[Golem] Fwd: [cyber~rights] Da punto-informatico.it: Lettera aperta di Papini e Sponzilli al Ministro Urbani contro le tecnologie anti-copia
O/I
officinainformatica@email.it
Gio 21 Nov 2002 02:19:11 CET
-----BEGIN PGP SIGNED MESSAGE-----
Hash: SHA1
- ---------- Forwarded Message ----------
Subject: [cyber~rights] Da punto-informatico.it: Lettera aperta di
Papini e Sponzilli al Ministro Urbani contro le tecnologie anti-copia
Date: Tue, 21 Nov 2000 06:21:37 -0500
From: Al Papone <alessio.papini@tin.it>
To: cyber-rights@ecn.org, movimento@ecn.org
Lettera aperta uscita su punto-informatico.it
Interessante anche il forum che ha già più di 80 interventi
Ciao a tutti!
Alessio Papini
Lettera aperta contro le tecnologie anti-copia
La firmano Alessio Papini, consigliere comunale dei verdi a
Firenze e Adriano Sponzilli, del Bologna free software forum.
Indirizzata al ministro Urbani.
Questione bollente. Al centro balzelli su cd, palladium e dintorni
Tecnologie, non stupefacenti (pagina 1 di 4)
20/11/02 - Lettere - Roma - Sulla questione dei balzelli su
CD e masterizzatori, della libertà d'uso dei beni acquistati e sulle
tecnologie anti-copia riceviamo e volentieri pubblichiamo una Lettera
aperta al sig. ministro dei beni e delle attività culturali on.
Giuliano Urbani
Eccellenza,
come certo lei saprà, il suo ministero ha pubblicato uno schema di
decreto legislativo relativo alla "Attuazione della direttiva
2001/29/ce del parlamento e del consiglio europeo del 22 maggio 2001
sull'armonizzazione di taluni aspetti del diritto d'autore e dei
diritti connessi nella società dell'informazione", che ora è in
attesa di essere approvato dal Consiglio dei ministri.
Le scrivo per significarle come, a mio avviso,
l'approvazione di questo decreto legislativo, nel testo attualmente
noto, possa portare gravi peggioramenti nei diritti dei cittadini e
degli utenti, come fruitori di opere coperte da diritto d'autore e
come titolari di libertà civili.
Il dibattito che in questi giorni si è sviluppato
sulla questione ha denunciato soprattutto la tassazione degli
apparecchi di registrazione e dei supporti di registrazione
(cassette, videocassette, cd vergini, memorie di massa, etc.). Si
tratta chiaramente di un balzello odioso, che ogni cittadino dovrà
pagare alla SIAE sulla base della presunzione che lui compia la
duplicazione per uso personale di opere protette, anche se poi,
eventualmente in concreto, non la compie affatto. E gli importi
prefigurati di questa imposizione sono assolutamente sproporzionati.
Ma questa tassazione è solo uno dei problemi di
questo decreto legislativo ed è probabilmente il meno grave. Ci
troviamo di fronte a una norma che rischia di restringere
concretamente le libertà individuali di ciascuno di noi. Ed è
sorprendente, quindi, quanto nessuno sembri rendersi conto di quello
che sta realmente accadendo.
La nuova normativa riconoscerà legittimità giuridica
alla così detta autotutela tecnologica, ovvero alla pratica delle
grosse case di produzione di musica, cinema, software di tutelarsi
contro la pirateria utilizzando delle tecnologia anti-copia.
La legge considera efficaci misure tecnologiche
quelle che consentono ai titolari dei diritti di controllare l'uso
dell'opera tramite l'applicazione di un dispositivo di accesso o di
un procedimento di protezione (come la cifratura o la distorsione)
oppure attraverso un meccanismo di controllo delle copie.
La elusione delle efficaci misure tecnologiche sarà
vietata, con una serie di norme penali che tendono ad attirare nella
sfera dell'illecito tutta l'attività anche solo di studio dei
sistemi di protezione. Qui non si punisce più solamente la pirateria
pura, la vendita abusiva di contenuti copiati. Ora è punita la
fabbricazione, la vendita, persino la semplice detenzione di
attrezzature volte alla elusione di misure tecnologiche, che spesso
consistono di apparecchiature informatiche o software utilizzabile
anche per altre attività del tutto lecite. È del tutto irrilevante
se di quelle attrezzature si intendesse fare un uso lecito o
illecito: queste diventano materiale di per sé vietato, come se
fossero degli stupefacenti.
Questione bollente. Al centro balzelli su cd, palladium e dintorni
Trusted Computing, TPCA e Palladium (pagina 2 di 4)
E lo studio sui problemi della sicurezza, la ricerca
sulla crittografia? E il testing delle misure di protezione
effettuato da esperti indipendenti? Probabilmente dovremo mettere
sopra a tutti questi diritti una pietra tombale. Negli USA una norma
parallela a quella che noi stiamo per inserire (ispirata dai
medesimi trattati WIPO del 1996) è stata interpretata nel senso di
considerare vietata la semplice diffusione di informazioni
tecnologiche che potessero risultare utili ad aggirare misure
tecnologiche. E la libertà scientifica?
Ma la portata di queste norme sulla libertà individuale di ciascuno
di noi non si comprende fino in fondo, se non le si guarda alla luce
dello sviluppo che stanno avendo le tecnologie informatiche oltre
oceano. Il futuro dell'informatica potrebbe chiamarsi trusting
computing e potrebbe fondarsi sul Digital Rights Managment.
Le grosse case di informatica (Microsoft, Intel, Amd,
Ibm, Hp, etc.) unitamente ai grossi produttori e proprietari di
contenuti (Disney, Mpaa, etc.) hanno formato un consorzio denominato
Tcpa composto da 170 aziende, con lo scopo di sviluppare e in
seguito adottare la piattaforma trusting computing.
Il computer del futuro, secondo il progetto di questi
signori, sarà molto più sicuro, mediante un uso massiccio di
tecnologie crittografiche. Le varie componenti hardware del pc prima
si certificheranno a vicenda, scambiandosi chiavi crittografiche di
validazione sconosciute all'utente, poi controlleranno anche la
"bontà" dei programmi software, che a loro volta dovranno essere
certificati con delle chiavi per poter girare. I software che
gireranno su computer "buoni" saranno quelli che rispetteranno il
Digital Rights Management, ovvero avranno il diritto di leggere dei
contenuti crittografati, purché rispettino scrupolosamente le
prescrizioni imposte dal titolare dei diritti, che così ne
controllerà a distanza il rispetto.
La stessa Microsoft nel presentare il proprio
progetto in linea con il Tcpa e il DRM, che porta il nome in codice
di Palladium, ha parlato della possibilità di mandare mail "a
scadenza" ovvero che durino per un certo periodo e poi si
cancellino. Esattamente come il messaggio che si autodistrugge dopo
pochi secondi che si vede nei film di spionaggio, con Palladium sarà
possibile mandare messaggi che dopo un certo tempo spariscano. Ci
penserà il computer del destinatario a cancellarle, senza che il
proprietario possa opporvisi, senza che possa ordinare al proprio pc
di fare diversamente.
Pare che a nessuno sia venuto in mente che, forse,
conservare la corrispondenza che è a noi indirizzata, potrebbe
essere un nostro diritto, anche contro la volontà del mittente. E
che forse è assolutamente illecito creare una piattaforma
informatica nella quale il mio computer obbedendo ad altri distrugga
le lettere che io ho ricevuto.
Se l'utente deciderà di utilizzare programmi non
certificati, non avrà la possibilità di leggere i contenuti
crittografati, se li vorrà leggere dovrà usare software certificati,
che però non obbediranno a lui, ma obbediranno al DRM. E siccome il
futuro è fatto di software che vengono continuamente aggiornati
on-line, i pc comunicheranno in continuazione con le case madri dei
vari programmi che hanno dentro, senza che il titolare ne sappia
nulla. E oltre a aggiornarsi potrebbero mandare informazioni
sull'attività del proprio utente, su quali programmi usa, quali film
in dvd vede e quali cd ascolta al computer.
l computer? Una spia (pagina 3 di 4)
Nelle dichiarazioni dei suoi creatori il sistema
trusting computing sarà la soluzione finale contro i problemi di
sicurezza, niente virus, transazioni economiche in rete più sicure,
possibilità di acquistare contenuti multimediali anche in rete,
garantendo i diritti dei loro proprietari. In realtà si profila un
futuro in cui ogni cittadino comprando un computer si metterà in
casa una spia, un controllore.
Se il trusting computing nascesse oggi, sarebbe ancora lecito per
la concorrenza delle case informatiche del consorzio almeno provare
a fare dei programmi che senza "tradire" il proprio utente
consentano di accedere lecitamente ai medesimi contenuti, o potrebbe
essere lecito ad un utente tentare di aggirare le restrizioni
illegittime imposte o impedire le violazioni della propria privacy.
Onorevole ministro, il decreto legislativo che vi
accingete a varare renderà illecito ogni tentativo in questo senso.
Renderà illegale il materiale informatico che possa consentirlo,
vietata la diffusione di informazioni in merito.
E si noti che qui non stiamo parlando di nessun
tentativo di pirateria o di violazione del diritto d'autore,
parliamo solo di utenti che pretendano di accedere in maniera non
controllata a contenuti che hanno legittimamente acquistato o di
difendersi da intrusioni nella loro vita privata.
La logica di questo nuovo paradigma di rapporti fra
produttore e utente è totalmente nuova. Ci troviamo di fronte ad una
macchina che di volta in volta deve decidere se funzionare o non
funzionare a seconda del compito che le viene richiesto. Se io
acquisto una penna a sfera mi aspetto di poterci scrivere o
disegnare qualunque cosa, anche cose sgradite al fabbricante della
penna e al produttore dell'inchiostro, anche critiche alle loro
aziende. In futuro acquistando un PC potrei non avere la medesima
garanzia e considerando la centralità che questo strumento avrà
nella vita quotidiana di tutti noi e la centralità che l'informatica
avrà nella vita democratica delle nazioni evolute, non c'è da dormire
sonni tranquilli.
Lo schema di decreto legislativo introdurrà una nuova
nozione, quella di "messa a disposizione del pubblico di opere in
modo che ciascuno possa avervi accesso dal luogo e nel momento
scelti individualmente".
Il titolare dei diritti non si limiterà più a vendere
un diritto di fruizione di quell'opera, come accade ora ogni volta
che si acquista un libro, un disco, un programma, ma potrà
determinare una vendita di questo diritto in termini delimitati nel
tempo, nello spazio, nelle modalità di fruizione e nell'identità dei
fruitori. Questo sta a significare, essenzialmente, che nel
bilanciamento di poteri e possibilità di scelta fra il titolare dei
diritti e il fruitore, si arriva ad uno squilibrio totale di forze a
favore del primo.
In base al suo schema di decreto, onorevole ministro,
chi acquista un diritto d'uso secondo questa modalità di messa a
disposizione non si vede riconosciuto nessun contenuto legale minimo
del suo diritto; non ha, cioè, alcun diritto che gli viene
riconosciuto ex lege, nessuno a parte quelli contrattualmente
stabiliti da chi gli trasferisce l'opera.
Questa nuova modalità fa cadere anche il tradizionale
diritto a effettuare una copia di sicurezza, così come sparisce il
c.d. "esaurimento dei diritti conseguente alla prima vendita".
Questa formula tecnica sta a significare che, con la disciplina
attuale, quando acquistiamo un libro, la vendita fa cadere i diritti
del titolare su quell'unico esemplare, che non possiamo riprodurre
in più copie ma che per il resto è nostro a tutti gli effetti,
possiamo rivenderlo, prestarlo, farne l'uso che preferiamo fino a
quando vogliamo, i nostri nipoti potranno tramandarselo fino a
quando non si ridurrà a polvere di carta. La messa a disposizione
nel luogo e nel momento scelti individualmente cancella questi
diritti.
È teoricamente possibile vendere un libro vietandone
la rivendita; oppure a scadenza: "questo cd musicale si
autodistruggerà fra un anno"; oppure ad personam: "questa
videocassetta potrai leggerla solo tu, se inviti un amico a vederla
a casa tua commetti un illecito".
Non è domani, è oggi (pagina 4 di 4)
Ipotesi fantasiose? Per la diffusione tradizionale
forse, ma per la diffusione di contenuti multimediali per via
informatica è realtà. Negli Stati Uniti sono in vendita manuali
universitari in formato e-book, cioè dei libri elettronici che
anziché essere su carta vengono spediti via mail e visualizzati sul
monitor. Peccato che sia impossibile stamparli, che possano essere
usati solo sul computer originale e quindi sia impossibile
rivenderli o prestarli e soprattutto, che alla fine del semestre
accademico si autodistruggano. Scopo dichiarato dell'operazione:
impedire che gli studenti più anziani degli anni successivi passino
i loro vecchi libri ai più giovani.
Onorevole ministro, il suo decreto legislativo
modificherà radicalmente il concetto di fair use, ovvero di uso
lecito e lo farà lasciando mano completamente libera alle grandi
case proprietarie di diritti (case discografiche, major
cinematografiche, case editrici), senza nessun elemento di tutela
legislativa a favore del fruitore.
Onorevole ministro Urbani, le chiediamo di voler
riconsiderare lo schema di decreto legislativo da lei varato, di
voler bloccare la procedura di approvazione per meglio riconsiderare
la questione, eventualmente di concerto con le realtà della società
civile impegnate su questi temi.
La salutiamo cordialmente.
Alessio Papini
consigliere comunale di Firenze
Adriano Sponzilli
Bologna Free Software Forum
- -------------------------------------------------------
-----BEGIN PGP SIGNATURE-----
Version: GnuPG v1.0.6 (GNU/Linux)
Comment: For info see http://www.gnupg.org
iD8DBQE93DST+AHtvepSv+URAsztAJ9SjDIMSQhgRLU6WZMW1ffdUWgcRACfdG+s
CX5ZhW56CW9m2rgBFBK996A=
=Uq/r
-----END PGP SIGNATURE-----
Maggiori informazioni sulla lista
golem