'essere per questo che dal '91 riscontra
sempre meno consensi.
> ma sulla stabilità, sulla sicurezza e su quella qualità
> che tu consideri un difetto: la capacità di non farsi notare, di
> prendersi carico silenziosamente di quelle operazioni che a qualcuno
> piacciono, ma che tanti considerano una rottura di scatole.
Personalmente se voglio una cosa fatta bene me la faccio da solo.
Windows ed altri OS ti negano questa possibilità.
Preferisco un OS dove non ci sono automatismi rispetto ad uno che te li
impone.
> Hai fatto male a disinstallare Debian perché un utente medio, non un
> esperto, può tranquillamente arrivare a configurare un modem e uno
> scanner e vedere le foto delle vacanze sullo schermo in ambiente
> Linux. Tante aziende si stanno formando, chissà, forse anche dietro a
> Debian, per far sì che Linux diventi un_alternativa reale a Windows,
> capace, cioè di sottrarre fette di mercato a Windows, facendo
> risparmiare gli utenti e dando loro una maggiore libertà di scelta>>.
Il problema è che l'utente non ha tempo e/o voglia di leggere la
documentazione dei programmi che pretende di usare.
Non è una critica, è una constatazione oggettiva.
Lo sappiamo che Linux talvolta non è semplicissimo da usare, caspita se
volete la semplicità passate ad un Mac.
O altruisticamente diventate programmatori e sviluppate delle gui e
degli script per semplificare quello che vi sembra difficile :-)
Qualcuno vi ringrazierà. Insomma, perché sputare nel piatto dove si
mangia, visto anche che il pasto ci viene offerto!
Secondo te è un caso che tutti i sistemi più user friendly siano a
pagamento??
--
$pooky Hunter http://linux.med.unifi.it/spooky
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