[Golem] Testimonianza minima da Lucca sul 21 Luglio a Genova

M&I violun@tin.it
Mer 1 Ago 2001 15:57:51 CEST


Genova dalla strada

Genova, 21 luglio, la manifestazione grande. Dovevamo partire con i pullman
delle associazioni cittadine,  ma non ho sentito la sveglia. Il piazzale del
ritrovo era vuoto: due ore di ritardo. Così io e il mio compagno siamo
andati lo stesso, in macchina. In poco tempo siamo arrivati, e subito
abbiamo incontrato i primi gruppi di manifestanti. Molto colorati,
stravaganti, qualcuno improvvisava con trombe e tamburi. Volevamo
raggiungere i nostri. Abbiamo risalito il lunghissimo corteo di
manifestanti.       Strano. tra i gruppi colorati, i cordoni dei centri
sociali, le bandiere delle associazioni, c'erano file di ragazzi in nero,
col viso coperto.   Alcuni con spranghe, mazze da baseball, manganelli. E
avevano un capo che camminava a distanza da loro. Erano in mezzo al corteo,
imboscati, nascostati tra la folla. Niente foto: il capo ci è venuto contro
mostrando la spranga. Siamo risaliti ancora. Poi, entrati nel piazzale del
punto di ristoro [sono riuscita a ricostruire che si tratta del piazzale
retrostante Piazzale Kennedy], ci siamo messi a chiacchierare con i ragazzi
dell'organizzazione. Il piazzale era quasi vuoto. Al massimo una ventina di
ragazzi che bivaccavano. Improvvisamente è successo qualcosa al di là della
recinzione. Istintivamente siamo corsi in quattro o cinque verso il cancello
in fondo alla piazza. C'era la polizia, al di là, schierata davanti al
corteo che svoltava verso corso Torino [stando alla cartina]. Quando sono
partiti i lacrimogeni per terra non cerano pietre. Siamo stati investiti dal
lacrimogeno e siamo corsi indietro. Qualcuno - dopo -  ha detto che era un
strategia della polizia per tirare fuori dal gruppo i più facinorosi.  Noi
che eravamo nel piazzale non facevamo altro che riposarci quando hanno
cominciato a piovere lacrimogeni. Stupore, più che paura. Ho respirato il
fumo. Mi bruciava la gola e la pelle, lacrimavo, tossivo, faticavo a tirare
il fiato. Qualcuno mi ha fatto lavare. Non so come, sono riuscita a restare
razionale. Ho bagnato il foulard bianco e me lo sono arrotolato intorno alla
faccia.    Dubbio: sarei mia stata scambiata per una facinorosa? Il dolore
era forte, dovevo proteggermi in qualche modo. Il mio compagno è rimasto al
di là dei cancelli, riparato da un container. Scattava foto. Di là c'era
anche un gruppetto di giornalisti. Un ragazzo voleva chiudere i cancelli. Il
mio compagno sarebbe rimasto dalla parte di là, preso tra la polizia e i
manifestanti. Abbiamo urlato di non chiudere: si tagliava una via di fuga,
anche ai giornalisti. Quelli con le macchine fotografiche facevano avanti e
indietro dai cancelli. Insieme a una ragazza delle cucine facevo la spola
tra i cancelli e la cucina portando bottiglie d'acqua. Era tutto
paradossale. Lei con un grembiulino a quadretti, in mezzo ai lacrimogeni.
Surreale. I lacrimogeni piovevano da tutte le parti. Nel corridoio davanti
al cancello siamo rimaste solo lei e io, due ragazze senza armi, né casco.
Due qualunque. Ci davamo una mano a vicenda. Distribuivamo acqua, in
maggioranza a giornalisti. Non c'erano tute nere tra quelli che abbiamo
aiutato. Comunque non li avremmo aiutati. Forse ci hanno viste correre ed è
arrivata una terza, una quarta serie di lacrimogeni, davanti, dietro, nel
mezzo, a pochissima distanza. Eravamo completamente circondate dal fumo. Lei
mi ha aiutata a uscirne. Un lacrimogeno è stato sparato nelle cucine. Il
fumo era così intenso che non riuscivo più a vedere il mio compagno. Gli
sono corsa ancora incontro, verso i cancelli. Paura che il mio gesto venisse
interpretato come un'aggressione. L'ho trovato che perdeva saliva e muco dal
naso, aveva conati di vomito, non ci vedeva più. L'ho preso per la maglietta
l'ho trascinato all'aria e l'ho fatto lavare.

Al cancello in fondo la polizia tentava di entrare.  Una ragazza ha proposto
di alzare tutti le mani e di sedersi. Un sit-in pacifico. Al massimo ci
avrebbero prelevati, che potevano farci se eravamo disarmati?  Non c'è stato
neanche il tempo di riflettere che sono cominciati gli scontri. Da non so
dove sono spuntate fuori le tute nere. E' stata una cosa improvvisa: prima
non c'erano, un attimo dopo erano lì.

Il tempo di riprenderci e abbiamo capito che la situazione stava
precipitando. Qualcuno ha urlato "via, via: stanno entrando". Lo scontro era
già in atto prima che facessero irruzione. Si stavano spostando verso il
centro del piazzale, verso di noi. Siamo corsi fuori. Gli organizzatori ci
orientavano verso il viale in cui proseguiva il corteo. Ai lati i cordoni ci
proteggevano. Lungo il viale la scena era completamente diversa. C'era solo
gente normale. Due anziani, un uomo e una donna portavamo uno striscione, un
'enorme assegno. Lei aveva i capelli candidi e si reggeva  su un bastone. Un
uomo dalla barba grigia ballava sul ritmo di congas e tamburi.
Coloratissimo. I ragazzi che ballavano. C'erano cani al guinzaglio e anche
un bambino. In uno spiazzetto è stato improvvisato un concerto su dei bidoni
vuoti. Abbiamo collaborato con i fischietti. Un ragazzo faceva della
giocoleria con le clavette. Il mio compagno e io siamo andati ancora avanti.
Lui ha preso un viale secondario per fotografare la Genova "violentata". Io
sono rimasta a guardare il corteo. Dall'altra parte della strada, dove
faceva incrocio, c'è stato di nuovo del fumo. Il corteo ha fatto un'ampia
curva. Non ho visto nessun segnale di scontro. Forse anche lì cercavano di
far uscire allo scoperto i facinorosi?  Si vede che in quel troncone non ce
n'erano. Tutto è continuato normalmente e i fumogeni sono finalmente
cessati. Ancora avanti, fino alla testa del corteo, fino al palco per
ascoltare Raul Pont, Agnoletto, Bovè. Di tanto in tanto davano notizie:
dietro di noi c'erano altre cariche. Quando Agnoletto ha letto la lettera
del padre di Carlo Giuliani c'è stato un lungo applauso. Non ha diviso tra
buoni e cattivi. Le vittime erano due, di uno stesso carnefice.   A qualcuno
sono scivolate le lacrime.     La situazione alla nostre spalle stava
volgendo al brutto. Hanno chiuso gli interventi lasciandoci un'impressione
di preoccupazione e di fretta.   Non si poteva tornare indietro. Viale
Europa era in fiamme e c'erano le cariche della polizia. Proprio sulla scia
del corteo pacifico si era scatenata la violenza, la distruzione. C'erano
gli scontri a Brignole, da dove dovevano partire i gruppi delle associazioni
arrivate col treno. Bisognava fare il giro lungo, non passare assolutamente
da piazzale Kennedy. Siamo sciamati un po' confusi. La maggioranza di noi
non conosceva Genova.

Ma non c'è stata solo la manifestazione e le testimonianze. Ci sono stati i
genovesi. Si è sempre detto che i genovesi avevano paura. Sicuramente. Ma
non di noi. Mi aspettavo gente intimidita, come se avessi scritto in fronte
"born to kill".  Invece c'era tanta gente ai balconi. Salutavano i
manifestanti, applaudivano e dal corteo rispondevano con lunghi applausi.
Dai tetti spruzzavano acqua per rinfrescarci. Sotto l'acqua ci divertivamo
come ragazzini al mare. Forse per smorzare col gioco la paura delle cariche.
Ai portoni ci aspettavano con le bottiglia d'acqua e i biscotti. Dov'era
quella Genova spaventata a morte che mi aspettavo? Una donna ci ha mostrato
la sua bimba. E' paura questa? Agli angoli degli incroci i genovesi
stazionavano. Senza altra organizzazione che non venisse dalla solidarietà
spontanea, ci davano informazioni su dove passare per evitare gli scontri.
Ci siamo fermati spesso a parlare con loro, a cercare di capire. A chi non c
'era sembrerà strano :  la Genova che abbiamo conosciuto noi è stata
"materna". Nessuno a cui facessimo paura, nessuno che si tirasse indietro.
Di quella giornata mi rimarrà il ricordo di una consapevolezza tanto
profonda da vincere la paura. Genova è una città che mi resterà nel cuore.
Lì mi sono sentita libera e partecipe. Ho gridato quel NO che da troppo
tempo tenevo in gola.

Ilaria Sabbatini
Lucca
tel /fax 0583 - 80 55 53


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"L'uomo senza l'utopia sarebbe un mostruoso animale fatto di istinto e
raziocinio. una specie di cinghiale laureato in matematica pura"    F. de
Andrè
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Ps. Scusate se non ho sottoscritto la list, ma con il Forum di Attac, GSF e
via dicendo non riesco a leggere nemmeno una minima parte della posta...





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