[Golem] Un articolo interessante per la serata sul gpg
Leandro Noferini
leandro@firenze.linux.it
Mar 22 Maggio 2001 11:02:39 CEST
Ciao a tutti,
vi mando il seguente articolo di zeusnews per la futura serata sul
gpg.
Come al solito..... con preghiera di massima diffusione.
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Date: Tue, 22 May 2001 00:17:49 -0100
From: zeus@zeusnews.com
Subject: ZEUS News - n. 218 - La parabola della riparazione illegale
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[ZEUS News] - Notizie dall'Olimpo informatico
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Anno III - numero 218 - 22 maggio 2001
Web: http://zeusnews.com
Contatti: mailto:staff@zeusnews.com
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Gli altri articoli:
** (S)PRIVACY STORY **
Questa volta ci si mette pure la comunita' Europea. E' allo studio una
proposta di legge per creare un mega archivio di tutte le comunicazioni che
avvengono online: una sorta di superosservatorio con dati fino a sette anni
prima.
>> di Giovannibattista Pallavicini
http://www.zeusnews.com/news.php3?&cod=551
Un colpo al cerchio ed uno alla botte: se in questi giorni la notizia di
primo piano nella Comunita' Europea e' stata la firma di Microsoft
all'accordo Safe Harbor che ammorbidisce i termini sulla privacy, oggi
tiene invece banco una proposta di legge di senso opposto e molto
restrittiva, persino preoccupante potremmo dire.
Ma andiamo con ordine. Il Safe Harbor Act e' una sorta di contratto stilato
da USA e UE per tutelare il trattamento dei dati di cittadini europei da
parte di imprese statunitensi nell'ambito delle loro attivitą commerciali.
Il patto Safe Harbor prevede l'applicazione di norme sulla privacy anche ad
imprese USA che svolgano la loro attivita' nei confronti di cittadini
europei; tuttavia, nonostante le critiche di eccessiva ristrettezza da
parte americana, la disciplina concordata e' molto meno vincolante ed
onerosa di quella vigente per le imprese della Comunita'.
L'onere piu' pesante che gli zii d'america dovranno sopportare sara' quello
di non comunicare i dati di utenti europei a imprese e/o soggetti residenti
in stati che non soddisfano i criteri di riservatezza e privacy richiesti
dalla UE. Inoltre il patto avra' natura di vero e proprio contratto, cioe'
sara' valido solo per quelle imprese che decideranno di sottoscriverlo,
cosi' come ha fatto Microsoft, e che rispettandolo si assicureranno
l'imperseguibilita' sulla base della normale disciplina relativa al
trattamento dei dati personali.
Non appena apposta una firma autorevole a questo accordo, che peraltro
avra' validita' a partire dal 1 Luglio, la Comunita' Europea si e'
sbizzarrita ad ideare nuovi metodi di ferreo controllo sulle attivita' dei
naviganti.
E' di questi giorni infatti la proposta di legge che se approvata
obblighera' i provider di tutta Europa a mantenere per sette anni un
archivio completo di tutti collegamenti ed il traffico Internet generato
dai propri utenti, nonche' tenere traccia di tutte le email che transitino
per i propri server. L'obiettivo e' quello di creare un super database
internazionale che permetta all'europol di poter accedere in qualsiasi
momento ad informazioni sulle comunicazioni e transazioni effettuate negli
anni con qualunque parte del mondo all'interno della UE.
La proposta ha sollevato non poche polemiche, non solo fra gli utenti
ovviamente spaventati dall'eventualita' di vedere tracciate nel dettaglio
tutte le loro mosse in rete, ma anche fra gli Internet Provider, che si
vedrebbero attribuire un ruolo eccessivamente oneroso. Essi lamentano il
fatto di doversi assumere la responsabilita' legale della manutenzione di
tutta una serie di dati molto delicati, per un numero elevato di anni e di
poterli rendere consultabili sempre agli organi di polizia della Comunita'
Europea. Gli ISP sostengono a ragione di essere dei meri fornitori di
accesso e di non poter sopportare i costi di un tale incarico di
responsabilita'. Non e' il loro compito fare i poliziotti.
Mentre da un lato si concede quindi la possibilita' alle imprese americane
di gestire in modo abbastanza flessibile i dati dei loro utenti residenti
nella UE, presentando quindi un governo Europeo che si ritira da
ingenerenze nella sfera della privacy del cittadino, dall'altro lato
proprio questi stessi cittadini potrebbero venir sottoposti a pesanti
controlli da parte degli organi di polizia comunitaria. Internet dunque
rischia di diventare un vero e proprio sistema di spionaggio riservato a
pochi membri della sicurezza internazionale, in grado di accedere
liberamente ai dati di tutti i navigatori Internet. Sembra proprio che i
governanti vogliano indurre le persone a nutrire sempre maggior diffidenza
nella rete...
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Ciao
leandro
Email: leandro@firenze.linux.it
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