[Golem] (no subject)
Stefano Turbati
turbati.stefano@inwind.it
Dom 7 Lug 2002 17:44:13 CEST
06/07/02 1.11.42, Marco Ermini <flug@markoer.org> ha scritto:
>>[...]
>Alla fine, non ho capito con tutto questo cosa volevi dire, oltre al fatto che
>non ho capito tu cosa ne pensi degli archivi (che, ti ricordo, era l'argomento
>di cui si stava discutendo ;-)
Ciò che penso è che internet, come qualunque altro media, di per sè non sia nè positivo nè negativo; tutto dipende
dall'uso che se ne fa.
Ma certamente dei rischi insiti nel suo uso esistono e, senza rinchiudere in categorie patologiche chi si ritiene più
sensibile ad essi, occorre tenerli presenti.
Peraltro nell'ottica di utilizzo economico ed ecologico delle risorse quale il Golem ha finora adottato, fare pulizia nello
spazio virtuale, consente di evitare la creazione di una discarica di dati.
Non vedo infatti l'utilità di accumulare mesi e mesi di scambi di opinioni, che non credo siano state scritte con
l'intenzione di lasciarle in eredità ai posteri. Sarebbe un pò come se ciascuno di noi conservasse nastri registrati delle
proprie conversazioni telefoniche.
Forse mi potresti rispondere che il telefono consente di dialogare da punto a punto, mentre Internet mette
l'informazione in rete, ma è evidente che le conversazioni telefoniche sono intercettabili almeno quanto quelle sul web.
E poi scusami, ma non trovi che pure il desiderio di conservare anche la più piccola traccia di sè e della propria
identità, temendo vada perso qualcosa della memoria storica, sia una forma di paranoia?
Per quanto riguarda invece i toni della discussione, ti esplicito più chiaramente ciò che volevo dire.
Personalmente ho trovato un pò fuori luogo certi giudizi diretti e, permettimi, un pò saccenti, che hai espresso su cose
dette da me o da altri.
Ritengo infatti che essendo iscritte in lista persone anche molto diverse tra loro per le proprie competenze di cultura
informatica e non, per le proprie esperienze professionali, e magari anche per le proprie opinioni, sarebbe forse il caso
di "fare gruppo" mettendo insieme ciò che ci unisce (la passione per Linux) e non sottolineando ciò che ci divide.
Altrimenti mi sentirei in difficoltà, ma forse con me altri, ad esprimere serenamente le mie opinioni sapendo che c'è
sempre qualcuno che ne sa molto più di me, pronto a bacchettarmi perchè parlo di programmi open per Windows
(eppure mi pare che Open Office lo sia...), o perchè (orrore!) uso le tabulazioni.
Può darsi che tu non sia d'accordo con me neanche questa volta; però vorrei invitarti a riflettere sugli obiettivi che
come Golem possiamo e vogliamo darci. Uno degli scopi non è la diffusione del free software? Che diffusione potrà
mai avere Linux presso il grande pubblico (non quello degli esperti informatici), se chi ne sa molto mal tollera
l'ignoranza di chi si accosta ad esso? Se poi invece ci sono dei nostalgici dell'era in cui l'informatichese era
comprensibile più o meno come l'etrusco, o che ritiene che un OS ed una applicazione più sono difficili da usare e
meglio sono, allora forse Linux non riuscirà mai ad uscire dalla nicchia, per quanto ampia, nella quale stagna.
D'altra parte credo che saranno sempre di più le persone che cercano di migliorare le proprie competenze
informatiche non come fine ma come mezzo per fare altro, e dunque credo sia giusto che il Pc serva a risolvere più
problemi di quanto non ne crei obbligando ad apprendere cose nuove e non sempre facili.
Vorrei infine conoscere la tua opinione su questa mia riflessione: ma non sarà che il successo commerciale senza
precedenti di Bill Gates e dei suoi discutibili prodotti, è dovuto al fatto che forse è stato il primo informatico che ha
cercato di comunicare in modo comprensibile con il resto del mondo, facendo sentire ognuno nè un ignorante nè uno
stolto, ma una persona capace di utilizzare un Pc come strumento per coltivare i propri interessi? D'altra parte in ogni
altra attività umana non si pretende che tutti debbano imparare tutto (Schumacher sarebbe forse lo stesso campione
che è, se invece di potersi dedicare esclusivamente alla guida del mezzo, dovesse anche occuparsi della progettazione
e della messa a punto meccanica?); perchè dovrebbe essere così per l'informatica?
E che ne dici se anche Linux, mantenendo tutte le proprie qualità e peculiarità, venisse percepito da ogni possibile
utente come un'alternativa "amica", alla quale ci si può accostare senza il timore di non esserne all'altezza?
Se sei d'accordo con questi argomenti, dovresti allora concordare anche sulla necessità, data l'assenza di un'attività di
marketing in casa Linux, che comunità come la nostra facciano quanto è in loro potere per trasmettere ad ogni
possibile interessato messaggi di questo tipo.
Se invece non sei d'accordo, resto in attesa delle tue argomentazioni.
Comunque sia, un saluto a tutti!
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