[Golem] Oracle acquisisce Sun Microsystems (e insieme MySQL). Speriamo bene...

Luca M. spookyh@gmail.com
Dom 26 Apr 2009 14:45:07 CEST


2009/4/25 Simone Piccardi <piccardi@firenze.linux.it>:
>> Se però mi puoi dimostrare il contrario, cioè che non è nemmeno
>> possibile "formattare" e mettere sull'hardware in questione un altro OS
>> ex novo ti do ragione sul fatto che la GPLv3 sia più "giusta" (anche dal
>> mio punto di vista) della GPLv2.
>>
> Formattare cosa? Mica c'e` un disco su certi apparacchi, e anche quando
> ci fosse, se il software non e` firmato dal venditore dello stesso il
> DRM non te lo eseguira', posto poi che tu riesca anche a mettercelo
> sopra (cosa impossibile, dato che gli unici strumenti per farlo li puo`
> usare solo il produttore stesso).

Lo so che non c'è un hard disk, per questo ho usato la parola formattato tra
virgolette. Ma una flash o una ROM di qualche tipo c'è sempre e normalmente
è possibile flasharla o sostituirla.
Il DRM funziona se sul sistema è installato un OS che possa supportarlo, in
tal caso può usarlo per verificare la firma degli eventuali programmi in
esecuzione (almeno così mi spiegò un ingegnere informatico).
Di conseguenza se tu usi un firmware che non prevede l'uso di quel DRM
non hai controllo sui binari in esecuzione.

>> Il fatto di non poter ridistribuire o combinare un codice GPL con uno
>> con un altro tipo di licenza significa che sia virale.
> Veramente significa solo che devi rispettare la licenza. Niente e
> nessuno obbliga alcun chi a usare codice GPL nei propri programmi, e il
> codice GPL non se ne va a spasso ad infiltrarsi nel codice altrui, Per
> cui virale cosa?

Alcune licenze permettono ad un codice di poter essere redistribuito anche
con altre licenze, tutto quello che è GPL rimane solo GPL.

> Microsoft ha iniziato a fare FUD col virale (che ha una sua buona
> connotazione negativa) spargendo l'idea che se abbini in qualunque modo
> il tuo codice con quello GPL quello ti infetta e te sei costretto ad
> usare la GPL anche per il tuo. E questo semplicemente non e` vero.

Secondo me invece è tecnicamente "vero", ma non ci vedo niente di
negativo. Anzi sono contento che sia così.

>> Tutto il software che vuol avere "rapporti" con quello GPL deve essere
>> GPL o GPL compatibile, ma non è cosa da poco dati i (giusti) vincoli
>> della GPL.
> Ma manco per sogno. Se no perche` Acrobat gira su Linux? E Oracle?

Non parlo di programmi closed installati su una piattaforma GPL, non sono
così ingenuo/ignorante.
Pensavo di essere stato chiaro con l'esempio dello ZFS.
Non è possibile creare prodotti "ibridi" con sorgenti GPL ed altro codice
opensource ma GPL-incompatibile.

> Qui non si tratta di avere "rapporti", si tratta di prendere del codice
> non tuo rilasciato sotto GPL e di includerlo in un programma tuo

Stiamo parlando di due situazioni diverse.
Io non intendevo quello.
Cercherò di essere più chiaro: personalmente, per come le ho
interpretate, tra le licenze GNU apprezzo di più la LGPL della GPLv3.
Però, come Marco ha ben capito centrando il nodo della nostra
discussione, io parlo da utente e non da programmatore.
Con licenze come la LGPL, la BSD, la Apache, etc... mi sembra di
avere maggiori vantaggi a breve termine.
I progetti GPL a volte ti impongono di reinventare la ruota perché loro
possono usare solo ruote GPL.

>> Se invece scrivi un codice con una licenza più aperta chiunque può
>> integrarlo anche con software sotto altre licenze.
> Certo. Infatti in genere viene anche integrato dentro software
> proprietario,

Non necessariamente, dipende da quanto è permissiva la licenza.
Alcune sono compatibili solo con altri tipi di licenze opensource ed
assolutamente incompatibili con quelle closed.

> come ha fatto appunto la Microsoft con un sacco di roba
> BSD. Con questo se uno sceglie di usare licenza BSD o affine immagino
> sia consapevole e disposto ad accettare tutto cio'.

Esatto.
Pensa a come sono nati i primi progetti BSD.
Il governo degli Stati Uniti dava fondi alle università per sviluppare
determinati
progetti. Alla fine però pretendeva che i risultati ottenuti fossero
utilizzabili
anche dalle aziende americane senza alcune restrizioni. Sembrava un modo
efficace per dare una spinta al settore informatico in tutto il paese.
Visto lo "sponsor" (il governo) e le intenzioni, quel tipo di licenza in quel
determinato momento storico è stata una soluzione molto ragionevole.
Forse involontariamente, ma senza dubbio hanno agevolato anche lo sviluppo
del nostro kernel preferito, basti pensare al porting massiccio del progetto NET
agli albori di Linux.

> C'e` pero` anche chi non e` disposto e non vuole che si assorba il suo
> codice dentro codice proprietario, e per questo usa licenze copyleft. Ma
>  di nuovo cosa c'entra questo con l'essere virale?

Quello che tu definisci come "immunizzante" molta altra gente lo chiama virale.
Questione di mettersi d'accordo sui termini.
Cambia la forma, ma la la sostanza è la stessa.
Virale suona solo più dispregiativo.


-- 
"They that can give up liberty to obtain a little temporary safety deserve
neither liberty nor safety." (Benjamin Franklin 1706-1790)



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