[Golem] Complotti? era:(Re: Aggiornamenti connessione wireless a Montelupo Fiorentino)
Gianni Casalini
gianni.casalini@bastardi.net
Sab 27 Set 2008 18:45:06 CEST
Il giorno sab, 27/09/2008 alle 11.38 +0200, Andrea Bellucci ha scritto:
> Se la vetrina della settimana ambientale è squallida, non andateci
> ragazzi.
Anche io premetto alcune cose: non me ne frega niente di sputtanare
nessuno.
Anche io parlo a titolo personale.
Non ho capito però cosa c'entrano i complotti e, visto che hai lanciato
un discorso che mi sembra andare oltre la connessione wireless a
Montelupo mando in lista una cosa che avevo scritto e che non ho mai
pubblicato. Purtroppo non l'ho finita, avrei voluto fare un discorso
sulla psichiatria sul finale. Forse lo farò, ma intanto voglio portare
un punto di vista.
*---*
Il pesce puzza dalla testa.
-Proverbio toscano.-
Prendo spunto da un servizio visto sul TG regionale della Toscana,
qualche mese fa (non so essere più preciso) che mi ha fatto riflettere.
Era un servizio che parlava di uno studio svolto dall'istituto
statistico regionale, mi pare per conto della regione Toscana stessa.
Fatto sta che alla presentazione c'era anche il presidente della regione
e altri politici.
Questo studio presentava un'elaborazione di dati sulla situazione
produttiva nella nostra regione.
Roba grossa. Come dire la fotografia di dove stiamo andando dal punto di
vista del soldo.
Brevemente. Dati alla mano i relatori spiegavano che l'economia è in
picchiata. Una regione in via di deindustrializzazione a livelli
allarmanti.
Una miscela esplosiva di arretratezza e mancanza di innovazione.
La ricetta che veniva fornita per uscire dalla "crisi" da parte dei
politici era infatti riassunta nella ricerca e investimenti nei settori
più avanzati.
La cosa non mi ha stupito. Quello che si diceva era, in pratica, che da
noi ha vinto l'ignoranza e l'arretratezza quando il capitalismo nella
sua fase cognitiva richiede l'esatto contrario.
Chi si occupa di capitalismo cognitivo parla in questi casi di
"resistenza al capitale cognitivo".
Come alcune persone difendono la loro ignoranza altrettanto fanno
territori interi. Il che rende ancora più dolorosa la condizione di chi
vive su quei territori e si trova a dover produrre in condizioni che
sono ormai sorpassate e competere però con il nuovo. Difficile è in
queste condizioni ad esempio riuscire a innescare ricompattazione
sociale fra i soggetti deboli. Tanto più che affitti, mutui e costo dei
beni non seguono un andamento discendente in virtù di questo difetto.
Produttore e consumatore vivono in due epoche diverse.
L'esternalizzazione è sulle ultime ruote del carro. Come sempre.
"Il nuovo capitale fisso, la nuova macchina che comanda lavoro vivo, che
fa produrre l'operaio, perde la sua caratteristica tradizionale di
strumento di lavoro fisicamente individuabile e ubicabile, per essere
tendenzialmente sempre più dentro il lavoratore stesso, dentro il suo
cervello e la sua anima.
Come dire che il nuovo capitale fisso è costituito dall'insieme dei
rapporti sociali e di vita, dalle modalità di produzione e di
acquisizione delle informazioni che, sedimentandosi nella forza-lavoro,
vengono poi attivate lungo il processo di produzione." (Christian
Marazzi, Il posto dei calzini).
Quindi se nel capitalismo cognitivo è la totalità del linguaggio, dei
rapporti umani, delle conoscenze, degli affetti che è messa in
produzione per la capacità che ha di creare/veicolare conoscenza e
informazione e di costruire organizzazione; di creare reti di
cooperazione, ciò significa che in questa regione i rapporti
comunicativi stanno degenerando e con loro quelli economici e sociali.
Questa relazione può sembrare una forzatura a chi ragiona pensando SOLO
in termini di cilindro/pistone e di pezzi/ora. Ma a questi scettici
faccio notare due cose.
1. il SOLO cilindro/pistone, pezzi/ora non funziona più nemmeno a letto
se non per cultori/cultrici e collezionisti di rapporti sessuali d'epoca
(sia detto con il massimo rispetto).
2. se qualcuno ha provato a lavorare fuori dalla nostra regione come
lavoratore dipendente (magari all'estero) sa che è più facile capirsi in
inglese (per esempio) che in toscanese.
Non è richiesta l'adesione a nessuna fazione o contrada per lavorare,
produrre e vivere.
Difficilmente il riparare dall'idiozia dell'ambiente e delle sue
gerarchie infantili supera la fatica della prestazione d'opera. Come
invece è qui.
La Toscana è un territorio in via di rifeudalizzazione per questo voglio
citare ancora una volta il buon Marazzi che in un paragrafo chiamato
"Servilismo" dice: "Nel postfordismo il lavoro contiene una dimensione
servile -perché- l'agire comunicativo-relazionale, benché sempre più
economicamente rilevante, -non- è correttamente riconosciuto. L'attività
lavorativa diventa pertanto occasione per gerarchizzare i rapporti di
lavoro in termini personali, di comando dell'uno sull'altro, diventa il
terreno sul quale maturano facilmente attitudini, sentimenti,
predisposizioni quali l'opportunismo, il cinismo, la paura o la
delazione. Ma la connotazione servile del lavoro non è fondata sulla
distinzione tra lavoro produttivo e improduttivo, bensì sul non
riconoscimento economico dell'attività comunicativo-relazionale".
Penso sia calzante. E penso che sia anche poco circoscrivibile ad
ambienti particolari.
E' la capacità creativa ad essere valorizzata, tant'è che molte società
finanziarie valutano il "valore degli intangibili", ma qui il valore
degli intangibili è intangibile. In altre parole è sempre la capacità di
stare buono al proprio posto e non rompere i coglioni che fa la
differenza fra un'assunzione o un licenziamento. Fra una promozione e un
declassamento. In questo mi sento di dire che la Toscana è una regione a
misura di incapace. E lo sta dimostrando.
Voglio azzardare un'altra cosa. Mentre nell'epoca moderna (almeno in
certi momenti) la Toscana ha offerto una sintesi positiva tra caratteri
del nord e del sud, ad esempio un certo efficientismo, ma con strutture
sociali non ciniche o asservite alla produzione, adesso, nella
post-modernità la situazione è quella di una sintesi negativa: cinismo
padano con venature di paternalismo feudale.
E il tentativo istituzionale di mettere su feste della creatività, può
essere divertente e funzionare in qualche caso specifico, ma in generale
offre il valore aggiunto delle sagre estive.
Ma perché?
Forse perché quello che è stato richiesto o meglio che si è prodotto in
termini di soggettivazione è un "popolo" bambino che vuole soltanto fare
il birichino, di tanto in tanto, per svagarsi. Condizione ottimale
questa sia per una classe di burocrati che non hanno niente da spiegare,
nemmeno la propria incapacità politica o tecnica, sia per una classe
capitalistica provinciale e assistita.
La favola bella della regione di sinistra ha prodotto fenomeni di
ghettizzazione e nella sua versione "positiva" di omologazione ad una
normalità toscana che non ha prodotto ibridazioni culturali vive. Niente
melting-pot, solo toscanizzazione. Per questo non c'è stato lo
sfondamento della Lega, perché la lega è già stata interiorizzata nel
carattere collettivo.
"Un pazzo è una persona perfettamente normale con le idee troppo ben
chiuse in testa". Diceva Celine nel Viaggio al termine della notte. Un
territorio chiuso assomiglia ad un pazzo.
L'unico linguaggio compreso dagli incapaci è un linguaggio incapace di
produrre e di prodursi. Il risultato è un ghetto culturale che deve
continuamente essere difeso nelle sue manifestazioni esteriori dalla
nostra bella gioventù. Sia essa qualunquista, localista,
leghista-fascista o neo stalinista.
La Toscana è una fabbrica di burocrati, in un'epoca in cui le burocrazie
sono di per sé superate. La dinamicità improbabile, al massimo
rappresentata.
La Toscana guarda sempre avanti e si misura solo con chi viene dopo.
Questo è comodo. Si promette il futuro, si mantiene il passato e si
distrugge il presente. O, anche, il livello su cui si fanno gli affari è
spostato sempre più sopra i territori.
Nell'Europa fortezza e nell'Italia dei ghetti la toscana si è costruita
un ghetto dorato, che si presenta sempre più fatiscente col passare del
tempo.
[...]
*---*
Forse cambierei qualche frase in qua e là, ma il senso del discorso
rimane immutato.
Una cosa che meriterebbe un approfondimento, che però un precario che
deve fare surf sociale per vivere non si può permettere di fare, sarebbe
quello riguardo ai fondi europei, soprattutto quelli destinati alla
formazione.
Il giorno che qualcuno andrà a mettere mano ai conti di come sono stati
spesi i fondi in questa regione, che dal primo governo Prodi in poi ha
fatto letteralmente delle docce di soldi europei il buon umore passerà a
parecchi, ma -NOI- (visto che ti piace il plurale ti dico che non mi
riferisco al GOLEM) ci faremo delle grasse risate.
Con fondi simili il Portogallo a creato sviluppo reale e imprese nuove e
giovani in intere regioni.
Ma questo non si dice.
Come non si dice quanto è costata la FI-PI-LI. La superstrada delle
risate appunto.
Democrazia è saper guardare anche quello che ci sarebbe potuto essere al
posto di quello che c'è. Lo so chiedo troppo in un momento storico in
cui non si guarda nemmeno quello che ci sbatte sul muso.
Democrazia è votare il meno peggio? Prego accomodatevi.
"Largo all'avanguardia pubblico di merda
Tu gli dai la stessa storia tanto lui non c'ha memoria
Sono proprio tutti tonti vivon tutti sopra i monti
Compran tutti i cantautori come fanno i rematori quando voglion fare i
cori che profumano di fiori"
Skiantos
A presto.
Gianni
--
http://sutradeloto.noblogs.org/
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