[Golem] La vecchia Guardia
pipistrello
thomas@viaoberdan.it
Dom 16 Maggio 2010 21:17:10 CEST
Stimati Compagni,
oggi ho presenziato al mercato solidale di Avane, dove ho avuto il piacere di
incontrare dopo tanto tempo il beneamato e inossidabile capo officina supremo.
Il sommo, dopo avermi redarguito duramente per la mia ormai proverbiale
assenza, mi ha mostrato tutto il suo cordoglio nel momento in cui gli ho
chiesto di incontrare gli esponenti della Vecchia Guardia del Golem, quelli
cioè che con noi cominciarono la meravigliosa avventura della fondazione e
prima gestione dell'associazione. Nomi e uomini ormai entrati a far parte di
diritto nella leggenda dell'informatica e del trashware, eroi protagonisti di
un sogno ormai realizzato compiutamente,
Alla mia domanda il capo officina non ha risposto subito; si è prima voltato a
guardare l'orizzonte lontano, forse alla ricerca di remoti ricordi, poi, con
voce ferita dalla commozione, mi ha riferito di altre prolungate assenze
eccellenti; compagni caduti dopo essersi strenuamente difesi per evitare che
impegni quotidiani, figli, mogli, genitori, mutui, tasse, balzelli, quisquilie
e pinzellacchere potessero impedir loro di frequentare l'officina con la giusta
continuità e il necessario amor patrio.
Ma ahimè, è stata, la loro, una vana resistenza, e oggi - secondo il racconto
addolorato del nostro responsabile - niuno di quei martiri riesce più a
varcare con polveroso passo la soglia della sede gloriosa.
Che ne è stato di quell'impavido gruppo di eroi ? Quale periglio, quale
disavventura ha schiacciato senza pietà il capo di uomini così orgogliosi e
forti ?
Oggi io vi dico, compagni, amici, che il dolore che patisce il capo officina è
ingiusto e sacrilego, che i fondatori hanno il glorioso dovere di tornare,
accolti dalle ovazioni degli astanti, osannati dalla voce del popolo; il
manipolo di intrepidi deve mostrare di nuovo il proprio volto, soprattutto a
chi maggiormente ha bisogno di speranza: i giovani. Ci sono giovani che
neanche ci conoscono, giovani che pensano addirittura che siamo il frutto di
antiche storie popolari e che in realtà non siamo mai esistiti.
Compagni ! Orsù, dunque !
Tornate ! Mostrate al nostro amato capo officina che nulla è perduto ! Già odo
in lontananza il galoppo, lontano, vicino, poi di nuovo lontano, poi di nuovo
vicino, dei vostri destrieri; già vedo occhi increduli di ragazzini che
affacciati sulla strada mormorano "non è possibile, sono loro, ma allora
esistono davvero"
Poi, improvviso, un beep e il canto melodioso di una ventola che riprende a
girare, e il sorriso, stanco ma felice, di un capo officina che abbraccia di
nuovo, tra le lacrime, figliol prodighi tornati da un lungo e interminabile
viaggio...
Ammetto che quando mi ci metto so essere epico.
Thomas
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