[Golem] Fwd: firma contro il recepimento in italia della normativa EUCD

Floyd floyd@linux.it
Dom 9 Mar 2003 23:06:02 CET


Inoltro un messaggio apparso su lista Soci ILS, che mi sembra 
molto interessante..

F.

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Hash: SHA1


L'associazione software libero promuove  una raccolta di firme
 contro il recepimento in Italia della normativa europea sul
 copyright EUCD.

Con l'aiuto  di Massimiliano Meschia  abbiamo attivato un 
 modulo online per firmare all'indirizzo:
 <http://softwarelibero.it/progetti/eucd/firme/adesione.php>,
che invitiamo tutti a visitare subito.

La  firma  è  apposta  in  calce alla  petizione  preparata  da
  Adriano Sponzilli,  da  inviare  ai  parlamentari  coinvolti 
 nella  discussione sull'EUCD, per invitarli a ripensare il
 loro quasi unanime voto.

Invitiamo i webmaster a pubblicizzare l'iniziativa includendo
 nelle loro pagine il logo e il codice descritti ad
 <http://softwarelibero.it/progetti/eucd/news.shtml>.

Segue il testo della petizione:

===============================================================
= Lettera aperta alla Commissione Cultura



Onorevole Deputato,

le Associazioni firmatarie della presente le scrivono nella Sua
 veste di membro della Commissione Cultura della Camera dei
 Deputati.

Come certo Ella  ricorderà, questa Commissione lo scorso  25
 febbraio ha dato parere  favorevole rispetto allo schema di 
 decreto legislativo che recepirà la direttiva 2001/29/CE  del
 Parlamento e del Consiglio Europeo del  22 maggio  2001 su 
 "armonizzazione di  taluni aspetti  del diritto d'autore e dei
 diritti connessi nella società dell'informazione".

A nostro  avviso l'approvazione di questo  testo è un  grave
 errore, che porterà notevoli erosioni dei diritti dei
 cittadini e degli utenti, come fruitori di opere coperte da
 diritto d'autore e come titolari di libertà civili.

La  nuova  normativa riconosce  legittimità  giuridica  alla
 così  detta autotutela  tecnologica,  ovvero  alla  pratica 
 delle  grosse  case  di produzione  di  musica,  cinema, 
 software,  di impedire  la  copia  non autorizzata tramite
 tecnologia anti-copia.  La legge considera «efficaci misure
 tecnologiche»  quelle che consentono  ai titolari dei  diritti
 di controllare l'uso dell'opera tramite l'applicazione di un
 dispositivo, o di un procedimento  come cifratura o
 distorsione, o  di un meccanismo di controllo della copia. 
 L'elusione  di tali efficaci misure tecnologiche è  vietata 
 da  una serie  di  norme  penali  che attirano  nella  sfera
 dell'illecito  tutta l'attività  anche  solo di  studio  dei
 sistemi  di protezione. Non si punisce più solamente la
 vendita abusiva di contenuti copiati.  Ora è punita la
 fabbricazione, la vendita, persino la semplice detenzione di 
 attrezzature e  algoritmi utilizzabili per  l'elusione di
 misure tecnologiche;  attrezzature e algoritmi  spesso
 strumentali anche ad  attività del tutto  lecite. È  del tutto
  irrilevante, per  la nuova norma,  se di quelle  attrezzature
 si  intendesse fare  un uso  lecito o illecito:  queste 
 diventano  materiale  di  per  sé  vietato,  come  si
 trattasse di stupefacenti.

Negli  USA una  norma parallela  a quella  che noi  stiamo  per
 inserire (ispirata dai medesimi trattati WIPO  del 1996) è
 stata interpretata nel senso  di considerare  vietata  la
 semplice  diffusione di  informazioni tecniche che  potessero
 risultare utili ad  agirare misure tecnologiche, negando così
 la libertà di ricerca scientifica in ambito crittografico.

Ma la portata  di queste norme sulla libertà  individuale di
 ciascuno di noi non si comprende fino in fondo,  se non le si
 guarda alla luce dello sviluppo che  stanno avendo le
 tecnologie informatiche  oltre oceano. Il futuro della
 distribuzione  dell'informazione potrebbe chiamarsi Trusted
 Computing  e  potrebbe fondarsi  sul  DRM  (Digital Rights 
 Management), ovvero un  sistema con  cui i grandi  produttori
 e  distributori possano controllare come ogni utente  utilizza
 i propri dispositivi elettronici, permettendo o impedendo
 l'ascolto di una canzone, la visione di un film, l'esecuzione
 di un programma.

Onorevole,  il decreto legislativo  al quale  la Commissione 
 Cultura ha fornito  parere favorevole  renderà  illecito ogni 
 tentativo di  creare programmi  che  consentano   di  accedere
  all'informazione  lecitamente detenuta.   Renderà  illegale  
 il  materiale   informatico   che  possa consentirlo e vietata
 la diffusione  di informazioni in merito.  Si noti che  qui
 non  stiamo  parlando di  copia  illecita o  di violazione 
 del diritto d'autore, parliamo  solo di utenti che si 
 aspettano di accedere in  maniera  non  controllata   a 
 contenuti  che  hanno  legittimamente acquistato, o di
 difendersi da intrusioni nella loro vita privata.

Lo schema di Decreto lesiglativo introdurrà una nuova nozione,
 quella di «messa a disposizione  del pubblico di opere in 
 modo che ciascuno possa avervi  accesso dal  luogo  e nel 
 momento  scelti individualmente».  Il titolare  dei  diritti
 non  si  limiterà più  a  vendere  un diritto  di fruizione di
 quell'opera, come accade  ora ogni volta che si acquista un
 libro,  un disco,  un programma,  ma  potrà determinare  una
 vendita  di questo  diritto in  termini delimitati  nel tempo,
  nello  spazio, nelle modalità di fruizione e nell'identità
 dei fruitori.

Questo significa, essenzialmente, che nel bilanciamento di
 poteri fra il titolare dei diritti e il fruitore si arriva ad
 uno squilibrio totale di forze a favore  del primo.  In base
 al Suo  schema di decreto, Onorevole Deputato, chi acquista un
 diritto d'uso secondo questa modalità non vede riconosciuto 
 nessun contenuto legale  mimimo del  suo diritto;  non ha,
 cioè, alcun diritto che gli  viene riconosciuto ex lege,
 nessuno a parte quelli contrattualmente stabiliti da chi gli
 trasferisce l'opera. Questa nuova modalità fa cadere anche  il
 tradizionale diritto a effettuare una copia di sicurezza, così
 come  sparisce il c.d. «esaurimento dei diritti conseguente 
 alla   prima  vendita».   Questa  formula  tecnica   sta  a
 significare che, con la disciplina attuale, quando acquistiamo
 un libro, la vendita  fa cadere i  diritti del titolare su 
 quell'unico esemplare, che non  possiamo riprodurre in  più
 copie ma  che è nostro a  tutti gli altri   effetti:  possiamo
  rivenderlo,   prestarlo,  farne   l'uso  che preferiamo  
 fino  a   quando   vogliamo,  i   nostri  nipoti   potranno
 tramandarselo  fino a  quando  non si  ridurrà  a polvere  di
 carta.  La privativa  di  messa a  disposizione  nel  luogo  e
 nel  momento  scelti individualmente cancella questi diritti.

È  teoricamente  possibile vendere  un  libro  vietandone la 
 rivendita; oppure a scadenza: «questo CD  musicale si
 autodistruggerà fra un anno»; oppure ad personam:  «questa
 videocassetta potrai leggerla solo  tu e se inviti  un amico a
  vederla a  casa tua  commetti un  illecito». Ipotesi
 fantasiose? Per  la diffusione tradizionale forse, ma  per la
 diffusione di  contenuti multimediali  per via  informatica è 
 realtà.  Negli Stati Uniti sono  in vendita manuali 
 universitari in formato  elettronico che alla fine del
 semestre  accademico si autodistruggono.  Scopo dichiarato
 dell'operazione:  impedire  che  gli  studenti più  anziani 
 degli  anni successivi  passino i  loro  vecchi libri  ai  più
 giovani.   Onorevole, l'approvazione   dello  schema   di  
 decreto  legislativo   modificherà radicalmente  il concetto 
 di uso  lecito e  lascerà  mano completamente libera  alle
 grandi  case  di distribuzione  (case discografiche,  major
 cinematografice,  case  editrici),   senza  nessun  elemento 
 di  tutela legislativa a favore del fruitore.

Onorevole, per tutte  le ragioni fin qui esposte,  Le chiediamo
 di voler riconsiderare     questa     materia,     forse   
 licenziata     troppo frettolosamente.  La  invitiamo a  farsi
  promotore  di  un nuovo  esame parlamentare dello  schema
 legislativo e/o  di una mozione  di indirizzo che vincoli il
 Governo, nell'azione legislativa delegata, a inserire una
 serie di esclusioni e di  contrappesi normativi nello schema. 
 Le realtà della società  civile impegnate  su questi fronti 
 saranno ben  liete di confrontarsi con  le forze parlamentari 
 sul tema di un  recepimento non dannoso della direttiva in
 questione.

La salutiamo cordialmente.
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